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20 Febbraio 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Incidente sul Gasherbrum I. Tamara Lunger: “ancora oggi ho la pelle d‘oca!!!”

Tamara Lunger. Fonte: facebook

Le riflessioni dell’alpinista altoatesina, dopo la drammatica caduta di Simone Moro in un crepaccio, sul Gasherbrum I

Dalla pagina facebook di Tamara Lunger:

“Esattamente 1 mese fa accadeva l’incidente che ha cambiato il corso della nostra spedizione. Mi sembra un pezzo di vita lontano. Come sempre succede dopo un momento terribile come quello che abbiamo vissuto, in cui non sei sicuro di ritornare alla vita di tutti i giorni. O addirittura di  ritornare.
La cosa più bella che ho portato a casa?
La conferma che siamo stati un team veramente unito in quei momenti di lotta per la sopravvivenza.
Dopo un primo ovvio momento di panico, chiarezza, determinazione, concentrazione e lavoro di squadra hanno preso le redini del gioco e, tutto ciò, visto ora, mi fa venire ancora oggi la pelle d‘oca!!!
E mi fa capire che noi esseri umani ci muoviamo e concentriamo troppo nelle cose inutili e a volte perdiamo di vista le cose veramente essenziali e importanti.

Anche se mi sembra di non  pensarci più e di aver lasciato, in quei luoghi, tutto quanto, in realtà quell’ incidente continua a  lavorare dentro di me. Mi ha regalato tanti punti di domanda sulla mia vita e so che adesso devo darmi il tempo per rispondere! Grazie vita.”

La mano di Tamara Lunger dopo l’incidente. Fonte: facebook

Incidente sul Gasherbrum I: Tamara Lunger e Simone Moro. Fonte: T.Lunger/facebook

ncidente sul Gasherbrum I: il crollo emotivo di Tamara Lunger e Simone Moro. Fonte: T.Lunger/facebook

L’incidente

Tamara Lunger e Simone Moro stavano tentando la salita del Gasherbrum I e il concatenamento con il Gasherbrum II, nella catena montuosa del Karakoram, in Himalaya.

la mano che era rimasta intrappolata nella corda che ha trattenuto la caduta del suo compagno di avventura.

«Approcciando un crepaccio – aveva raccontato Moro su Fb – mi sono messo come sempre in posizione per assicurare Tamara che per prima lo ha attraversato e si è poi portata in zona di sicurezza, 20 metri oltre il crepaccio. Poi è venuto il mio turno e dopo una frazione di secondo, mi si è aperta una voragine sotto i piedi e sono precipitato. Tamara ha subìto uno strappo tanto violento che è letteralmente volata fino al bordo del crepaccio e io in caduta libera a testa in giù per 20 metri sbattendo schiena gambe e glutei sulle lame di ghiaccio sospese nel budello senza fine in cui continuavo a scendere. Largo non più di 50 cm, tutto buio…». Vai al racconto completo di Moro

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