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20 Giugno 2025

Due proposte “doc” in Dolomiti, tra il bellissimo calcare di Tovel e il “terribile” porfido dei Lagorai

Follie belliche – Il granito degli orientali

Il Trentino, se si parta di arrampicata, è praticamente sempre associato alle Dolomiti, oppure alla scalata sulle rocce calcaree. In realtà è anche possibile arrampicarsi sui graniti (Adamello, Presanella) e sui porfidi, sicuramente più rari in questo territorio ma non per questo meno meritevoli. I Lagorai e le sue pareti di rosso porfido sono piccole perle poco conosciute, ideali per chi ama vivere alcuni giorni fuori dalle più blasonate ma affollate pareti dolomitiche. Con Damiano e Fabrizio, i miei due figlioli adottivi (alpinisticamente parlando), abbiamo una gran voglia di passare qualche giorno a scalare insieme. In primavera avevamo passato una bellissima giornata sulla bellissima “Leoni in gabbia” al Monte Casale e adesso voglio far vedere loro lo stile di apertura della cordata Larcher-Giupponi, famosa per la difficoltà e la qualità delle loro realizzazioni. Ho però voglia di tranquillità e, a dire il vero, anche di qualcosa che assomigli al granito, che per noi romagnoli resta sempre abbastanza lontano. Mi viene così in mente “Follie belliche”, sulla Cima Ceramana, nei Lagorai, una via che mi ero sempre ripromesso di fare ma che per una ragione o per l’altra non ero mai riuscito a percorrere.

Fabrizio è già a Cavalese da Damiano. Mi mangio una piadina con una birretta e parto alla volta del Trentino. Ormai so i cartelli a memoria tante sono le volte che faccio questo pellegrinaggio. Ceniamo, ridiamo, ci facciamo qualche altra birretta e andiamo a letto, perché la mattina seguente dobbiamo partire presto alla volta di San Martino di Castrozza. Dopo una scarpinata di un’oretta e mezzo arriviamo alla base della parete. La valle dove si affaccia la Cima Ceramana è un altipiano di prati verdi stupendi, chiuso su un suo lato da rosse pareti di porfido. Sistemiamo il saccone e poi Fabrizio apre le danze: la roccia è compatta e il particolare stile di arrampicata al quale non siamo ben abituati ci obbliga ad attenzione e ad un uso dei piedi piuttosto preciso, perché il porfido è molto meno aderente del granito vero e proprio. Ogni tiro è bello e caratteristico ma i due tiri chiave, uno strapiombo che si vince traversando verso sinistra e una fessura strapiombante da attrezzare a friends, sono davvero entusiasmanti. I fix sono sempre centellinati, obbligando alla scalata in libera e conferendo alla via un carattere decisamente “trad”. Per chi ama piazzare e incastrare protezioni veloci una giornata davvero fotonica! Placche tecniche si alternano a fessure e strapiombi, che con logico percorso portano sulla cima di questa bella quanto poco conosciuta cima.  Rolly e Gippo non tradiscono mai le aspettative e dopo tante loro vie posso affermarlo con certezza.

Scendiamo in doppia lungo la via e alla base sistemiamo zaini e saccone. Mi siedo un attimo a guardare il panorama: una lunga nuvola di un colore indefinito tra il grigio e l’azzurro ha quasi completamente coperto il cielo, rendendo il paesaggio lunare. Raccolgo un pezzo di porfido bagnato che luccica più degli altri sotto questi raggi di sole radenti. Lo tengo in mano e osservo le varie sfumature di rosso e i piccoli cristalli. Questo piccolo sasso alla fine è l’origine dei miei capricci, dei miei ripetuti spostamenti verso i monti, del mio girovagare in mezzo alla natura.  Guardo di nuovo il pezzo di porfido e lo poso con delicatezza a terra, quasi fosse vivo. In fondo per me lo è, perché questo pezzetto di natura inanimata mi fa sentire incredibilmente vivo ogni volta che posso scalarci sopra.

Relazione della via “Follie belliche”

Tracciato della via “Follie belliche”

La Val di Tovel – Il Ratikon a due passi da casa

La Val di Tovel e le sue pareti, caratterizzate da una bellissima pietra grigia, meno maestose di altre cime del Brenta e situate al suo margine, sono rimaste praticamente inesplorate fino agli anni ’90, se si eccettua l’apertura di alcuni sporadici itinerari. Il calcare compatto di queste placche, unito all’assenza di fessure e linee logiche, aveva di fatto impedito la realizzazione di salite di stampo classico e anche delle direttissime in artificiale, perché queste montagne non avevano nessuna interessante parete strapiombante. Con lo sviluppo dell’arrampicata sportiva e l’avvento delle aperture a fix, l’ottima roccia della Val di Tovel è diventata improvvisamente interessante per molti scalatori, in particolare per Rolando Larcher e compagni, che hanno aperto gli itinerari più impegnativi. L’arrampicata su Cima Uomo, dove salgono le vie presentate in questo articolo, è davvero entusiasmante. Il calcare è quanto di meglio si possa immaginare e spesso si rimarrà sorpresi perché incredibilmente ci si ritrova a riuscire a stare incollati alla parete usando appoggi davvero minimi. Per gli amanti della placca questa queste vie, e in generale tutte quelle di Tovel, sono il paradiso. Se invece si ama tirare prese grosse in strapiombo è un luogo da evitare come la peste. Mi piace tornare con regolarità in questa valle solitaria, uno dei pochi posti del Brenta poco turisticizzato, e i nove chilometri di strada sterrata non sono mai abbastanza per farmi desistere, perché il richiamo di queste placche sapientemente lavorate dall’acqua è sempre molto forte. Una leggenda narra del particolare colore rosso assunto dal Lago di Tovel in alcuni anni  e racconta che l’esercito di Tuenno, troppo forte e preparato, uccise in battaglia gli abitanti di Ragoli e pure la bella Tresenga, che aveva deciso di combattere accanto al suo popolo. Il suo sangue e quello dei suoi soldati si riversò nelle acque del lago e le colorò di rosso vermiglio. Da quel triste giorno, una volta all’anno, in occasione dell’anniversario della feroce battaglia, per incanto le acque del lago si colorano di rosso e c’è chi giura che, ancor oggi, nelle notti di luna piena, la triste figura della bella Tresenga vaga sospirando lungo le rive del lago. Nonostante il lago non si colori di rosso da molto tempo la magia di questo luogo è rimasta però intatta: basta infatti guardare il panorama per catturarne in un solo istante tutta la sua naturale bellezza.

Relazione della via “Bepino”

Tracciato della via “Bepino”

Relazione della via “Moondance”

Tracciato della via “Moondance”

Altre relazioni di vie in Dolomiti si posso scaricare gratuitamente dal mio sito: www.samuelemazzolini.altervista.org

A chi interessano le più belle scalate estreme in Dolomiti, di seguito la copertina della mia nuova guida, acquistabile in Italiano, Tedesco ed Inglese (Versante Sud Edizioni).

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