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23 Gennaio 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Fitz Roy: Colin Haley scala in solitaria l’enorme Pilastro Goretta

Colin Haley, prima salita in solitaria e in stile alpino del Pilastro Goretta. Fonte facebook

Haley: “E’ stata un’esperienza forte per me… una grande sfida, una salita di cui vado molto orgoglioso”

Nel gennaio 1979, l’italiano Renato Casarotto completava la prima salita del Pilastro Goretta sul Pilastro Nord del Cerro Chaltén o Fitz Roy (3.405 m), una delle vie alpinistiche più difficili dell’epoca. Questa settimana, Colin Haley ha ripetuto la via classica in solitaria. A differenza di Casarotto, Haley non ha utilizzato corde fisse.
Si tratta, probabilmente, della prima salita in stile alpino e in solitaria del Pilastro Goretta.

Haley ha pubblicato sui canali social una breve anticipazione della sua scalata, promettendo maggiori informazioni in seguito.

“Renato Casarotto è stato, secondo me, uno degli alpinisti più forti di tutti i tempi, e per me grande fonte di ispirazione – scrive Haley sui suoi canali social – Tra le tante incredibili imprese alpinistiche di Casarotto c’è la prima salita del pilastro nord del Fitz Roy. Come molte delle sue salite, l’ha compiuta in solitaria. Chiamato così in onore di sua moglie, il Pilastro Goretta è una delle più belle scalate alpine del mondo”.

Haley afferma che, la prima salita di Casarotto del 1979 è stata incredibile, nonostante l’utilizzo di corde fisse. “Per più di dieci anni ho sognato di realizzare una salita in solitaria del Cerro Chalten [Fitz Roy] attraverso il Pilastro Goretta”.

Haley si era preparato per questo progetto durante l’estate, a Chamonix. La scorsa settimana, grazie ad una finestra di bel tempo, ha potuto completare la scalata.

“A causa del riscaldamento climatico, l’accesso alla via originale di Casarotto sembrava più difficile e pericoloso”, ha scritto. Così l’alpinista ha optato per la via Mate-Porro-Todo lo Demás, “un po’ più difficile e sostenuta, ma con un approccio più facile e sicuro”.

Haley ha lanciato il suo tentativo al Fitz Roy il 17 gennaio prima delle 9 del mattino e ha raggiunto la cima poco dopo la mezzanotte del 19 gennaio. Di solito Haley scala senza bivaccare, ma questa salita ha richiesto uno stile diverso:

“Ad eccezione degli ultimi 200 metri di terreno più facile fino alla vetta del Fitz Roy, mi sono autosospeso per circa il 97% della via di circa 1.200 metri”, ha scritto. “Se da un lato ho evitato l’intensità psicologica del free-soloing, dall’altro l’impegno fisico per tanta autoassicurazione è stato enorme, aggravato dal grande peso dell’attrezzatura che ho portato da solo sulla montagna”.

Dopo la prima salita, Casarotto scrisse una relazione per l’American Alpine Journal, in cui affermò:
“Ripercorrendo queste note, non posso evitare di confrontare le considerazioni tecniche con quelle personali. Da un punto di vista strettamente alpinistico, posso dire che in dieci anni di attività non avevo mai vissuto un’esperienza così totalizzante. Su questa parete ho dovuto superare difficoltà tecniche estreme in presenza di continuo maltempo. L’attrezzatura e il cibo che avevo a disposizione erano quelli che si usano di solito nelle scalate alpine, ma avevo anche abbigliamento impermeabile in Gore-Tex. Questa avventura mi ha confermato che per riuscire in ascensioni di notevole difficoltà è indispensabile integrarsi con l’ambiente circostante. Vale a dire che bisogna saper determinare le condizioni più propizie per la salita, in modo da non disperdere le proprie energie fisiche e psicologiche in lunghe attese. A mia moglie, che è stata infinitamente paziente e comprensiva, dedico la cima del pilastro nord del Fitz Roy. D’ora in poi lo chiamerò il Pilastro Goretta.”.

Haley ha completato questa impressionante scalata sei giorni dopo la seconda salita della Torre Volonqui compiuta insieme a Tad McCrea.