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11 Aprile 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Los Picos 6500. Intervista a Silvestro Franchini

spedizione Los Picos 6500. Fonte: Silvestro Franchini /facebook

Los Picos 6500: 4 uomini, 13 cime andine sopra i 6.500, 43 giorni per concatenarle.
Intervista di Massimo Dorigoni

Soddisfazione, questa è la sensazione che si ha ascoltando la voce emozionata di Silvestro Franchini a conclusione del concatenamento di tredici cime sopra i 6500 metri, dopo 43 giorni, a La Paz in Bolivia. Assieme a lui, in attesa del trasferimento a Lima per il ritorno in Italia, gli altri componenti della spedizione, il fratello Tomas, Franco “Franz” Nicolini e il giovane Michele Leonardi.

Tredici cime superate in sequenza, le più significative della catena montuosa più lunga del mondo, per quella che sarà ricordata come la spedizione che segnerà un importante traguardo nella storia dell’andinismo.

Aconcagua, Tupungato, Mercedario, Bonete, Incahuasi, Pissis, Walter Penk, Tres cruces Sur y Central, Muerto, Ojos del Salado, Llullaillaco e Sajama, queste le cime raggiunte per quello che, per i quattro alpinisti trentini sembrava solo un sogno nel cassetto e che si concluderà a settembre sulle ultime tre cime in programma, quelle peruviane: l’Huascaran Sur, l’Huascaran Norte e il Yerupaja.

Spedizione Los Picos 6500. Fonte: Silvestro Franchini/facebook

Quanto è contata la complicità tra i componenti la spedizione per la buona riuscita della
stessa?
«Abbiamo dovuto prendere moltissime decisioni, molte di più di una normale spedizione che ha
come obbiettivo scalare solo una montagna, ringrazio Franco perché in questo ci ha lasciato
molto spazio. La complicità è stata fondamentale. Le strategie che abbiamo adottato sono state
forse la chiave del nostro successo».

Avete mai avuto dubbi sulla riuscita del concatenamento andino?
«Si certo ogni montagna è stata una sfida, il difficile era l’approccio, mentre quando iniziava la
scalata era forse la parte più facile per noi».

Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate durante questa lunga cavalcata?
«Le difficoltà erano legate ai lunghi spostamenti off road e legati all’isolamento di queste
montagne, abbiamo avuto a turno problemi di stomaco legati forse ai continui sbalzi di quota.
Vento a 100km e Wind chill a -37° (questi sono i dati che dava il meteo) sul Mercedario».

Qualche ringraziamento?
Ringraziamo di cuore tutte le persone che ci hanno seguito e supportato, e un grande grazie
anche agli sponsor. Un infinito ringraziamento va infine al team logistico Rolando Linzing,
Guilermo Almarez e Marco Calamarro.

A settembre si torna in Perù… giusto?
« Come previsto dal nostro programma le condizioni in Perù non sono buone visto il pericolo
valanghe e rinviamo a settembre le ultime tre cime».

 

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