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25 Marzo 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Denis Urubko: “non ho mai parlato male dei polacchi”. “Moro è libero di dire quel che vuole…”

Denis Urubko, invernale al K2 2018. Foto: D. Urubko

Il noto alpinista russo, con passaporto polacco, puntualizza in una nuova intervista, le dichiarazioni  riportate su eurosport.tvn24

Il 29 febbraio 2020, in un’intervista  pubblicata da eurosport.tvn24.pl,  Denis Urubko  ha parlato in modo molto critico di alcuni suoi partner di scalata e di alcuni polacchi che hanno partecipato all’invernale 2018 al K2.

Lunedì l’alpinista  è stato duramente criticato da Simone Moro. Anche Krzysztof Wielicki ha replicato su Onet Sport:  “È un peccato … Mi aspetto delle scuse e delle spiegazioni sul perché si è espresso in questo modo […]”

Urubko ora replica: “I giornalisti hanno interpretato i miei sentimenti e le mie parole in modo sbagliato, forse troppo liberamente. Certo, dovrei essere molto grato ai polacchi.  E lo sono. Nella spedizione al K2, ho dato il massimo. Prima mi sono allenato duramente,  ho aperto la via più di chiunque altro, ho piazzato il maggior numero di campi, ho raggiunto il punto più alto, prima con Adam Bielecki, e poi da solo. Come ho sempre spiegato, rispetto i membri della spedizione che hanno lavorare duramente”.

“Il signor Moro è libero di dire quel che vuole, ma  la situazione è nota indipendentemente [dalle sue parole]. Suggerisco di leggere le sue interviste. Ad esempio, le parole sulla spedizione invernale al Makalu e sul fatto che sia stato il primo in vetta. Questo non è vero”,  aggiunge Urubko.

Urubko,  che recentemente ha annunciato di voler chiudere la sua carriera, ammette nell’ultima intervista a Onet, che potrebbe ancora cambiare idea.

La replica integrale di Urubko

Simone Moro e Denis Urubko al Makalu, prima invernale. Fonte: simonemoro.blogspot.com

“Avevo un appuntamento con Denis Urubka da molto tempo – scrive il giornalista Dariusz Faron della testata polacca Onet Sport –  per parlare di tutta la sua carriera, ma mi ha scritto che potevo inviargli tre domande. Prima di rispondere, Urubko ha posto alcune condizioni: la pubblicazione di domande e risposte senza cambiare una parola,  e l’inserimento nell’articolo della traduzione in inglese. Di seguito, per andare incontro alla richiesta dell’intervistato, pubblico le risposte originali dell’alpinista.

Vorrei chiedere un commento all’intervista di Simone Moro che martedì ti ha attaccato attraverso i media polacchi. Ha criticato le tue parole sul fatto che a volte “i partner sono una zavorra, come nel caso di Simone e della maggior parte della squadra polacca nel 2018”. Moro ha dichiarato: “Denis ha mostrato una mancanza di rispetto elementare per tutti” e ha dichiarato: “dovrebbe essere grato ai polacchi e stare zitto”

“Non mi sento attaccato. I giornalisti hanno interpretato i miei sentimenti e le mie parole in modo non corretto, forse troppo liberamente. Certo, dovrei essere molto grato ai polacchi. E lo sono. Nella spedizione al K2, ho dato il massimo. In precedenza mi sono allenato duramente,  ho aperto la via più di chiunque altro, ho piazzato il maggior numero di campi, ho raggiunto il punto più alto, prima con Adam Bielecki e poi da solo. Come ho sempre spiegato, rispetto i membri della spedizione invernale 2018 al K2 che hanno lavorato duramente. Il signor Moro è libero di dire quello che vuole, ma puoi vedere la situazione indipendentemente [dalle sue parole]. Suggerisco di leggere attentamente le sue interviste. Ad esempio, le sue parole sulla spedizione invernale al Makalu e sul fatto che sia stato il primo in vetta. Questo non è vero”

Potresti parlare del tuo rapporto con gli scalatori polacchi? Da un lato, tu, Krzysztof Wielicki siete amici. Dall’altro, hai criticato alcuni dei polacchi, dopo l’invernale al K2. Se ho capito bene, hai detto che  alcuni di loro sono perdenti e bugiardi.

Mi piace e mi scuso con la cultura e la storia polacche. Ho rispetto per scalatori come Kurtyka, Wielicki, Cichy, Bielecki, Kaczkan o Fronia.. e molti nomi. La critica può anche essere “positiva”. Pongo sempre attenzione, senza emozioni, alle critiche positive delle persone. Ci sono scalatori e persone che non apprezzerò mai. E’ normale nella vita. Hai scritto  “alcuni di loro”,  grazie per aver usato la forma corretta. Molti scalatori polacchi sono più forti di me su roccia, ad esempio Kacper Tekieli, alcuni sono migliori in alta quota, come Andrzej Bargiel. E ci sono anche quelli che non sono così forti. Io rispetto l’attività e le conquiste personali, ma ognuno di noi deve rispettare gli accordi, le regole e l’etica. Se qualcuno non li rispetta, non sento neanche io il dovere di seguirli. Porgo molte scusa alle persone  che non mi hanno compreso bene.

Denis Urubko con Krzysztof Wielecki al CB del K2, inverno 2018. Foto: D. Urubko

A fine carriera, potresti indicare il tuo più grande successo in montagna e il tuo più grande fallimento?

Spero di finire la mia carriera alpinistica. Ho raggiunto i più grandi successi ad alta quota nel vero stile polacco. Nuove vie in stile alpino (Pobeda, Manaslu, Broad Peak, Cho-Oyu, Lhotse e Gasherbrum II), salite invernali (Makalu e Gasherbrum II). I maggiori fallimenti si sono verificati quando mi sono fidato troppo di me e dei miei partner.

Grazie. Cosa intendevi dire con “spero di finire la mia carriera”. Vorrei capire bene.

Sono troppo dedito all’alpinismo. Condannato alle montagne  (in polacco “Skazany na gory” dal titolo del libro di Urubko, nota DF). Molte persone e alcune opportunità mi spingono a continuare. Non ne sono sicuro, ci sto pensando.

Solo una domanda su Wielicki. Dopo aver letto l’intervista a Simone Moro, Krzysztof Wielicki ha dichiarato: “Non ho parlato con Denis dopo la sua intervista. Ora tocca a lui. Le sue parole [sui polacchi] sono state brutte, dovrebbe scusarsi e spiegarle.” Vuoi commentare? Mi hai detto che “i giornalisti hanno frainteso le tue parole e i tuoi sentimenti”, ma forse potresti aggiungere qualcosa.

Non ho mai parlato male dei polacchi. Per favore, mostrami dove l’ho fatto? Di “alcuni alpinisti” sì, anche tu hai usato la stessa frase.

VERSIONE IN POLACCO E INGLESE