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21 Luglio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

K2. Sajid Sadpara a 7800 m e droni a 8300 m: nessuna traccia di suo padre

Sajid Ali Sadpara, K2 Sperone degi Abruzzi, luglio 2021. Foto: Elia Saikaly/facebook

Esito negativo dalla nuova rotazione in quota e dalle riprese effettuate con i droni al Collo di Bottiglia, a 8300 metri.  Una valanga e il peggioramento delle condizioni meteo costringe il team a rientrare al Campo Base

Dopo soli due giorni di riposo dalla loro ultima rotazione di 4 giorni sulla montagna, il giovane Sajid Ali Sadpara e il film-maker canadese Elia Saikaly sono ritornati  sullo Sperone degli Abruzzi per cercare di trovare qualche risposta sulla scomparsa  di Muhammad Ali Sadpara (padre di Sajid) e i suoi compagni di scalata John Snorri e Juan Pablo Mohr, dichiarati morti sul K2 durante la spedizione invernale dello scorso inverno. “Quando  il tempo è buono sul K2, bisogna approfittarne”, scrive Saikaly.

Sajid Ali Sadpara, K2 Sperone degli Abruzzi, luglio 2021. Foto/ Elia Saikaly/facebook

“È stato un epico viaggio di tre giorni di rapida acclimatazione, ricerca e riprese fino al Campo 4”, racconta Saikaly.
“Abbiamo spinto dal Campo Base al Campo 2, abbiamo dormito  e poi  siamo saliti fino al Campo 3. Avevamo la parte superiore della montagna tutta per noi. La mattina seguente, come previsto, le condizioni erano impeccabili.”
“La forte squadra di Sherpa nepalesi, i nostri amici di Madison Mountaineering / Himalayan Guides, hanno aperto e attezzato  la via verso la base del Campo 4…. Senza i loro sforzi, il nostro lavoro sarebbe stato impossibile.”
“Abbiamo fatto volare i nostri droni sotto la strozzatura (Collo di Bottiglia) in condizioni ottimali fino a 8300 m alla ricerca di indizi su cosa potrebbe essere successo ai nostri amici, mentre facevamo ricognizioni per le squadre che coordinavano la successiva spinta in quota.”

Sajid Ali Sadpara, K2 Sperone degi Abruzzi, luglio 2021. Foto: Elia Saikaly/facebook

“Il Giorno 4, il tempo è cambiato e ci siamo svegliati con una valanga al Campo 3. Massi di neve  stavano collassando giù dal Colle verso di noi… Era ora di ritirarsi…. Abbiamo imballato la tenda, messo in sicurezza l’ossigeno e abbiamo siamo scesi rapidamente dal Campo 3 al Campo Base al buio.”
“Sono personalmente malconcio al momento, ma grato al giovane Sajid che ha insistito per utilizzare la finestra favorevole, nonostante la mancanza di  recupero.”
“Speravamo di arrivare un po’ più in alto di 7800 m, ma un impasse tecnico ci ha bloccati. Siamo saliti più in alto possibile e abbiamo fatto tutto il possibile per la ricerca e per filmare. Nessuna traccia finora [di Muhammad Ali Sadpara e compagni].”
“Al mio  amico Sherpa PK], sono profondamente grato alla tua leadership tecnica in alta quota. E un grazie speciale a Fazal Ali e Aziz Baig per averci supportati dietro le quinte”, conclude Saikaly.