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27 Giugno 2012

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DONNE ALL'UTMB® 2012 Tre figure emblematiche, tre percorsi …

Saranno 742 le donne alla partenza di una delle gare della decima edizione dell’Ultra-Trail® du Mont Blanc.

Rappresentano un pò più del 10% dei partecipanti. Sono esattamente l’8% sull’UTMB®, il 13% sulla CCC®, il 9% sulla TDSTM e l’11% sulla PTLTM. Chi sono le donne che si iscrivono a queste gare ? Cosa vengono a cercare ? Come gestiscono la vita di famiglia ?

Le ricerche sulle conseguenze fisiologiche della pratica dell’ultra, sono rivolte quest’anno, anche alle donne. Dopo i primi studi nel 2009, è stata sollevata l’ipotesi di una maggiore resistenza delle donne alla stanchezza, provocata dallo sforzo dell’ultra trail, merita un approfondimento.

Vi presentiamo tre figure femminili emblematiche … Tre ritratti, tre percorsi:

Elisabeth Hawker, la regina Elisabeth (UK)
Trailer, alpinista, sciatrice, la britannica Elizabeth Hawker è l’unica atleta ad avere vinto 4 volte l’UTMB® – ed a salire su 5 podi. Nel 2011, per la quarta volta, “Lizzie” Hawker si è imposta sull’UTMB®. La campionessa del mondo dei 100 km su strada, ha dominato tutte le avversarie ma anche la maggior parte degli uomini.

Arrivando a Chamonix in 25:02:00 (25:19:41 nel 2008), è trediciesima in classifica generale. « Se la mia prima vittoria all’UTMB® ha un posto particolare nella mia mente, ogni successo è unico, perchè la montagna è differente ogni volta e devo adattarmi », confida in un’intervista «Quest’anno, mi sono trovata in difficoltà a causa di un dolore all’anca, ma la mia passione per la montagna mi ha dato la forza di finire ».

La passione di Lizzy per la montagna e per la natura fa parte di lei, fin da quando era piccola. «Mi sono innamorata del Cervino a sei anni. Fu la nascita di un grande amore: sapevo di essere a casa mia nelle montagne e nella natura ». Tutto ciò ha plasmato la sua vita di atleta di gare di resistenza e la sua professione di autrice e scienziata. Naturalista di formazione, con un dottorato in oceanografia polare, ha lavorato su navi di ricerca in Antartico e nell’oceano Australe. L’endurance ha sempre rappresentato un modo di vita per Lizzy, nelle Alpi come nell’Himalaya.
La sua gara migliore ? «Una gara intorno al Monte Bianco, 100 km in Corea, una gara dal campo base dell’Everest fino a Katmandu, un’altra gara intorno al Monte Bianco … ed ogni giorno che corro, ogni volta, ovunque io sia, qualunque sia la gara».

Nathalie Lamoureux, le sue numerose vite (FR)
Fino a 36 anni, nulla predestinava questa giornalista de Le Point.fr, specializzata nelle telecom e nell’outdoor, alla corsa a piedi ed ancora meno all’ultra. Più abituata alle luci delle città che alle luci delle stelle, ha corso la sua prima mezza maratona a 36 anni e, da allora, non ha più smesso. Dopo una laurea in filosofia e studi di etnologia, che la portano ad interessarsi all’islamismo nei Balcani, si iscrive a “l’Ecole Supérieure de Journalisme“ a Parigi. Entra in questo universo, come assistente al quotidiano “Libération“, si forma a “l’Express“ e diventa reporter TV. Dal 1995, naviga su Internet, diventa un editore multimediale e dirige i primi “city guides“ on line. «Ho raggiunto il mio obbiettivo professionale: giornalista, la mia vocazione dall’età di 8 anni … Non ho rimpianti, ma il riconoscimento legato al mio stato sociale non mi basta più. Ho voglia di avventure, di esplorare l’incognito, di provare nuove sensazioni, di aprire un varco, di affermarmi»scrive, nel 2010, nel suo libro “Courir de plaisir“ (Correre per il piacere).

