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27 Settembre 2017

Ambiente e Territorio · Cultura · Eventi Enogastronomici · Prodotti Tipici · Val di Fiemme

L’abete rosso della Val di Fiemme produce un miele pregiato, dal gusto armonico

Giuseppe Mich, apicoltore pasticcere Fior di Bosco.

Il diploma del premio “Grandi Mieli d’Italia – Tre gocce d’oro” troneggia fra gli scaffali pasticceria e cioccolateria di Predazzo “Fior di Bosco”, nota anche per i suoi mieli e le sue confetture di marmellata. Al più importante concorso nazionale di mieli, a Castel San Pietro Terme, lo scorso 17 settembre erano presenti 840 campioni provenienti da tutta Italia. Ma il titolare, Giuseppe March, non ne fa un vanto personale: è al settimo cielo perché le analisi organolettiche, eseguite per valutare il suo miele, aggiungono un tassello importante alla sua ricerca sui mieli di melata iniziata 7 anni fa.

La sua passione esplode 25 anni fa, quando si è inscritto all’Albo degli assaggiatore di mieli. “A quei tempi – precisa March –  non si sarebbe mai pensato di arrivare a distinguere una melata di abete rosso da una melata di abete bianco. L’Italia è veramente unica per le varietà che presenta, sia di millefiori, sia di uniflorali (allora se ne riconoscevano 20, oggi se ne contano almeno una decina in più)”.

Tredici anni fa, partecipando allo stesso concorso nazionale, March aveva ricevuto un premio con il miele millefiori “Fior di Bosco” che produce a Bellamonte. Quest’anno ha ritirato il premio per quel gustoso miele di melata di abete rosso che hanno prodotto le sue api, volando di ago in ago nei boschi di Molina di Fiemme e Stramentizzo.

Il tanto famoso e pregiato abete rosso della Val di Fiemme, che permette di creare casse armoniche di strumenti musicali a corde, mobili pregiati e pavimenti biocompatibili, ora si mette in luce nel campo agroalimentare, per aver favorito la produzione di un pregiato miele di melata.

Giuseppe March è impegnato nella ricerca sul miele di melata di abete rosso, meno conosciuta di quella di abete bianco, con un gruppo di assaggiatori e apicoltori trentini e bellunesi. Con un paziente lavoro, insieme sono riusciti a evidenziare le diverse caratteristiche organolettiche dei due tipi di mieli di melata. Tanto che, da un paio d’anni, al concorso Piana di Castel San Pietro Terme, si è scelto di presentarli in maniera distinta. Pur essendo entrambi pregiati e ricercati, i mieli di melata di abete rosso, prodotti soprattutto nel nord Italia, in Austria e in Slovenia, si distinguono essenzialmente per un aroma più armonico e maltato di quello dell’abete bianco che è più resinoso, con differenti sfumature anche nel colore e all’olfatto. In ogni caso, entrambi, si distinguono da mieli di nettare per il loro gusto pieno e complesso.
Partecipando fin dall’inizio a questa ricerca, e per ultimo a un simposio sulle melate che si è tenuto la scorsa primavera a Brunico, Giuseppe March oggi si dice fiero che sia stato riconosciuta un’altra qualità al famoso abete rosso della sua Val di Fiemme.

Da buon fiamazo che vive in mezzo a una delle foreste di abeti rossi più note e pregiate – confida –, l’idea di valorizzare questo miele è rimasto un chiodo fisso, perciò mi sembrava giusto mandarne un campione al concorso nazionale più importante. Il risultato finale mi ha dato ragione. Ho ottenuto le due gocce d’oro, un punteggio veramente alto”.

A suo parere la melata ha influenzato tutto il miele di Fiemme, ed è per questo che in valle non si produce un millefiori chiaro. A questo proposito, lancia un appello: “Mi interesserebbe ricevere tanti campioni dagli apicoltori locali per arrivare a definire con maggiore precisione il miele fiemmese, in base alle zone dove viene prodotto”.

 

IL MIELE DI MELATA È PIÙ NUTRITIVO E MENO DOLCE

La melata è una sostanza a zuccherina che si forma sugli alberi, principalmente conifere come l’abete rosso, il pino, ma anche su alberi come tiglio, quercia e acero. Questa sostanza è prodotta da piccoli insetti (principalmente afidi) che si nutrono di linfa e secernono la melata, una sostanza di scarto ricca di sostanze nutritive come zuccheri e sali minerali. Le api raccolgono la melata e la trasformano in miele, grazie agli enzimi.

Il miele di melata, dal sapore meno dolce rispetto al miele ricavato dal nettare dei fiori, è più adatto all’alimentazione di coloro che vogliono ridurre gli zuccheri. Infatti, il suo indice glicemico è più basso rispetto ad altri tipi di miele.

Come il miele di nettare ha qualità antibatteriche e lenitive per le vie respiratorie, adatto a calmare bronchiti e tracheiti, ma utile anche per il raffreddore o l’influenza. Al suo interno è possibile trovare polifenoli e altre antiossidanti.

Rispetto al miele di nettare, il miele di melata è ancora più ricco di sali minerali (ferro, fosforo, magnesio, manganese e potassio). Grazie alla presenza di olisaccaridi aiuta il fisiologico funzionamento dell’apparato gastrointestinale. Il suo colore è molto scuro. La consistenza è compatta e densa, anche se non cristallizza come il miele di nettare.

INFO: Val di Fiemme