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1 Ottobre 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Andrea Lanfri in partenza per l’Himalaya, verso Punta Hiunchuli (7.246 metri)

Andrea Lanfri in montagna. Foto arch. A. Lanfri

L’ex atleta paralimpico, amputato agli arti inferiori e superiori,  tenterà il Settimila, per prepararsi alla sfida del prossimo anno: l’Everest

Andrea Lanfri, appassionato da sempre di montagna ed ex velocista della nazionale italiana  paralimpica, dopo aver portato a termine con successo l’idea “From Summit to the Ocean” (scalata del Monte Rosa e cammino di Santiago in bicicletta nel giro di poco meno di due settimane), è pronto per partire alla volta del Nepal per un nuovo progetto: “Face to Face with Everest – Attacco al Nepal”. Lanfri partirà per Kathmandu il 4 ottobre. Il suo obiettivo è  la scalata di Punta Hiunchuli (7.246 metri).

Un mese all’avventura, con lo sguardo sempre puntato verso il progetto “Everest 2020”

«Per trenta giorni – racconta Lanfri – vivremo solo ed esclusivamente in tenda, affrontando temperature minime tra i -30 gradi e i -35 gradi. Nessun italiano con amputazioni sia agli arti superiori che agli arti inferiori ha mai tentato una scalata sopra i 7000 metri, sarò il primo a raggiungere questo obiettivo. Anche per me è un territorio inesplorato, un test di grandissimo valore in vista dell’Everest». Punta Hiunchuli è una vetta dal sapore particolare, perchè quando arriverà in cima Lanfri si troverà nelle stesse condizioni che dovrà poi affrontare nella scalata all’Everest. Un’occasione più che unica per toccare con mano cosa lo attende l’anno prossimo. La scalata della Punta Hiunchuli rappresenta infatti uno snodo cruciale all’interno del progetto “Everest 2020” sotto tanti punti di vista. Dopo mesi e mesi di allenamento, tra palestra, chilometri macinati in bicicletta e diverse escursioni con scalate in tutta Italia, questa sfida in Nepal è un vero e proprio esame di laurea in alpinismo per Andrea.

Durante il viaggio e tutta questa affascinante avventura, Andrea sarà accompagnato dalla guida alpina Luca Montanari, specializzato in scalate sia oltre i 7000 che oltre gli 8000 metri, vantando nel suo curriculum la bandiera piantata in vetta al Cho Oyu (8201 mt) in Tibet nel settembre 2014. Luca ha subito sposato l’idea di Andrea e insieme i due hanno scelto la Punta Hiunchuli come test in vista dell’Everest, virando verso una montagna poco battuta dalle rotte “turistiche”.

Punta Hiunchuli (7246 m)

E’ l’ultima cima della catena nepalese del Dhaulaghiri. La logistica per arrivare al campo base, piuttosto complessa, dato che la montagna si trova nel Dolpo, regione remota del Nepal, rende difficile l’accesso rispetto ad altre vette dell’Himalaya. Lungo i pendii, così come in cima, la vista è superba, in direzione del Tibet a nord e sulla catena del Dhaulaghiri a est. Una bellissima vetta lontana dalla folla che racchiude tutte le condizioni per scalare. Una spedizione dal gusto esplorativo.

Il Programma

Andrea lascerà l’Italia il 4 ottobre per arrivare a Kathmandu il giorno seguente. Da lì partirà, attrezzatura in spalla, in cammino per una decina di giorni per arrivare ai piedi della Punta Hiunchuli. Dal 15 al 29 ottobre i partecipanti alla spedizione avranno quindici giorni di tempo per gestire le fasi di acclimatamento, salita alla cima e discesa a valle. Due settimane intense dove Lanfri si troverà ad affrontare condizioni impegnative per mettere alla prova se stesso e le sue protesi, sempre con la consueta grinta e voglia di superare ogni ostacolo. «Durante la scalata – spiega Andrea – sperimenterò varie tipologie di protesi per valutare la loro efficacia in vista dell’Everest. Grazie agli sherpa che ci accompagneranno, non dovrò trasportare da solo tutta l’attrezzature. Per me questo è un grande vantaggio, mi concede l’opportunità di viaggiare con più protesi senza dover scalare con troppo peso sulle spalle. La mia unica paura è quella di non trovare condizioni meteo favorevoli, per il resto non credo di affrontare rischi eccessivi. Quando mi metto in testa qualcosa è perchè so che non sto facendo il passo più lungo della gamba e so di avere tutti i mezzi per portare a termine quello che ho in mente».

Il ritorno in Italia della spedizione è fissato per il 6 novembre.

Andrea Lanfri

Nato a Lucca il 26 novembre nel 1986, all’età di 29 anni, è vittima di una grave malattia. Nel gennaio 2015 viene colpito da meningite con sepsi meningococcica. Perde entrambe le gambe e sette dita della mano.

Nel 2016 inizia a correre con un paio di protesi in fibra di carbonio, acquistate grazie ad una campagna di crowdfunding online, diventando così il prima atleta uomo italiano della storia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori sotto i 12 secondi nei 100 metri piani. Nel 2017 ritorna ad arrampicare su roccia, sport praticato prima della malattia.