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27 Gennaio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

16 anni fa, la scomparsa di Jean-Christophe Lafaille al Makalu

Ultimo scatto di Jean-Christophe Lafaille al Makalu, a circa 7000 metri, gennaio 2006. Crediti: DR. Fonte: Montagnes Magazine

Fu il miglior alpinista francese della sua generazione e uno dei migliori al mondo

Il 27 gennaio 2006 Jean-Christophe Lafaille perdeva la vita  al Makalu (8.485 metri) durante un tentativo in solitaria.

L’alpinista e guida alpina francese, classe 1965,  famoso per le molte salite impegnative sulle Alpi e in Himalaya, scalò undici dei quattordici ottomila, molti dei quali attraverso nuove vie.

Nel 2006 il suo obiettivo era completare la prima salita invernale del Makalu in solitaria. Con lui, al campo base,  solo un cuoco e i suoi due aiutanti, tutti nepalesi. Dopo un primo periodo di bel tempo che gli permise di acclimatarsi, Jean-Christophe rimase bloccato al campo base a causa delle avverse condizioni meteo e dei forti venti e per dieci giorni si isolò nella sua tenda.

Finalmente, arrivò la finestra di bel tempo. Il suo meteorologo, Yan Giezendanner, da Chamonix gli diede il via libera per un tentativo il 27 gennaio. Il 26, Jean-Christophe salì al Campo IV, a 7.600 metri di altitudine. Effettuò un’ultima telefonata a sua moglie Katia la mattina dopo e poi, silenzio radio.

Nel 1992 all’Annapurna, la sua prima volta in Himalaya, Lafaille era già sopravvissuto a una discesa apocalittica. Dopo l’incidente mortale di Pierre Béghin, suo compagno di cordata, aveva vagato da solo, senza attrezzatura, assetato e con un braccio rotto, per cinque giorni sulla gigantesca parete sud. Ma se la cavò e dimostrò la sua resistenza nei momenti più difficili.

Al Makalu le cose andarono diversamente. Le ricerche effettuate con l’elicottero non consentirono di individuarlo. Jean-Christophe Lafaille scomparve il 27 gennaio 2006, vicino alla vetta della quinta montagna più alta del mondo, la cui prima invernale fu completata tre anni dopo (9 febbraio 2009), da Simone Moro e Denis Urubko.

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