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8 Giugno 2015

in evidenza · action · Age d'Or de l'Alpinisme - 150° anniversario dell'alpinismo moderno · Alpinismo e Spedizioni · Arnaud Clavel · Beppe Villa · cervino · Courmayeur · Davide Capozzi · Edmond Joyeusaz · Francesco Civra Dano · Hervé Barmasse · Luca Rolli · Monte Bianco · Passione Verticale · Renzino Cosson

PASSIONE VERTICALE celebra "L'Age d'Or de l'Alpinisme". Courmayeur (AO), 29 luglio 2015

Hervé Barmasse. Foto: Lanzeri

Hervé Barmasse. Foto: Lanzeri

“L’AGE D’OR DE L’ALPINISME – 150° ANNIVERSARIO DELL’ALPINISMO MODERNO”. VIAGGIO ALL’ORIGINE DELLA “PASSIONE VERTICALE”, A COURMAYEUR IL 29 LUGLIO

Il Monte Bianco e i protagonisti de l’Age d’Or dell’alpinismo saranno al centro
della rassegna estiva di Courmayeur “Passione Verticale”.

“Questo è un anno importante per l’alpinismo e per le guide: ricorrono i 150 anni dell’ascesa del Cervino, ma anche i 150 della prima ascesa dello Sperone della Brenva, sul Monte Bianco, ad opera di Adolphus Moore. E come dimenticare i 50 anni dalla grande impresa di Bonatti sulla parete nord del Cervino?” Beppe Villa, alpinista di grande esperienza, un passato nel CAAI e un presente come Guida Alpina di Courmayeur, racconta l’atmosfera che circonda la rassegna Passione Verticale e le celebrazioni per l’Age d’Or, tra cui l’ascesa al Cervino che inaugurò l’epoca dei pionieri dell’alpinismo.

“Ho grande stima e rispetto per i nostri predecessori, i primi alpinisti, che affrontavano le pareti addirittura senza ramponi! Oggi sono cambiate molte cose, abbiamo attrezzature, conoscenze e una cultura della sicurezza impensabili 150 anni fa, ma una cosa è rimasta inalterata: la curiosità, la voglia di andare sempre oltre, esplorare nuove frontiere. Uno spirito che noi guide portiamo avanti, a Courmayeur, prefiggendoci nuovi obiettivi”.

L’alpinismo ha un passato glorioso, un presente ricco di sfide e soprattutto un futuro: fino a quando esisteranno le montagne, non mancherà la “Passione Verticale”. E’ questo il titolo della rassegna che porta a Courmayeur i migliori alpinisti, campioni di climbing, funamboli dell’arrampicata e sciatori estremi.

Tra gli ospiti di questa edizione, le guide alpine di Courmayeur, come Edmond Joyeusaz, Renzino Cosson, Arnaud Clavel, Francesco Civra Dano e Luca Rolli, o lo snowboarder di Courmayeur Davide Capozzi, protagonisti di molte imprese.

Ad aprire il ciclo di appuntamenti, il 29 luglio, sarà un alpinista e guida alpina di Cervinia che rappresenta il futuro della specialità: Hervé Barmasse. Spetterà a lui, anche per motivi geografici – la sua storia personale è legata a doppio filo alla “montagna di casa”, il Cervino – ad introdurre il tema speciale di questa edizione: l’Age d’or de l’Alpinisme – 150° anniversario dell’Alpinismo moderno.

Edmond Joyeusaz. Foto Lanzeri

Edmond Joyeusaz. Foto Lanzeri

UN PO’ DI STORIA

14 luglio 1865: Edward Whymper guidò un gruppo di alpinisti fino alla vetta del Cervino, una cima fino ad allora inviolata. Nell’immaginario collettivo, questa data segnò il culmine dell’Age d’Or: l’epoca dei pionieri dell’alpinismo. Quella storica ascesa simboleggia tutte le grandi scalate dell’epoca, comprese le tante imprese che hanno coinvolto il Monte Bianco, come quelle sulla Brenva e Les Grandes Jorasses. Ecco perché anche a Courmayeur – culla dell’alpinismo – è tempo di celebrare, ricordando con riconoscenza gli esploratori delle montagne. Tra loro c’erano anche le prime guide: uomini nati e cresciuti ai piedi delle montagne più alte d’Europa, e diventati in “guide à mulet” per accompagnare i viaggiatori verso le estreme vette dei 4000. I loro eredi sono le Guide Alpine di Courmayeur, che proseguono un’avventura iniziata molto tempo fa.

A Courmayeur lo sviluppo del turismo di montagna deve molto all’epopea dell’Alpinismo, che dall’età vittoriana ad oggi si affermò progressivamente come un fenomeno di costume. Se il Cervino, fino alla sua conquista, rappresentò un simbolo, la meta per antonomasia, apparentemente irraggiungibile, il Monte Bianco fu altrettanto importante, perché fece da potente catalizzatore per le ambizioni dei primi scalatori. Qui sono stati piantati i primi semi dell’alpinismo: prima di essere battezzata con il nome attuale, la vetta più alta d’Europa era nota come il Mont Maudit, il “Monte Maledetto”, inavvicinabile, misterioso e remoto. Conquistata nel 1786, con l’ascesa di Michel Paccard e Jacques Balmat, la vetta diventò rapidamente una meta agognata per tutti gli appassionati di montagna: un secolo dopo vennero fondate le prime Società delle Guide, a Chamonix e subito dopo a Courmayeur, era il 1852. Il Monte Bianco divenne una meta ambita, soprattutto grazie ad Albert Smith, medico e giornalista inglese che raggiunse la cima del Bianco nel 1851, e al suo ritorno a Londra, intuendo il grande potenziale della nascente epica dell’alpinismo, pubblicò un resoconto e realizzò un diorama di grande successo, The Ascent of Mont Blanc, uno spettacolo itinerante che portò in tour per anni in tutto il paese. La Mont Blanc Mania dilagò fra il pubblico, e le spedizioni si moltiplicarono. Il fascino dell’alpinismo conquistò tutti, compreso Edward Whimper, il futuro conquistatore del Cervino. E il resto è Storia.

Francesco Civra Dano. Foto Lanzeri

Francesco Civra Dano. Foto Lanzeri

 

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