Manrico Dell’Agnola, Maurizio Giordani, Nancy Paoletto, Mirco Grasso, Samuele Mazzolini e Antonella Giacomini sono in partenza per una spedizione in Mozambico per scalare l’inviolato Phandambiri. Ai microfoni di Mountainblog, Manrico Dell’Agnola e Samuele Mazzolini ci raccontano che cosa significhi preparare una spedizione verso una meta ancora inesplorata e in una terra lontana da logiche alpinistiche.
Ci sono viaggi che diventano esplorazioni interiori, esperienze che non cercano la prestazione ma il contatto profondo con un luogo, una cultura, un modo di vivere la montagna che è ancora autentico. È questo lo spirito con cui Manrico Dell’Agnola, alpinista, fotografo e narratore di storie verticali, si prepara ad affrontare la prossima spedizione in Mozambico, una terra poco conosciuta dal punto di vista alpinistico, ma sorprendente per le sue pareti granitiche, l’atmosfera remota e l’umanità dei suoi abitanti.
In quest’intervista, insieme all’amico e prossimo compagno di avventura, Samuele Mazzolini, i due alpinisti ci raccontano l’essenza di un progetto nato quasi per caso e sviluppatosi in modo spontaneo, fuori dalle logiche delle grandi spedizioni mediatiche. Ne emerge il ritratto di un’avventura che verrà vissuta con spirito esplorativo e profondo rispetto per il territorio, lontano dalle rotte turistiche e dalle convenzioni del mondo alpinistico contemporaneo. Ascolta l’intervista:
PROGETTO SPEDIZIONE MOZAMBICO “PHANDAMBIRI”
Il Phandambiri è un massiccio roccioso che si trova in Mozambico all’interno di una riserva di 38.000 ettari di savana nel distretto di Macossa, nella provincia di Manica. Il posto amministrativo di riferimento è Nhamanguawa, ultimo villaggio provvisto di energia elettrica, che dista circa tre ore di fuoristrada dal monte.
L’insediamento più vicino è Zembe, che si tratta per lo più di un villaggio diffuso (capanne sparse in piccoli gruppi prive di corrente elettrica e acqua). Il massiccio, in granito, che dopo attente ricerche e valutazioni anche in loco è risultato inviolato, vede due pareti di circa 850 m. particolarmente interessanti poste una nel versante est più verticale e l’altra nel versante ovest meno ripido, caratterizzato da placche lisce. E’ presente inoltre anche un satellite con un’attraente parete ovest di circa 200 m. ripida e con un sistema di strapiombi.
La spedizione si propone una duplice finalità: l’aspetto alpinistico, con la prima salita del monte, e l’assistenza alle comunità locali sotto forma di fornitura di materiali o tecnologie per la vita quotidiana come pannelli solari e generatore per l’energia elettrica.
Per gli aspetti logistici e le finalità umanitarie, ci si avvarrà dell’appoggio e consulenza di Anna Mazzolini (Urban, Governance Expert presso UN-HABITAT specializzata in progetti di recupero urbanistico in Mozambico), che lavora da vari anni in Mozambico e gestirà i complessi contatti con le autorità, le amministrazioni locali e i capi tribali.
Considerate le difficoltà logistiche dovute non solo all’ambiente selvaggio, ma anche agli aspetti burocratici che prevedono la richiesta di permessi, e considerata la totale mancanza di informazioni sul monte, nel mese di luglio 2024 Manrico Dell’Agnola e Antonella Giacomini hanno effettuato una ricognizione esplorativa che ha permesso di raccogliere dati importanti e intessere le prime relazioni con le popolazioni che verranno coinvolte nella spedizione. Grazie alla mediazione di Anna Mazzolini e di una guida locale, è stato possibile interagire in modo positivo con il capo amministrativo della zona, con il “regulo” del villaggio (autorità tradizionale responsabile della montagna e dei rituali di accesso ad essa tramite gli antenati) e con i responsabili della riserva. Ciò ha permesso di essere accompagnati ad ispezionare la più accessibile parete Ovest e prospettare, per quest’anno, la tracciatura di un sentiero per raggiungere anche la parete N/E.
