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5 Dicembre 2015

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Marco Confortola, di rumore e di silenzio

Marco Confortola… chi non lo conosce? Alpinista estremo classe 1971, nato a Bormio, in Valfurva, sposato.

Come potremmo definirlo? Perito meccanico, guida alpina, maestro di sci, tecnico di elisoccorso, formatore c/o Tec/Bosch e EducaAllenatore per il progetto “Allenarsi per il Futuro” in collaborazione con Randstad/Bosch.

Basta davvero solo questo a capere chi sia Marco Confortola?
Ho avuto il piacere e l’onore di intervistarlo due anni fa, a Finale for Nepal, un momento davvero intenso e magico che ho reiterato quest’anno. Ho conosciuto una persona affabile, semplice, l’alpinista della porta accanto… solo che la sua è a 8000 metri…

Alla sera ci siam fatti qualche birra, insieme alle altre guide e a qualche arrampicatore. Ho pensato che non bastasse quel momento per approfondire un rapporto e che, per quanto alla manifestazione avessero aderito 20.000 persone, non fossero comunque sufficienti rispetto all’importanza del personaggio. Credo che questa sia la sede per un ulteriore dibattito.

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Confortola

Da quando vai in montagna?
Vado in montagna da quando sono nato. Vivendo in Valfurva (alta Valtellina), i miei primi passi li ho fatti in montagna.

Come hai cominciato?
Ho iniziato con mio padre Alfonso e con gli amici del CAI Valfurva crescendo sempre più fino a diventare a 18 anni Asprirante Guida e a 20 Guida Alpina Internazionale. Sono stato per 5 anni la più giovane Guida Alpina d’Europa!

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Quali sono state le tue più grandi realizzazioni?
Ho realizzato tantissimi sogni sia nell’Alpinismo di casa sia in Himalaya e sullo Sci Estremo.
Tra gli obiettivi raggiunti vorrei ricordare i concatenamenti in giornata e in solitaria pareti Nord Pizzo Tresero – Pedranzini – Dosegu’ – San Matteo – Cadini e pareti nord Monte Ortler- Gran Zebru’ – monte Zebru’ – pizzo Tresero.

In Himalaya ho salito al momento 8 ottomila, una salita in particolare, quella del Cho-oyu 8201 m effettuata in velocità : Campo Base / Cima / Campo Base in giornata .

Nel 2008 ho collaborato con il CNR Ev-K2 per il posizionamento della stazione meteo al colle Sud a 8000 m (stazione meteo più alta al mondo). Nello stesso anno, il 1 agosto raggiungo la vetta del K2 .
Il successo del K2, si mischia all’amarezza della tragedia vissuta successivamente per la perdita di 11 Alpinisti, e con la seguente amputazione di tutte e dieci le dita dei piedi.
La tragedia, la racconterò successivamente nel mio primo libro “Giorni di Ghiaccio”.

Le mie più belle realizzazioni nello Sci Estremo sono la discesa della parete Nord del pizzo Tresero, parete Nord del San Matteo, parete Sud Monte Zebru’, parete Nord Monte Pasquale (quest’ultima Autunno 2015).
La vera opera d’arte sullo Sci Ripido l’ho effettuata con la realizzazione di uno dei miei sogni: discesa parete Nord Monte Ortler ( 3905 mt ).

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Qual’è stato l’ultimo progetto?
Il mio ultimo progetto Himalayano è stato il tentativo di vetta al Dhaulagiri (il mio nono ottomila). Purtroppo il catastrofico terremoto del 25 Aprile 2015 ci ha costretti alla rinuncia e ad abbandonare il CB per rientrare su Katmandù per cercare di dare un aiuto concreto alla popolazione.

Nello Sci Estremo, il mio ultimo progetto andato a buon fine, è stato la realizzazione della discesa Parete Nord Monte Pasquale (novembre 2015). Successo personale che mi ha visto nuovamente protagonista della discesa di una parete Nord, nonostante l’amputazione di tutte e dieci le dita dei piedi.

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Come passi la giornata tipica?
Le mie giornate sono prevalentemente dedicate al lavoro cerco sempre di godere di tutte le bellezze della montagna e spesso rubo del tempo al sonno per i miei allenamenti quotidiani .

