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16 Novembre 2017

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Cultura · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Valle d'Aosta

A Hervé Barmasse il “Premio Panathlon International 2017”

Hervé Barmasse con il Trofeo 2017, opera dello scultore Ivo Chapel

“Interprete di un Alpinismo che non chiede di essere compreso, ma ha bisogno di essere vissuto.” Con questa motivazione è stato assegnato ad Hervé Barmasse il Premio Panathlon International 2017

La cerimonia si è svolta ieri sera, all’Hotel Monte Emilius di Charvensod, alla presenza di una vasta platea di soci del Panathlon Club du Val d’Aoste e dello Zonta della Valle d’Aosta, guidato dalla Presidente Patrizia Carradore.

Testimonial di Expo 2015, alpinista, scrittore, fotografo e regista, nato e cresciuto in una famiglia di guide alpine del Cervino, Hervè Barmasse si è aggiudicato questo prestigioso riconoscimento per la sua straordinaria attività di promozione dei
valori che accomunano montagna e panathlon : Etica e Valori Morali, regole della nostra quotidianità, regole che la guida alpina valdostana ha sempre scandito nel suo “andar per monti “. Così come coloro che lo hanno preceduto in questi anni: Giuliana Chenal Minuzzo, Sergio Pellissier e Federico Pellegrino, il vincitore del Premio Panathlon è anche Chevalier de l’Autonomie, esaltando così la continuità di quel ruolo di Ambasciatore di cui la Valle d’Aosta ha potuto fruire nel tempo.

Premio Panathlon 2017: Carlo Gobbo consegna a Hervé Barmasse il trofeo

Una pregevole opera in legno, realizzata dallo scultore di Aymavilles, Ivo Chapel , è stata consegnata dal Presidente del Club du Val d’Aoste, Carlo Gobbo: “Non è stata una scelta difficile, anzi! Hervé Barmasse in tutti questi anni (compirà 40 anni nel prossimo mesedi dicembre) ha saputo dare un tono di assoluta qualità al suo
alpinismo di ricerca , affascinato da quelle esplorazioni che sono possibili ovunque ci siano montagne. Hervé Barmasse è tra i pochi alpinisti al mondo capaci di trovare l’avventura dappertutto, facendo cultura dell’alpinismo.”

“Sono sempre alla ricerca dei miei confini e nei miei frequenti contatti con il pubblico, che avvengono solitamente in questi mesi autunnali, cerco sempre di far riflettere sulle emozioni e le ricchezze che nascono dai rapporti umani.  Quello stare insieme che alimenta i sentimenti e che, specialmente per una guida alpina, aiuta quando devi fare scelte importanti, spesso preziose per la tua stessa incolumità fisica “, ha commentato Barmasse.

Barmasse ha parlato a lungo delle sue esperienze con papà Marco, con il quale sul ” loro ” Cervino ha compiuto ascensioni prestigiose e difficili : “Non dimenticherò mai ciò che abbiamo vissuto assieme nel marzo del 2010 quando abbiamo aperto sulla parete sud una via nuova , il Couloir Barmasse. Solo oggi, che anch’io sono diventato padre da pochi mesi di una bimba bellissima , mi rendo conto di quanta sofferenza mio padre abbia provato ad un certo punto della salita. Continuare o arrendersi!! .”

Tante immagini spettacolari hanno accompagnato la sua narrazione lasciando in tutti la consapevolezza di quanto la montagna non sia il teatro di gesta eroiche, bensì un luogo dove poter vivere grandi emozioni attraverso il confronto onesto con la natura , sapendo anche quanto sia importante la ” rinuncia alla vetta ” proprio per quel coraggio che le decisioni intrecciano con la fragilità e la paura.