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24 Giugno 2022

Climbing · Ice Climbing · Vertical · Ambiente e Territorio · Cultura

Calcagno e lo Stile Alpino: Chi era davvero?

Care amiche e amici, non sono trascorsi molti giorni dalla conclusione del periodo di esposizione della mostra “Salendo dal Mare” relativa al grande alpinista ed esploratore ligure Gianni Calcagno e  la stessa è già stata spostata e continua il suo cammino itinerante in giro per la Penisola.

Chi volesse seguirne le evoluzioni e quindi poterne fruire, può trovare informazioni nella relativa pagina Facebook o nel profilo Instagram

Sono rimasto molto colpito da questo evento, anche se conosco molto bene la figura immensa di Calcagno. Per questo ho deciso di soffermarmi ancora un poco sull’argomento intervistando la figlia Camilla, la mente dietro al progetto. Come sempre vorrei avvicinarmi di più alla persona, che spesso perde di contorni, sfumata per via della luce che la leggenda emana.

Tutti noi conosciamo l’enorme valore di Calcagno l’alpinista ed esploratore. Io mi chiedo: chi era per te? Chi era Gianni l’uomo di tutti i giorni?
Devo dire che da bambina non mi rendevo conto di avere un padre “sui generis”. E’ sempre stato una persona modesta e non si è mai vantato della sua attività, per me era normale la vita che faceva e anche le sue assenze, era così e non mi sono mai chiesta il perché. In fin dei conti tutto il nostro mondo girava intorno alla montagna da sempre e quella era chiaramente la sua vocazione e scelta di vita. Dopo l’incidente in Alaska la percezione di quello che mi era sembrato normale, d’un tratto cambiò, tanti sentimenti contrastanti si fecero strada.
A distanza di tanti anni posso dire che ho avuto un padre che mi ha lasciato “grandi pieni e grandi vuoti”.

Che simbolo vorresti che fosse per le nuove generazioni che sono cresciute in un contesto e in un’epoca completamente diversi?
Direi sicuramente che sia stato un simbolo e un esempio di tenacia, forza, costanza, nel raggiungere i propri obiettivi, in fin dei conti è stato sempre un “dilettante dell’alpinismo”, non ne ha mai voluto infatti fare una professione. Ora che sto portando in giro per l’Italia una mostra fotografica con una super selezione dei suoi scatti, a distanza di 30 anni dalla sua morte ho piacevolmente riscoperto quante persone, adulte, anziane e anche moltissimi giovani dimostrano stima, lo chiamano ad esempio come sprone a esprimere la forza nascosta in ognuno di noi e apprezzano il mio lavoro.
Il suo contributo al mondo dell’alpinismo solo in questo modo non andrà perduto.

Cosa, ancora oggi, non si sa di Calcagno?
Tanti non sanno che il suo primo hobby fu la scoperta del mare nelle sue profondità, non immaginano quanto poco dormisse per ritagliarsi il tempo, oltre il lavoro, di andare in montagna, scrivere libri, costruire audiovisivi e film, e chissà quante cose non so nemmeno io…

Se non fosse “caduto durante la lotta”, quali altri progetti pensi che avrebbe tentato? Aveva mai parlato del futuro? Cosa aveva in mente?
Chi lo sa… mia madre diceva che meditava dopo la pensione, che sarebbe arrivata presto, di cambiare la sua vita un po’ come aveva fatto Bonatti diventando reporter di Epoca, ma non so dirvi… a casa purtroppo parlava poco.

Come spiegheresti lo stile alpino al giorno d’oggi?
In un’epoca in cui i lunghi periodi di permanenza in montagna, sia sulle Alpi che in spedizioni extraeuropee erano il “must”, Gianni e Lino (suo fratello gemello), in seguito con Guido Machetto e altri compagni, hanno provato a tutto il mondo alpinistico che si potevano portare a termine grandi imprese in poco tempo e con scarse risorse economiche.
La filosofia “mordi e fuggi” e quella del “commando” furono sviluppate prima sulle Alpi e poi su montagne di tutto il mondo, dall’Hindukush, alle Ande e all’Himalaya con risultati eccezionali.

La mostra continua itinerante. A Settembre si sposterà ancora. Cosa dobbiamo e possiamo aspettarci da questo evento? Perché non è possibile perderlo?
La mostra è un sunto della vita di mio padre, le circa 260 fotografie scelte tra un archivio di oltre 17.000 rappresentano innanzitutto la documentazione di un’esistenza dedicata alla montagna e all’esplorazione. Immagini di cime che perforano il cielo, di scalate, di pareti vertiginose, di ghiaccio e di neve, ma non solo. C’è una sintesi del mondo che vive: genti, paesi, opere d’arte, civiltà, bambini, uomini e donne dei paesi visitati. Un percorso emozionale studiato per tutti i visitatori, completato da un estratto del film che racconta il suo primo ‘8000 e da tante altre chicche che non vi svelo… Vi aspetto!

Christian Roccati
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