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15 Novembre 2011

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IL PROGETTO DIDATTICO "ETTRA" Educazione ambientale

In barba ai tagli alla Cultura, continuano a esistere progetti capaci di istruire i ragazzi (e anche gli adulti) e di insegnare loro a conoscere e trattare bene la natura e il territorio. Il Parco del Po, insieme al Parco del Verdon, da un paio di anni segue Ettra, un programma italo francese per l’educazione all’ambiente.

E ora, che i lavori stanno per finire, è ora di tracciare un bilancio. Facciamo parlare prima di tutto i numeri: i giovani coinvolti sono circa 3 mila, e fanno parte di decine e decine di classi del Saluzzese. Sono circa 50 i progetti messi a punto e sviluppati per i ragazzi, e 30 per gli adulti.

Le attività, gli scambi educativi, le uscite e i progetto didattici di Ettra, nel dettaglio, sono stati illustrati mercoledì, nell’ex convento di San Giovanni a Saluzzo, in una giornata di lavoro a cui hanno partecipato, oltre agli operatori, agli insegnanti e agli alunni italiani, anche i delegati francesi, che hanno lavorato a Ettra sul loro territorio.

Tutti d’accordo con Renzo Ribetto, responsabile della Didattica per il Parco del Po, che ha affermato che “Da Ettra abbiamo imparato molto”. Prima di tutto, a non essere troppo campanilisti, poi a ascoltare. L’educazione all’ascolto è uno dei punti di forza del progetto: molti laboratori hanno guidato i ragazzi a cogliere i suoni e a interpretarli. È nato addirittura un personaggio, “le crieur”, l’urlatore, personificato da un operatore francese, Michel. Il suo compito è quello di raccogliere gli annunci, le richieste e le domande dei cittadini del territorio e di presentarle, “gridandole” in modo divertente, a tutta la popolazione. “Le crieur” è una figura giocosa, perché il gioco è un’altra parola importante, nella filosofia di Ettra, come ha sottolineato Erika Palazzo, referente operativo del progetto. Divertendosi, si impara.

Ma insomma, che cosa hanno fatto, in pratica, i ragazzi, in questi due anni?
Hanno partecipato a incontri formativi in classe: ad esempio, al “Tappeto Volante”. L’operatrice Elisabetta ha accompagnato gli alunni in un immaginario “volo” sul parco, e ha portato loro corna e pelli degli animali che lo abitano perché i ragazzi potessero toccarli.

Ma gli alunni sono anche usciti dalle classi per le escursioni e per le visite ai musei del parco, hanno giocato al silenzio nel bosco e, con le pietre che hanno raccolto, hanno fatto addirittura un piccolo concerto. Con l’operatore Marco hanno imparato a dare una forma alle loro emozioni, ascoltando i rumori della natura e la musica delle varie epoche e dipingendo, sempre nel bosco, lunghe lenzuola bianche. Per i ragazzi sono stati creati anche giochi di ruolo e giochi dell’oca, per aiutarli a esplorare e conoscere il suolo e i suoi segreti.

Per Ettra sono stati realizzati anche strumenti didattici molto particolari (che potranno continuare a essere utilizzati nelle scuole anche in futuro): sono i “bauli”. Veri e propri forzieri carichi di materiali e giochi. Quello sonoro contiene oggetti che “suonano” in maniera diversa, cubi che possono registrare e riprodurre suoni, oltre a schede da compilare. Il baule ambientale propone quiz e fornisce materiali sugli animali: i ragazzi devono imparare a distinguere i diversi tipi di ambiente e i loro abitanti. Il baule “Abitare il Verdon” è una specie di gioco delle costruzioni: gli alunni possono usare dei cubi di legno per “edificare” i paesi, cercando di rispettare la natura e la forma del territorio. Anche il baule geologico parla ai ragazzi attraverso il gioco, e propone escursioni, approfondimenti e una bibliografia.

E ai ragazzi questo progetto è piaciuto? Si sono divertiti? Hanno imparato? Sembra proprio di sì: gli alunni delle scuole di Moretta e di Barge, che sono stati nel Verdon per gli scambi culturali, hanno presentato alcuni video che raccontano la loro esperienza. Hanno scattato fotografie, pedalato a bordo delle biciclette, sulle rive dei fiumi, fatto trekking e parlato francese.
Se non è questa la vera “Europa dei popoli”

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