Quanto e come ti alleni?
Svolgendo il lavoro di Guida Alpina e Maestro di Sci, sono sempre in movimento e per i miei allenamenti sfrutto la fortuna di vivere in un luogo magico come la Valfurva dove ho svariate possibilità per correre, fare sci alpinismo, sci nordico, sci da discesa.

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Chi è Marco l’alpinista?
Marco Alpinista è colui che si emoziona quando accompagna i suoi clienti, durante la sua attività di Guida Alpina, in cima ad una montagna. Alpinista che fa della sicurezza un suo punto di forza e sogna di realizzare tanti altri progetti in Himalaya e non solo.

Chi è Marco l’uomo?
Marco uomo, è vivace, molto sensibile e con un carattere e un fisico forte che la montagna ha forgiato negli anni.

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A cosa davvero non sai dire di no?
Non riesco a dire di no alle richieste che mi vengono fatte con il cuore dalla persona che amo e fatico a dire di no al richiamo della montagna.

Quale o quali saranno i prossimi progetti?
I miei prossimi progetti spazieranno da un nuovo tentativo di vetta Himalayano e a qualche altra discesa di Sci Estremo .

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Chi sono i tuoi compagni di cordata?
I compagni di cordata sono parecchi, a cima decisa, valuteremo con chi condividere la prossima fatica.
Non sono molti gli Alpinisti Himalaysti e non è detto che gli obiettivi di ognuno di noi siamo sempre gli stessi (spesso capita che le montagne che interessano siano già state scalate in stagioni e periodi differenti).

Sappiamo che sei impegnato anche nei progetti con i giovani: cosa puoi dirci al riguardo?
Il progetto che mi vede coinvolto particolarmente in questo momento è il progetto “Allenarsi per il futuro” ovvero l’alternanza scuola/lavoro in collaborazione con Bosch / Randstad che mi vede impegnato nel ruolo di EducAllenatore (Chi allena educa e chi educa allena, due ruoli che vengono normalmente associati o solo al mondo scolastico o solo a quello sportivo).
Il futuro del mondo è in mano ai giovani e quindi abbiamo il dovere di aiutarli nella loro crescita.

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Chi erano i tuoi punti di riferimento o i tuoi miti?
I miei miti sono: Krzysztof Wielicki e Jerzi Kukuczka e il grandissimo Walter Bonatti.

Cosa pensi dell’alpinismo di un tempo?
L’Alpinismo di un tempo ha un sapore e un fascino particolare legato alla ricerca di nuove salite con tanta fatica e dedizione. (Le grandi invernali degli anni 80 ad esempio).

E di quello attuale e futuro?
Dell’Alpinismo attuale penso che sia un Alpinismo in continua evoluzione sicuramente aiutato dall’esperienza dei nostri predecessori e aiutato dai nuovi materiali sempre più prestanti .
Il futuro sicuramente ci riserverà altre nuove realizzazioni nelle varie specialità della montagna.

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Hai mai pensato di morire in mntagna?
Non ho mai pensato di morire in montagna e anche durante il bivacco a 8400 m sul K2 ho sempre e solo pensato di tornare a casa e combattere come un guerriero per tenermi la vita.
Questo non vuol dire non avere paura, il sentimento della paura va ascoltato e coccolato per non perdetelo di vista!

Cosa diresti a un giovane che desidera iniziare a fare alpinismo?
Ai giovani che vogliono avvicinarsi all’Alpinismo direi che è una bellissima scelta di vita ma di non dimenticare che è una vita dura piena di sacrifici e rinunce e alla base di tutto questo ci dev’essere la passione e la sicurezza !

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Svelaci qualcosa che ancora non sappiamo di te
Ho una grandissima passione legata al mondo dei motori, (moto, auto, camion, escavatori, gatti ecc ecc ) , appena riesco mi dedico anche a questo affascinante mondo che mi ha regalato delle grandissime amicizie ( Marco Simoncelli, Roberto Locatelli, Guido D’amore ).

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Il silenzio della montagna alternato a quello del motore.

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Christian Roccati
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