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15 Luglio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Fratelli Pou: prima salita della Sud del Nevado Huamashraju East (5.350 m)

Fratelli Pou: prima salita della Sud del Huamashraju Est (5.350 m). Fonte facebook

La nuova via è stata battezzata “Viva Perú Carajo!” (M7, 80° – 600 m)

Dopo 15 ore di scalata ininterrotta da campo base a campo base, i fratelli Iker e Eneko Pou hanno effettuato la prima salita della parete Sud del Nevado Huamashraju East (5.350 m).

I due alpinisti spagnoli lo hanno annunciato ieri sui loro canali social:

“Abbiamo battezzato la nuova via con il nome di “Viva Perú Carajo!” in onore dei bei tempi vissuti nel paese andino. Abbiamo superato la difficoltà di M7, 80 gradi e 600 m di dislivello, in stile alpino, in libera e senza soste. La via è di enorme qualità oltre che poco esposta, e siamo certi che in breve tempo diventerà una classica. Contemporaneamente alla nostra salita, i nostri compagni Manu Ponce e Micher Quito, hanno aperto una linea di roccia che hanno battezzato “Po Quito-Ponce”

La via, interamente su ghiaccio (affrontata con piccozza e ramponi), segue in maniera molto elegante le piccole lingue di ghiaccio che, infilandosi tra le rocce, attraversano l’intera parete come se fosse una ragnatela.

Fratelli Pou: prima salita della Sud del Nevado Huamashraju East (5.350 m). Fonte video youtube

“Bisogna tener conto che si tratta di una parete Sud, l’equivalente della parete Nord del nostro emisfero, e a 5.000 m di altezza, quindi una zona molto fredda […]. In totale sono state sette ore di arrampicata. La prima scalando una rampa di neve, e le altre sei impiegate in un’arrampicata molto ripida. Faceva molto freddo perché in nessun momento siamo saliti oltre i -15º, e con il vento la percezione termica era ancor minore. Le lunghezze sono spettacolari, su sottili lastre di ghiaccio aderenti alla roccia con qualche tratto di misto.”

“Alle 14:30 abbiamo alzato le braccia esultando in cima al Nevado Huasmahraju East. Eravamo a 5.350 m e intorno a noi si apriva un mondo di montagne e di anfratti: la parete Nord del Cashan (5.686 m) che abbiamo scalato per la prima volta nel 2.019, l’imponente massiccio dell’Huantsan, alle nostre spalle l’Huascarán, il re della Cordillera Blanca … Ma dovevamo scendere, avevamo davanti a noi seicento metri di doppie in un terreno inviolato che non conoscevamo, visto che ci stavamo trasferendo sul versante opposto da cui eravamo saliti. Ci siamo sporti e abbiamo iniziato a urlare, perché i nostri amici Manu Ponce e Micher Quito stavano salendo da quella parte, aprendo un’altra nuova via lungo questo pendio roccioso. Li avevamo ad un tiro dalla cima, all’ombra e faceva molto freddo. Li abbiamo raggiunti e abbiamo continuato a montare le doppie, perché sapevamo che ci sarebbe voluto molto lavoro. Dopotutto, scendere stanchi attraverso un terreno vergine può essere difficile quanto salirlo. La notte ci ha raggiunti mentre cercavamo blocchi da cui calarci in corda doppia […]. Sfiniti e avvolti da un’oscurità gelida, siamo arrivati a terra. Da qui alle nostre tende ci siamo calati alla ricerca di un rifugio in cui poter far riposare i nostri corpi martoriati” – hanno raccontato i Pou.

“Crediamo di trovarci di fronte a quella che diventerà una classica: la via è di immensa qualità, e inoltre, a differenza della maggior parte delle salite su ghiaccio della Cordillera Blanca, piuttosto pericolose a causa della caduta di seracchi e pezzi di ghiaccio dalla parte superiore, questa è una linea molto sicura, più tipica dei Pirenei o delle Alpi. Va inoltre tenuto presente che si tratta di una montagna che a livello di accesso è relativamente vicina a Huaraz e anche l’avvicinamento non è particolarmente difficile.”