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28 Maggio 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Everest, primavera 2019: mai così tanti decessi. Dati a confronto

Code sull’Everest. Fonte: Desnivel

Finora sono dieci le persone morte sul “tetto del mondo” in questa stagione, di cui solo una a causa di un incidente, un numero record nella storia dell’Ottomila

La stagione alpinistica primaverile 2019 dell’Everest passerà alla storia come quella in cui sono state registrati più vertici. Secondo i dati raccolti da Alan Arnette nel suo blog, fino al 25 maggio almeno 825 persone hanno raggiunto la cima, su entrambi i versanti della montagna. Il record precedente era del 2018, quando i vertici furono 799.

Tuttavia, l’attenzione negli ultimi giorni si è concentrata su altre due notizie: una fotografia diventata virale, che mostra enormi code nella parte superiore dell’Everest e il bilancio delle vittime salito a 10 persone.

Tanti i commenti e le critiche sul sovraffollamento della montagna più alta del pianeta, anche se molte  sono state risultate approssimativamente. In un articolo, che pubblichiamo di seguito, la spagnola Desnivel cerca di fare un po’ di chiarezza sulla questione.

Foto arch. Nirmal Purja. Fonte: facebook

Alcuni esperti hanno sottolineato che il sovraffollamento non è il problema principale dell’Everest quest’anno. È chiaro che molte persone sono presenti sulla montagna per tentare la cima e le regole, che obbligano ogni alpinista ad essere accompagnato da uno sherpa, non aiutano a decongestionare la parte superiore della montagna, ma questo fatto non spiega tutto. In effetti, l’anno scorso si è registrato un numero molto simile di vertici (799) ma con la metà dei decessi.

Oltre a registrare il maggior numero di vertici nella storia, in una singola stagione primaverile – che peraltro  non si è ancora conclusa – è anche importante segnalare che quest’anno ci sono stati più giorni di brutto tempo rispetto alla media, quindi i giorni utili per raggiungere il vertice sono stati meno del solito. In particolare, fino ad ora,  la sola cima dell’Everest è stata raggiunta in 8 giorni utili del 2019, mentre gli anni precedenti in  12 (2018 e 2016) o 13 (2017 e 2013).

Se si escludono gli anni 2014 e 2015, in cui una grande inondazione e il terremoto hanno devastato la regione e hanno condizionato o annullato del tutto la stagione primaverile, negli ultimi 15 anni solo nel 2012 ci sono stati meno giorni disponibili per raggiungere la cima (6).

Di conseguenza, nella primavera del 2019,   il vertice è stato raggiunto in media da 103 persone in ciascuno degli 8 giorni possibili per la cima. In nessun altro anno si sono superate le 100 persone/giorno e nel 2018 non hanno nemmeno raggiunto le 70.

Il numero di  morti sull’Everest, 10 finora (stagione primaverile 2019 non ancora conclusa), è uno dei più alti della storia. Tuttavia, le statistiche sono ancora più allarmanti se si tolgono le morti per incidente (caduta, valanga o  ghiaccio e roccia). Il 2019, registra infatti  un solo decesso causato da un incidente, quello dell’irlandese Seamus Sean Lawless, morto dopo essere scivolato in una zona vicino a Colle Sud.

Mai prima d’ora nella storia ci sono verificate così tante morti non accidentali sull’Everest. Gli altri nove scalatori  hanno perso la vita a causa di problemi legati al mal di montagna, non per problemi sulla via di discesa.

Naturalmente, è anche vero che non è possibile affermare categoricamente che il sovraffollamento e l’attesa siano stati responsabili della carenza di ossigeno, la causa più comune per sviluppare il mal di montagna. Esperti come Alan Arnette sottolineano la mancanza di preparazione e di esperienza degli scalatori, risorse inadeguate (meno ossigeno del necessario), problemi di salute o scarsa capacità decisionale, come altri fattori che hanno inciso su tale evento.

Il precedente del 2012

Forse varrebbe la pena di guardare il precedente del 2012, l’anno in cui Ralf Dujmovits pubblicò immagini di lunghe code sulle pendici dell’Everest che divennero virali e, stranamente, quell’anno fu registrato il record di persone/giorno in cima (media: 93 persone in cima nei primi 6 giorni) e di morti non accidentali (8 persone morte non in un incidente).

La tabella pubblicata da Desnivel

Fonte: Desnivel

 

Alla data, il bilancio delle vittime sulle montagne di oltre 8000 metri è di 20 morti nella stagione primaverile 2019, secondo quanto confermato dai funzionari. “La stagione ha visto 10 morti sull’Everest, quattro sul Makalu, tre morti sul Kanchenjunga, uno su Lhotse, uno su Annapurna e  uno su Cho Oyu fino ad oggi.” (Fonte: THT)