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26 Febbraio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Cinque anni fa, la prima salita invernale del Nanga Parbat di Moro, Sadpara, Txikon

Prima invernale del Nanga Parbat, 2016: (da sinistra) Alex Txikon, Tamara Lunger, Simone Moro, Ali Sadpara. Fonte: facebook

L’altoatesina Tamara Lunger si fermò poco sotto la vetta

Il  26 febbraio 2016, l’italiano Simone Moro, il pakistano Ali Sadpara e lo spagnolo Alex Txikon realizzavano la prima salita invernale del Nanga Parbat (8126 m), in Pakistan. L’altoatesina Tamara Lunger si fermava poco sotto la cima.

Moro, Sadpara, Txikon e Lunger erano partiti dal Campo Base il 22 febbraio,  percorrendo la via Kinshofer sul versante Diamir, oggi considerata la via “normale”. La spinta finale fu lanciata nella notte, da Campo 4, a 7.200 metri. Moro, Sadpara e Txikon raggiungevano la vetta alle 15:34 (ora PKT).

Per Moro, si trattava del terzo tentativo sul Nanga Parbat. Il bergamasco aveva già al suo attivo tre prime invernali su montagne di oltre ottomila metri:  lo Shisha Pangma (2005),  il Makalu (2009) e  il Gasherbrum II (2011). Con questa storica impresa Moro diventava l’unico alpinista a realizzare quattro prime invernali sugli Ottomila.

Il Nanga Parbat era il penultimo ottomila ancora inviolato in inverno, insieme al K2.
La prima invernale del K2, è stata compiuta il 16 gennaio scorso da una squadra tutta nepalese. Poche settimane dopo, sul K2 morivano Ali Sadpara, John Snorri e Juan Pablo Mohr.

Prima invernale del Nanga Parbat, 2016: Ali Sadpara e Simone Moro in vetta. Foto: Alex Txikon

 

Nanga Parbat

Il Nanga Parbat si trova in Pakistan, vicino al confine con la Cina, nella catena montuosa dell’Himalaya. Fu salito per la prima volta nel 1953 dall’austriaco Hermann Buhl, che raggiunse la vetta in solitaria, dopo il ritiro dei suoi compagni, in una delle imprese più famose della storia dell’alpinismo himalayano.

E’ considerato uno degli ottomila più difficili e pericolosi: nel 1970 vi perse la vita Günther Messner, fratello del celebre Reinhold Messner. I due, dopo aver raggiunto la cima dalla Est (Rupal), decisero di scendere dal versante Nord-Ovest (Diamir).Günther fu travolto da una valanga e morì. La versione fornita da Reinhold Messner dell’incidente, fu a lungo  messa in discussione e l’alpinista fu accusato di aver abbandonato il fratello. Nel 2005 la salma di Günther fu ritrovata  proprio dove per anni Reinhold aveva sostenuto si trovasse, confermando la sua ricostruzione.