Così, la corsa podistica mette in luce la sua seconda vita. Ci prende gusto, aumenta le distanze, scopre le sue capacità di resistenza, fa degli incontri affascinanti e corre le gare più belle : le Marathon des Sables nel 2003 e nel 2005, le grand Raid International de Cro-Magnon, le défi de l’Oisans, le Marathon de Paris, la Grande Course des Templiers, Le Grand Raid de la Réunion, la Petite Trotte à Léon.
L’UTMB® le ha resistito qualche volta, prima di cederle, alla 5° iscrizione.

La sua storia avrebbe potuto fermarsi alla corsa a piedi. Ma le piste del trail (in inglese trail significa pista) le aprono le porte di altri universi: l’alta montagna ed una terza vita. Nel 2009, raggiunge il passo nord dell’Everest (7050 metri), in compagnia dell’alpinista Marc Batard. Nel maggio 2011, oltrepassa gli 8300 metri (senza ossigeno) ed ora, è appena tornata da un secondo tentativo, questa volta, dal versante nepalese. «Purtroppo, verso gli 8700 metri, quando ero nel “ressaut Hillary“, un colpo di vento mi ha fatto cadere a due riprese. Karma ha avuto paura. Così abbiamo deciso di scendere. Sono scoppiata a piangere, dimenticando che mi aveva probabilmente salvato la vita», scrive sul suo blog. Una quarta vita da inventare?

Cécile Bertin, l’atipica (FR)
Madre di famiglia, ha cominciato a correre solo qualche anno fa e questo ha sconvolto la sua vita! Fondatrice di www.courir-au-feminin.com e redattrice capo di “Running pour Elles“, trascorre la sua vita tra il lavoro, i suoi bambini e la corsa podistica. «Come ci si può definire quando, secondo le statistiche, si è a metà strada della propria vita ? Ho 41 anni e mezzo e 4 bambini. Per il maggiore, faccio la migliore torta al cioccolato con glassa. Per mia figlia, penso che ciò che ama di più di me, sia il mio dressing. Per il terzo, sono quella che corre con i pinguini e che gli fa ripassare la geografia solo per cercare di vedere per dove poter ancora partire. E per il più piccolo, sono quella che gli da i bacini di nascosto, perchè non vuole farsi vedere dai compagni di scuola. Per mio marito, non so. Sono quella che gli ha fatto venire i primi capelli bianchi e che, giorno dopo giorno, continua a “tingergli“ le tempie sale e pepe come George Clooney.

Per mia madre, sono un mistero, penso. Si chiede sempre cosa ha sbagliato nella mia educazione, per avere una figlia maggiore così fuori di testa. Per mia sorella, sono quella che la libera dai sensi di colpa, fuma per me, beve per me, compensa ed è solidale con la mia vita di asceta ! Per mio fratello, sono quella che gli ha appena regalato un nuovo paio di scarpe da jogging, per la sua nuova vita di corridore podistico e che, un giorno, sarà al suo fianco per la sua prima maratona. Questo è tutto per quanto riguarda la mia vita privata ! Professionalmente, ho un percorso atipico che, in realtà, ho vissuto in funzione delle mie scarpe da jogging e del mio cuore. Ho studiato storia, con un passaggio nell’industria farmaceutica e alla Lega contro il Tumore, per capire – infine – che ciò che amo di più è comunicare con gli altri.

Ma la mia priorità assoluta sono i miei figli ed è durante il mio ultimo congedo maternità che è cambiato tutto. Io, esonerata dai corsi di ginnastica al liceo… ho cominciato a correre seriamente solo 5 anni fa. Dopo un 4° bebè, mi ci è voluto un pò di tempo (primavera 2006), per decidermi a correre la mia prima maratona … La Rochelle, novembre dello stesso anno. Ce la faccio e soprattutto inizio una nuova vita. Tutto si sussegue velocemente senza che me ne renda conto veramente … 35 maratone, di cui 7, su 7 continenti, in 80 giorni ; sono stata la prima francese a correre la maratona dell’Antartico, 2 Millau, qualche ultra, tra cui le Marathon des Sables nel 2011 e 2012, senza dimenticare la Transahariana e l’ultra della 6000D … più niente e nessuno mi ferma … Ah si, l’UTMB® mi resiste !!! La prima volta, non è stata colpa mia, è stato il cielo che era contro di me ; l’anno scorso, sono stata io a rinunciare. Ma sono sicura che, un giorno, ci riuscirò !».

Info: www.ultratrailmb.com

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