27 Maggio 2016

I CORI SAT E SOSAT celebrano i 90 anni cantando insieme “La Montanara”

Castello Buonconsiglio, Trento. Celebrazione 90 anni coralità alpina. Fonte: press Sosat

I CORI SAT E SOSAT, HANNO CELEBRATO IERI AL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO I 90 ANNI DELLA CORALITA’ ALPINA

Si è svolta ieri 26 maggio, al Castello del Buonconsiglio, stesso luogo dove la Sosat tenne il primo concerto pubblico nel maggio 1926, la cerimonia celebrativa dei 90 anni della coralità alpina.

La rievocazione dell’evento fondativo ha visto assieme il coro della Sosat e quello della Sat.

Presenti l’assessore alla cultura provinciale Tiziano Mellarini, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, la vice presidente della Sat Maria Carla Failo, il presidente del Club Armonia Renzo Fracalossi, l’ex presidente della Federazione Cori del Trentino e i presidenti dei Cori Sat e Sosat, rispettivamente, Claudio Pedrotti e Andrea Zanotti.

Castello del Buonconsiglio, Trento. Relatori. Celebrazione 90 anni della coralità alpina

Di seguito, alcuni stralci dell’intervento di Andrea Zanotti: “Con Claudio Pedrotti non ci abbiamo messo molto a capire quale fosse la sede ideale nella quale ricordare una comune origine. Non poteva essere se non questa ….Tra le cose che ci uniscono, c’è la consapevolezza di come le vicende della musica popolare di montagna rivestano una valenza che va al di là di noi stessi e dei cori che rappresentiamo.”

“In questa ricorrenza non celebriamo solo un primato di fondazione, tentazione retorica alla quale facilmente si può cedere: il riferimento alle origini, viceversa, diviene qui richiamo esigente a proseguire una strada che altri hanno percorso prima di noi: dando voce ad un popolo, ad una compagnia, ad una speranza.

Quanti hanno cantato la montagna, tutti coloro che ancora la cantano, hanno assolto e assolvono al compito di far vivere lo spirito che le generazioni precedenti hanno affidato alle nostre mani; ai coristi di ogni tempo tocca la missione di continuare a trasmettere quella tradizione che è arrivata sino a noi: e che noi siamo chiamati a reinterpretare nel presente, tramandandola a chi, dopo di noi, continuerà a cantare.”