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15 Marzo 2013

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PASQUA NEL PARCO D'ABRUZZO Liberi e selvaggi, dal 29 marzo al 1 aprile

Il parco più famoso d’Italia, nel cuore dell’Appennino più selvaggio, è un modello per la conservazione della natura e per la difesa dell’ambiente; affascina tutti coloro che lo visitano, ed è qui, tra le cime impervie, le fitte foreste di faggio e le bianche rocce calcaree, che trova ancora rifugio l’orso bruno marsicano, rara e preziosa perla della fauna italiana che vive indisturbato insieme a lupi, linci, camosci e aquile reali.

Per le prossime vacanze di Pasqua, la guida Daniela Boccassino, dell’Associazione Four Season, vi invita in un viaggio volto all’osservazione di particolarità naturalistiche diverse nel rigoglioso ambiente primaverile del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Percorrendo i sentieri del Parco assaporerete  il piacere di una vacanza a contatto con la natura per scoprire insieme la biodiversità e le sue diverse manifestazioni. Prati, boschi, laghi e torrenti vi attendono, magari anche per scorgere qualche simpatico abitante del parco.

Nel week-end escursionistico che andrà dal 29 al 1° aprile, cosa farete? Escursioni a piedi,  visite di borghi tipici, birdwatching
Sarà un viaggio di gruppo (min. 6, max. 15 partecipanti) sotto la  guida esperta  di Daniela, e saranno tre giorni speciali in cui
conoscerete l’autentica cultura appenninica, fatta di orsi, lupi e la più alta concentrazione di fauna in Italia, ma anche di borghi medievali perfettamente conservati.

Programma

1°giorno: La Val Canneto fino ai Tre Confini
La Val Canneto è la valle più bella, più verde e più boscosa del versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed è famosa per il Santuario della Madonna di Canneto. Itinerario, tra cascate, limpidi fiumi e boschi ombrosi.
Dislivello: 460 m – Durata: 5/6 ore – Lunghezza: 10 km

2°giorno: La Valle dell’Aruccia
Dopo colazione, partenza per un’escursione che  porterà verso la Valle dell’Aruccia, dove il bosco improvvisamente si apre per lasciare spazio a una piccola radura circondata dalle acque limpide e impetuose del Rio Torto. Tipologia percorso: andata e ritorno. Al termine dell’escursione, dopo un brindisi augurale, rientro verso i luoghi di provenienza.
Dislivello: 200m – Lunghezza: 10km – Durata: 3.30 ore

3°giorno: Da Civitella alla Camosciara
Un avventuroso percorso tra torrenti, cascate, rapide e guadi, per  godere del più bell’anfiteatro naturale dell’Appennino, quello della Camosciara. Cuore indiscusso del Parco, riserva integrale e rifugio di molte specie rare e minacciate, offre agli escursionisti innumerevoli e meravigliosi scorci e vedute in grado da far perdere il fiato anche ai “turisti” più distratti.
Dislivello: 450m – Lunghezza: 10km – Durata: 6 ore

4°giorno: La Val Fondillo fino alla Grotta delle Fate
La Val Fondillo, ampia, dolce e verdeggiante, ricorda quasi gli ambienti Alpini. Un Luogo incantevole dove camminare e scoprire i segreti del parco. Tra ampie radure, boschi secolari, torrenti dalle acque limpidissime e fresche sorgenti, inoltro fino a raggiungere la misteriosa e suggestiva Grotta delle Fate. Note: parcheggio custodito a pagamento (2,00 euro).
Dislivello: 350m – Lunghezza: 10km – Durata: 5 ore

I consigli della Guida:
Cosa portare: scarponi da trekking alti, giacca a vento antipioggia, abbigliamento comodo, cappello, occhiali da sole, crema solare protettiva, borraccia, zaino da 30/40 litri, binocolo, macchina fotografica

Curiosità:
Per molti secoli nei territori del Centro-sud Italia, milioni di animali, prevalentemente ovini, venivano spostati stagionalmente dalle regioni montuose ai pascoli della pianura e viceversa. Questi spostamenti, noti come transumanza, avvenivano lungo antiche vie erbose conosciute come tratturi. Gli orsi e i lupi attendevano talvolta il passaggio delle pecore e poteva capitare che ne prendessero qualcuna. Però, a differenza dei lupi, gli orsi non erano in genere odiati dai pastori che non li consideravano dei predatori sanguinari.

Secondo la “Statistica del Regno di Napoli”, si otteneva un rilevante guadagno vendendo i cuccioli d’orso. Soprattutto nel versante laziale del Parco gli orsacchiotti, catturati uccidendo la madre, venivano addomesticati e addestrati per esibirsi in spettacoli che i girovaghi portavano nelle strade e nelle piazze di tutta Europa. Da queste montagne, già dalla fine del ‘700, partivano per le loro tournée, soprattutto dai paesi di Picinisco e S.Biagio Saracinisco, fino a trenta compagnie di conduttori di orsi. Ogni orso rendeva ai proprietari da 15 a 20 ducati l’anno. Un orso adulto bene addestrato si vendeva anche a 100 ducati.

Ulteriori informazioni: www.viagginaturaecultura.it

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