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13 Agosto 2025

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

“Il mistero del Phandambiri”: il team di Giordani e Dell’Agnola completa la salita sulla cima del massiccio

spedizione Phandambiri

Dopo il successo di Mirco Grasso e Samuele Mazzolini sull’anticima nord del Phandambiri, il 9 agosto è stata la volta della cima principale. Maurizio Giordani e Manrico Dell’Agnola, insieme a Nancy Paoletto e Antonella Giacomini, hanno completato la via “Il mistero del Phandambiri”, tracciata lungo il pilastro sud-est fino ai 1.436 metri della vetta.

Quella che inizialmente doveva essere una “via normale” si è rivelata un itinerario ben più impegnativo: 19 tiri per superare 800 metri di dislivello e 1.100 metri di sviluppo, con due bivacchi e sei giorni di arrampicata. Solo gli ultimi 150 metri, tra cenge e banche erbose, hanno concesso un po’ di respiro, prima dell’ultimo salto di roccia verso la cima.

alpinismo mozambico

La ricognizione iniziale aveva già mostrato come il Phandambiri non offrisse pareti facilmente accessibili. La scelta del gruppo è quindi ricaduta sullo spigolo sud-est, il versante che domina il campo base e che sembrava il più “abbordabile”. Ma il granito si è rivelato subito ostico: compatto, privo di fessure e difficile da proteggere con metodi tradizionali. Placche di pura aderenza hanno messo in luce ancora una volta l’abilità di Giordani, che ha condotto tutti i tiri con una precisione da vero “artista” dell’arrampicata tecnica.

La sezione più impegnativa è stata quella centrale, con cinque tiri verticali (grado 6a e 6b) e, per chiudere, una placca finale risolta con un unico ed elegante movimento di 6c in equilibrio su un solo appiglio.

«Un’esperienza completa e complessa, dove non era permesso sbagliare — racconta Giordanisia per la distanza tra le protezioni che per l’isolamento del luogo. Il progetto era arrivare in vetta in quattro e così è stato. Nonostante le difficoltà, ognuno di noi ha realizzato il proprio sogno». Dell’Agnola aggiunge: «Valutata la roccia, non ho avuto esitazioni a lasciare il comando a Maurizio: placche sottilissime e impossibilità di chiodare richiedevano la sua mano. La conferma che questa montagna fosse scalabile è arrivata solo ora, con l’apertura di due vie di qualità e una probabile terza che Grasso e Mazzolini stanno tracciando su un pilastro strapiombante vicino».

spedizione Phandambiri bivacco

Il nome della via nasce da due misteri. Tutte le ricerche condotte in due anni indicavano che il Phandambiri non fosse mai stato salito, salvo vaghi racconti di un pastore. Eppure, nella parte più tecnica, il gruppo ha trovato golfari da ferramenta e spit rudimentali, forse degli anni ’80, in posizioni prive di logica. Nessuna traccia prima o dopo, e nessun segno di passaggio in vetta.

Il secondo mistero riguarda un evento più drammatico: in un’epoca imprecisata, l’intera montagna è stata avvolta dalle fiamme. L’incendio, probabilmente causato dal disboscamento con il fuoco e alimentato dal vento costante, ha annerito pareti e cime. Forse, prima di allora, tratti oggi nudi erano coperti da vegetazione, usata come appoggio durante qualche tentativo di salita.

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Superata la perplessità iniziale, la squadra ha scelto di indagare, contando anche sull’aiuto della mediatrice culturale Anna Mazzolini. Due misteri che renderanno ancora più affascinante il film della spedizione, destinato a raccontare una delle avventure più intriganti mai vissute su questa montagna africana.

Il mistero del Phandambiri: Giordani e Dell’Agnola completano la salita sulla cima del massiccio

La spedizione è supportata dal Club Alpino Italiano e dal Club Alpino Accademico Italiano,

Foto di Antonella Giacomini.

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