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31 Marzo 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Team giapponese tenta l’inviolato Jarkya Himal (6.473 m)

Jarkya Peak, Nepal. Fonte nepalhimalpeakprofile.org

Daijo Saito, Tatsuro Sugimoto, Masayuki Takenaka e Ryota Nomura dovrebbero arrivare oggi in Nepal e iniziare il loro viaggio per il Campo Base il 4 aprile

Una squadra giapponese formata da Daijo Saito, Tatsuro Sugimoto, Masayuki Takenaka e Ryota Nomura è partita ieri per il Nepal con obiettivo  la prima salita del Jarkya Himal (6.473 m) nella catena del Manaslu, Nepal occidentale.
A seguire, alcune informazioni sulle loro precedenti salite:
Daijo Saito ha effettuato due prime ascensioni al confine tra Nepal e Tibet: nella primavera 2018, nell’ambito del programma “Himalaya Camp”, (progetto di Yasuhiro Hanatani), ha compiuto la prima salita del Pankar Himal (6.264m) attraverso la Cresta NE, insieme a Reo Chikara, Yasuhiro Hanatani, Ryosuke Matsuyama, Airi Wanatabe e Tatsuro Sugimoto
Nella primavera 2022, con Shingenobu Akihiro, ha completato la prima salita del Saula (6.235m) attraverso la
Cresta SO.
Nel 2016, Masayuki Takenaka, in un team di 9 membri con età compresa tra i 26 e i 69 anni, ha effettutato la prima salita del Nangamari II (6.209 m) dal Colle tra il Nangamari I e II.
Ha già tentato nel 2020 la prima salita dello Jarkya Himal, con una spedizione patrocinata dal Club di Montagna dell’Università di Kyoto,  guidata da Masayuki Takenaka. Purtroppo il maltempo e l’alto rischio valanghe hanno impedito loro di progredire oltre i 5.400 metri, poco oltre il C2 a 5.300m, dove hanno atteso tre giorni un’opportunità che non è mai arrivata, inoltre, uno dei tre membri del team è stato colpito da mal di montagna e alla fine la squadra ha deciso di ritirarsi.
Nel 2018, Tatsuro Sugimoto ha effettuato la prima salita del Pankar Himal (6.264 m), in team con altri alpinisti.
Ryota Nomura è un giovane alpinista che recentemente ha  completato una traversata invernale nel bacino dell’isola di Hokkaido. Da Capo Soya a Capo Erimo. 670 km in 2 mesi attraversando le montagne Kitami, Daisetsu e Hidaka  senza passare attraverso insediamenti umani.  (Fonte)