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23 Novembre 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Attrezzata dai francesi una nuova via di accesso all’Everest!

Nuovo accesso all’Everest attrezzato dal team francese di Barc Batard. Foto: Yorick Vion

Marc Batard: “Una via ideale e più sicura per l’Everest”

Domenica 21 novembre, alla vigilia del 70° compleanno di Marc Batard, la squadra del famoso alpinista francese  ha terminato di attrezzare una via di 700 metri che aggira la pericolosissima cascata di ghiaccio Khumbu, sulla via normale nepalese per l’Everest (8.848 m). Secondo Batard è  l’alternativa più sicura per accedere alla cresta occidentale del “Tetto del Mondo”.

È come se, per salire in cima al Monte Bianco, si fosse trovata una via che evita la caduta massi del couloir del Goûter .

La nuova via attraversa le pendici del Nuptse fino a una vetta senza nome che culmina a 5880 m, battezzata per l’occasione Sundare Peak, in omaggio a Sundare Sherpa. Quest’ultimo, morto nel 1989, diede l’idea a Batard di tentare l’Everest in meno di 24 ore. Impresa che il francese completò in solitaria e senza ossigeno supplementare nel 1988 in 22 h 29 min dopo aver scalato con successo il Dhaulagiri in inverno, in due giorni.
Il percorso  segue poi una cresta innevata oltre 400 metri di dislivello che arriva direttamente nella valle occidentale, permettendo così di raggiungere il Campo II (6450 m) evitando la roulette russa delle cascate di ghiaccio, tra crepacci da attrezzare e seracchi.

Per intraprendere questa nuova via, il campo base è stato  allestito da Batard a 5.150 metri di quota, in un’area  chiamata Gorak Shep.

Nuovo accesso all’Everest attrezzato dal team francese di Barc Batard. Foto: Yorick Vion

Batard, ideatore del progetto, si è complimentato con la sua squadra composta da giovani aspiranti guide, Yorick Vion e Lucien Boucanssaud, dagli alpinisti Jean-Marc Demoz e Vincent Gouyet e da suo figlio Alan. “Sono stati fantastici, sono stati loro a fare tutto il lavoro”.

Nel progetto era stato coinvolto anche Sajid Ali Sadpara, il figlio del defunto Muhammad Ali Sadpara morto al K2 lo scorso inverno, ma è stato evacuato all’ospedale di Kathmandu la scorsa settimana per problemi di salute.

La prossima primavera, Batard tenterà la vetta dell’Everest senza l’ausilio di ossigeno supplementare. In caso di successo, diverrà l’alpinista più longevo ad aver compiuto tale impresa.

Sadji Ali Sadpara (figlio Muhammad Ali Sadpara), Marc Batard, Alan (figlio di Marc Batard), Lopsang (figlio di Pasang Nuru Sherpa) a Kathmandu. Foto arch. Marc Batard