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23 Dicembre 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Ambiente e Territorio · Resto del Mondo

Al via una grande campagna per ripulire l’Everest dai rifiuti

Uno sherpa nepalese raccoglie rifiuti abbandonati a 8000 metri sull’Everest, 2010. Foto: AFP Namgyal Sherpa

L’iniziativa, nata in Spagna, vede i coinvolgimento del governo nepalese e ha già mobilitato alpinisti come Kilian Jornet, Simone Moro, Tamara Lunger e Alex Txikon, oltre a professionisti di diversi settori. Aspirano a ripulire l’Everest in cinque fasi, per poi proseguire su altre montagne

Per arrivare alle origini di questa iniziativa dobbiamo tornare indietro di quasi 20 anni, al 2003, quando lo scalatore e alpinista Fernando Peralta scalò il Cho Oyu e, al suo ritorno, più che la soddisfazione per la vetta, ciò che portò con sé fu una grande preoccupazione per lo stato in cui trovò le montagne, con una grande quantità di rifiuti che di solito non appaiono nelle fotografie.

“Tende rotte, bombole di ossigeno vuote, attrezzature abbandonate… è deplorevole”, racconta Fernando, “e lo è ancora di più se si considera che i responsabili di tutto questo sono le stesse persone che vanno a scalare le montagne. Sfruttiamo l’ambiente in modo egoistico, solo per raggiungere una vetta, e non ci preoccupiamo di ciò che lasciamo dietro di noi”.

Il senso di preoccupazione per lo stato delle montagne colpì l’amico Frédéric Kauffmann. La situazione, peggiorò con il passare degli anni e con l’inarrestabile e incontrollato boom del turismo di montagna (con record assurdi come quello di 576 persone in vetta all’Everest in soli due giorni).

Un giorno, nell’inverno del 2018, Fernando si trovava in Patagonia quando ricevette una telefonata da Frédéric che gli disse di aver trovato  la soluzione. È nato così The NeverRest Project, a cui è stato dato questo nome, spiega Fernando, “poichè l’Everest è una montagna che non riposa mai, la stiamo tormentando in ogni momento e la riempiamo di rifiuti”. L’obiettivo è ripulirlo, farlo riposare”.

Frédéric Kauffmann, fondatore e CEO della società Progetto NeverRest (società di ingegneria e tecnologia ambientale impegnata nella progettazione di un sistema di azioni sostenibili e di un’economia circolare autosufficiente finalizzata alla tutela e alla gestione dell’ambiente, per raggiungere un migliore equilibrio tra turismo ed ecosistema), ha fatto leva sui suoi numerosi contatti: “L’indignazione che ho provato per i rifiuti e l’inquinamento che stiamo lasciando sulle montagne, che non si possono eliminare con qualche like sui social network, mi ha portato a creare un team con i migliori talenti in diverse discipline, dalla biologia, all’ingegneria, alla creatività…”.

 

Il sogno sta iniziando a diventare realtà grazie al supporto della società tecnologica HyperloopTT, con la quale The NeverRest Project ha firmato un accordo per il 2021; come spiega il suo amministratore delegato, Andrés de León: “Per noi sostenere questo tipo di iniziative è importante perché ci crediamo, è un dovere”.

Il progetto mira ad intervenire globalmente nelle montagne, ma si è voluto iniziare dalla più grande e simbolica delle vette, l’Everest, che attualmente – anche se non si conoscono le cifre esatte – si stima abbia circa 50 tonnellate di rifiuti, più di 15.000 tonnellate di rifiuti organici e circa 200 corpi di alpinisti rimasti sui suoi pendii.

L’iniziativa gode del sostegno de governo nepalese, che è ben consapevole dell’enorme problema che affligge le proprie montagne. Dhananjay Regmi, direttore del Nepal Tourism Board, spiega “La gestione dei rifiuti è un grosso problema, soprattutto nelle aree remote, dove non abbiamo i mezzi per ripulire. Dobbiamo trovare una soluzione permanente e sostenibile.

Kilian Jornet, Simone Moro, Tamara Lunger, Alex Txikon, ambasciatori del progetto

Il progetto ha ricevuto il sostegno di grandi personalità del mondo dell’alpinismo, che non hanno esitato a prestare il loro nome e la loro immagine come ambasciatori di un obiettivo che condividono pienamente. “Let’s do it togehter” (“facciamolo insieme”) esortano nel video promozionale perché, come dice la campagna, questo è il lavoro di tutti. Dare visibilità e coinvolgere la comunità alpinistica internazionale è un passo fondamentale per la sua realizzazione.

Fasi del progetto

La realizzazione del progetto è prevista in 5 fasi:

– Misurazione dell’impatto ambientale sul Monte Everest, effettuando un’indagine sul campo e catalogando il volume dei rifiuti accumulati.
– Progettazione di un Campo Base sostenibile, con un sistema igienico-sanitario che consenta una gestione più efficiente dei rifiuti.
– Valutare l’impatto ambientale e sensibilizzare sull’importanza del rispetto dell’ambiente, coinvolgendo gli stessi alpinisti e trekker.
– Rafforzare il ruolo degli specialisti locali, in collaborazione con il governo del Nepal, attraverso programmi di educazione, sensibilizzazione e formazione alla gestione ambientale, tra le altre iniziative.
– Pulizia del Monte Everest. Un team interdisciplinare di specialisti locali e internazionali realizzerà un progetto completo di bonifica del Monte Everest in territorio nepalese.

Il team interdisciplinare del Progetto NeverRest, oltre a quelli già citati, comprende membri come la biologa María Urieta, il geografo Alton C. Byers, la guida alpina e scrittrice nepalese Lakpa Nuru Sherpa, la direttrice di Himalayan Database Billi Bierling, l’ingegnere Guillermo de León, la giornalista e scrittrice Xiana Siccardi, la consulente finanziaria Luz Parrondo, il coordinatore nepalese Pramesh Shrestha e il coordinatore internazionale Albert Costa, e altri.

I Rifiuti in cifre

Rifiuti sull’Everest, 2019. Fonte: THT

Il Sagarmatha Pollution Control Committee, l’ONG incaricata dal governo nepalese di monitorare i rifiuti e di gestire dal punto di vista ambientale il Parco Nazionale del Sagarmatha, situato nella regione dell’Everest, ha dichiarato nel suo rapporto annuale di aver rimosso, tra il 2019 e il 2020, circa 7,5 tonnellate di rifiuti delle spedizioni nell’area del Khumbu e più di 165 tonnellate di rifiuti da Namche, Lukla e dintorni.

Nell’estate del 2022,  la campagna di pulizia delle montagne condotta dall’esercito nepalese ha rimosso un totale di 33.877 chili di rifiuti dalle pendici dell’Everest, del Lhotse, del Manaslu e del Kangchenjunga, dove sono stati recuperati anche due corpi.

Secondo l’IUCN World Heritage, il dipartimento del patrimonio mondiale dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, tra il 2014 e il 2016 il livello medio di visite annuali alla regione dell’Everest è stato di 30.000 persone, mentre tra il 2018 e il 2019 la cifra è salita a 57.000, il che significa che il turismo è quasi raddoppiato in soli tre anni.

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