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5 Agosto 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

K2: fallito il nuovo tentativo di recupero del corpo di John Snorri

John Snorri al CB del K2. Fonte: facebook

Il team guidato da Mingma G non è riuscito a recuperare il corpo dell’islandese e a spostarlo in un luogo più sicuro

Il corpo di John Snorri rimane dove riposa, a meno di 200 metri dalla vetta del K2.

La famiglia dell’alpinista islandese che perse la vita insieme al pakistano Ali Sadpara e al cileno Juan Pablo Mohr durante l’invernale al K2 nel febbraio 2021, ha reso noto che il tentativo di spostare il corpo dello scalatore dal ‘Collo di Bottiglia’ ad un luogo più sicuro, è fallito. Nel corso di una conferenza stampa, la moglie di Snorri, giunta in Pakistan insieme alle due sorelle  e alla figlia dell’alpinista, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Oggi abbiamo ricevuto la notizia che un team di quattro alpinisti guidati da Mingma G, dopo aver trascorso due ore in cima al K2, non è riuscito nel suo tentativo. In base alle informazioni ricevute, l’operazione è stata sospesa a causa della neve fresca presente sulla montagna e del rischio di valanghe”.

“Le nuove informazioni fornite dal Mingma G e da altre spedizioni ci aiuteranno a valutare eventuali opzioni per il futuro”, ha aggiunto.

“Abbiamo affrontato il viaggio fino a qui nella speranza di essere presenti, qualora fosse stato possibile spostare John dalla via per la vetta del K2 in un luogo dove potesse riposare vicino al suo amico e compagno di cordata Ali e al loro compagno di cordata Juan Pablo”, ha riferito Lina, aggiungendo che la sicurezza di coloro che hanno partecipato alla missione è sempre stata per lei di massima importanza.

Ricordiamo che l’anno scorso Sajid Sadpara, figlio di Ali Sadpara, con l’aiuto di altri alpinisti, spostò il corpo del padre in un luogo più sicuro, seppellendolo sotto la neve. I corpi dei tre risultavano, infatti, visibili, a distanza l’uno dall’altro, a chi avesse scalato il K2 nella stagione estiva.

“Credo davvero, e lo so nel mio cuore, che John e Ali abbiano raggiunto la vetta del K2 il 5 febbraio 2021”, ha affermato la moglie di Snorri. “Noi famigliari siamo grati per il grande sostegno e il calore dimostrato da molte persone. Vorremmo ringraziare il governo del Pakistan, l’esercito e il governo locale del Gilgit Baltistan”, ha concluso.

Elia Saikaly: “Il coraggio di questa famiglia mi ha ispirato oltre i sentimenti e le parole”

Anche lo scalatore-filmmaker canadese Elia Saikaly, ritornato in Pakistan con i famigliari dell’amico islandese per seguire la missione di recupero, ha pubblicato un contributo sul suo instagram:

“Ieri sono volato al campo base del K2 con la famiglia del mio amico John Snorri. La sua incredibile moglie Lina, sua figlia e due sorelle hanno affrontato il viaggio in Pakistan per cercare una soluzione e riportare idealmente a casa il loro amato John. Mentre il viaggio in Pakistan è stato un grande successo, non lo è stata la missione di recupero di John da dove riposa. Rimane dove l’ho visto l’ultima volta, a meno di 200 metri dalla vetta del K2.

Ultimamente sono stato piuttosto silenzioso. Non sono riuscito a dire le cose che avrei voluto dire. Ho inseguito ossessivamente la verità e ho esplorato quasi ogni dettaglio di questa storia, sia durante l’invernale al K2 sia con la spedizione di ricerca di Sajid della scorsa estate, condotta da me e da mio fratello @sherpapk. La ‘Montagna Selvaggia’ mi ha distrutto – o forse mi sono distrutto? Conoscere una parte di me che non immaginavo è stato il dono più grande. Un dono che mi è costato quasi tutto. Ma ahimè, sono dall’altra parte.
Per quanto questo sia stato catartico per le famiglie, è stato anche profondamente utile per me.

In questa stagione abbiamo assistito a più di 150 vertici sul K2, e ad una lunga coda di esseri umani direttamente sotto e dietro la curva del Collo di Bottiglia. Se un pezzo di quel seracco si fosse staccato, sarebbe stato fatale per molti. Sono stati fortunati. Molto fortunati. E per fortuna. Il K2 è stato buono.

Ci vuole coraggio per andare incontro al fuoco. Perdita, lutto, trauma.. : un cocktail letale che basta a distruggere chiunque. Il coraggio di questa famiglia mi ha ispirato oltre i sentimenti e le parole. Sono grato di essere qui, di contribuire e di sostenerli.

Per quanto sia stato impossibile, sono anche grato all’Universo che mi ha portato qui. La mia vita è cambiata per sempre. Grazie, Pakistan. Grazie a Lina e alla famiglia Snorri.”

 

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