Logistica:
Il monte dista due giorni di auto da Beira, seconda città del Mozambico raggiungibile in aereo dalla capitale Maputo. E’ necessario l’uso di auto 4×4 nella prima parte e fuoristrada da deserto nel momento in cui si procede nella savana.
Periodo programmato in relazione al clima. Il periodo secco (assenza di precipitazioni) e più fresco in Mozambico va da metà Maggio a metà Agosto. La spedizione si svolgerà all’incirca da metà luglio a metà di agosto.
La spedizione ha redatto un dettagliato piano di comunicazione che prevede: utilizzo dei vari social, produzione di articoli per riviste cartacee e on-line. Sono in pubblicazione in questi giorni le pagine fb Verso il Phandambiri e Instagram Phandambiri dove sarà possibile seguire gli sviluppi della spedizione. Media Partner @loscarponecai.
Manrico Dell’Agnola produrrà un docu-film con l’idea di partecipare ai vari festival di settore. È prevista la consegna del materiale fotografico di interesse aziendale e l’organizzazione di serate. Il docu-film che verrà prodotto avrà un contenuto non solo alpinistico-esplorativo, ma anche antropologico. Manrico Dell’Agnola, che curerà anche la regia, proporrà una narrazione incentrata su un’avventura non solo arrampicatoria, ma anche umana raccontando la cultura delle popolazioni locali, il rapporto con loro, gli scambi avvenuti.
La spedizione è patrocinata e sostenuta dal Club Alpino Italiano, dal CAI Accademico e dal Lions Club Rovereto “Fortunato Depero”. Inoltre è sostenuta nella logistica dalla Cooperazione Italiana in Mozambico.
Finalità umanitarie:
Dopo un’attenta valutazione del contesto socio-culturale delle popolazioni che abitano alle pendici del monte e condivisione con le autorità amministrative e tribali, la spedizione Phandambiri vorrebbe prefiggersi di:
1) realizzare dei presidi di energia elettrica e di illuminazione attraverso l’uso dei pannelli fotovoltaici, del generatore e degli impianti luce utilizzati dalla spedizione e che verranno lasciati
in loco;
2) dotare il villaggio di un luogo per i bambini più piccoli libero da zanzare e mosche lasciando le tende “zanzariera” utilizzate al campo base;
3) valutare se possibile una futura realizzazione di un presidio con sistema di potabilizzazione dell’acqua per migliorare le condizioni igienico-sanitarie;
4) sensibilizzare la popolazione al rispetto del territorio soprattutto in riferimento al trattamento dei rifiuti;
5) valorizzare la cultura locale;
6) valutare e riflettere con la popolazione locale su che tipo di indotto l’arrampicata può portare nel rispetto dell’ambiente e della loro cultura;
7) far capire alla popolazione l’importanza che potrebbe rivestire l’arrampicata come mezzo di promozione del loro territorio e fonte di crescita;
8) avvicinare alcuni giovani locali ad una possibile formazione di “accompagnatori”, dei futuri arrampicatori;
9) favorire la frequentazione del sito da parte di altri alpinisti attraverso la divulgazione di materiale informativo sulla zona.
Componenti della spedizione:
- Antonella Giacomini, alpinista, viaggiatrice esplorativa, giornalista-pubblicista e autrice, che curerà la comunicazione. Anna Mazzolini coordinerà gli aspetti logistici pre-spedizione, i contatti con la popolazione locale e con gli enti amministrativi e seguirà la spedizione sino all’arrivo al campo base.
- Manrico Dell’Agnola alpinista Accademico del CAI e membro del GISM (gruppo scrittori di montagna), fotografo, filmaker di fama e scrittore, che curerà tutto il materiale per la realizzazione del docu-film.
- Maurizio Giordani guida alpina, Accademico del CAI, alpinista, viaggiatore esplorativo e scrittore.
- Nancy Paoletto alpinista, viaggiatrice esplorativa che curerà la logistica.
- Mirco Grasso forte arrampicatore, alpinista e Accademico del CAI.
- Samuele Mazzolini ingegnere elettronico, forte arrampicatore e alpinista, accademico del CAI.
Intervista e montaggio di Mirko Sotgiu.