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25 Gennaio 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Erik Weihenmayer, il primo non vedente a scalare la Torre Nord del Paine

Erik Weihenmayer alle Torri del Paine, gennaio 2023. ©Señoret Brothers

L’alpinista americano ha scalato con i fratelli Señoret e Felipe Tapia la Torre Nord, una delle leggendarie guglie di granito del Parco Nazionale Torres del Paine, e la Aleta de Tiburón

Il 25 maggio 2001, Erik Weihenmayer diventava il primo non vedente a raggiungere la vetta dell’Everest. Nel 2008 scalava la Piramide di Carstensz sull’isola di Papua, Nuova Guinea, completando le ‘Seven Summits’, le montagne più alte di ogni continente, unico alpinista non vedente a riuscirci. Questa impresa chiudeve il cerchio di un viaggio durato 13 anni e iniziato con la salita del Denali nel 1995.

Nel 2014, lo scalatore americano, insieme al compagno non vedente Lonnie Bedwell, percorse in kayak  quasi 450 km del fiume Colorado, attraverso il Grand Canyon.

Tuttavia, Erik, oggi 54enne,  non era mai stato in Patagonia a scalare, così a gennaio ha scelto di avventurarsi sulle Torri del Paine (Patagonia cilena),  insieme all’amico Felipe Tapia e ai fratelli Cristobal e Juan Señoret.

Inizialmente, l’obiettivo principale della spedizione era la prima scalata della Torre Nord (2.600 m) da parte di un non vedente . Il team è atterrato a Puerto Natales il 5 gennaio scorso e ha subito raggiunto l’EcoCamp. Cinque giorni dopo, il 10 gennaio, l’impresa era compiuta.

D’accordo con le guide cilene, alla prima finestra favorevole, la squadra si è diretta verso la via Monzino (V+, 400m).

La logistica della salita prevedeva che Erik  procedesse sempre da secondo, con anche Felipe Tapia secondo ma pochi metri davanti a lui per fornirgli informazioni utili alla scalata, sia sulla parete che sulla sequenza dei movimenti. Chiudeva il gruppo il cameraman Francisco Herrera.

Ecco come la guida Cristóbal Señoret ha raccontato questa esperienza:

“La parte più impegnativa della salita della Torre Nord è stata l’avvicinamento alla parete di granito. C’era anche qualche incertezza sul tempo. Tuttavia, Erik è stato molto più veloce di quanto pensassimo in arrampicata. Abbiamo impiegato solo 5 ore per raggiungere la cima. Abbiamo deciso di rimanere circa 45 minuti in vetta e impiegato 4 ore per scendere. Abbiamo trascorso circa 10 ore sulla Torre, un’esperienza indimenticabile per tutti noi. È stata la prima volta che scalavo con una persona non vedente”.

Tornati a Puerto Natales, soddisfatti per aver raggiunto l’obiettivo, si è aperta una nuova finestra favorevole, dunque la possibilità di scalare un’altra via. Inoltre “avevamo una prospettiva molto più chiara delle capacità di Erik e di ciò che era in grado di fare”, commenta Cristóbal.

È così che il team ha pensato di tentare l’estetica Aleta de Tiburón, nella Valle dei Francesi. Lì, come spiega lo stesso Señoret, “abbiamo salito la via Normale, che prevede uno spigolo, fessure perfette e terreno impegnativo per un totale di 12 tiri (circa) e 11 ore di attività andata e ritorno fino alla base della parete”.

Di tutta questa avventura in Patagonia la squadra ha girato un documentario che dovrebbe uscire nel settembre 2023.
Intanto, Erik sta già pensando di tentare la Torre Centrale l’anno prossimo.