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30 Luglio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

K2. Valentyn Sypavin: “Sadpara, Snorri e Mohr stavano scendendo”

Valentyn Sypavin sul K2 estate 2021. Fonte video facebook

Il racconto dell’alpinista ucraino a Russian Climb

Valentyn Sypavin, l’ucraino titolare di Alpomania, ha raccontato a Elena Laletina di Russian Climb, di essere stato il primo a ritrovare il corpo del cileno Juan Pablo Mohr: “Muhammad Ali e John Snorri erano attaccati alle corde fisse con i loro jumar. Entrambi non avevano maschere o bombole di ossigeno supplementare… Mohr era a soli 20 minuti da Campo 4 [… ]. Era il primo in discesa… Penso si sia congelato sul pendio,  forse stava aspettando i due (compagni)”.

Le precisazioni di Alessandro Filippini

“Lo scorso inverno campo 4 non era stato fatto, quindi l’indicazione di Sypavin si riferisce soltanto alla posizione, che è fra 7800 e 7900 metri, ma nella foto dello stesso Sypavin i punti indicati sono sopra il Collo di Bottiglia, quindi a più di 8200 metri (e molto più di 20 minuti dal comunque inesistente campo 4)”,  spiega il giornalista di Gazzetta.it Alessandro Filippini.

“Sajid Ali, il figlio di Muhammad Ali Sadpara, aveva detto di aver lasciato i tre sfortunati compagni di cordata al Collo di Bottiglia (che è in basso all’estrema destra).
Elena Laletina specifica che in realtà Sypavin ha spiegato che Muhammad Ali e Snorri non erano legati alle corde con le jumar, ma con discensore e moschettone. In pratica, ciò significa appunto azione di discesa (come era logico attendersi) e non di salita. I tre scalatori stavano ritirandosi, con o senza vetta, e non salendo.”

K2, estate 2021. Foto: Valentin Sipavin. Foto del luogo dove sono stati trovati i corpi di Ali Sadpara (sotto) e John Snorri (sopra). Contrariamente alle prime informazioni ricevute il 26 luglio, si trovano sopra Il Collo di Bottiglia. Fonte: russianclimb.ru

Intanto Sajid Sadpara e compagni sono rientrati in sicurezza al Campo Base

Sajid Sadpara e compagni  sono rientrati sani e salvi al campo base  del K2 alle 18:15 di ieri, dopo aver raggiunto la vetta mercoledì scorso. Per quanto riguarda il recupero dei corpi di Ali Sadpara, John Snorri e Juan Pablo Mohr, saranno le  famiglie a decidere una linea di azione.

La spedizione di ricerca sul K2, è stata organizzata da Sajid e dai suoi compagni di squadra – l’alpinista e regista canadese Elia Saikaly e il nepalese Pasang Kaji Sherpa –  per individuare i corpi di suo padre Ali, dell’islandese Snorri e del cileno Mohr. I tre alpinisti scomparvero il 5 febbraio 2021 vicino al Collo di Bottiglia,  mentre tentavano di raggiungere la vetta. Sajid, che stava accompagnando i tre, dovette abbandonare il tentativo alla vetta a causa del malfunzionamento del suo erogatore di ossigeno e rientrò a Campo 3. Le ricerche furono ostacolate dal maltempo e i tre furono dichiarati morti il ​​18 febbraio.

Lunedì 26 luglio, i corpi dei tre dispersi sono stati ritrovati nella zona del Collo di Bottiglia dal team nepalese di sherpa incaricato da Madison Mountaineering di fissare le corde nell’ambio della spedizione estiva al K2 2021.

“I corpi di mio padre e di John Snorri si trovano in un punto tecnico e recuperarli sarebbe difficile”, ha riferito Sajid in un videomessaggio pubblicato giovedì, dopo aver raggiunto la vetta. Il giovane Sadpara ha poi aggiunto: “Siamo in tre nel team: io, PK Sherpa ed Elia. I corpi si trovano a un’altitudine di 8.400 m. Quello che possiamo fare per il momento è spostarli poiché sono sulla via principale di salita. Cercheremo di seppellirli”.

Nel frattempo, Elia Saikaly ha trovato la fotocamera GoPro, l’orologio e il telefono satellitare di Snorri, in cui le famiglie  sperano di trovare le prove del loro arrivo in vetta.

Confermando il rientro di Sajid e della sua squadra al campo base, Mushtaq Mett, il manager del campo base di Mashabrum Expeditions, Treks and Tours Pakistan e Madison Mountaineering K2 Expedition 2021, ha dichiarato: “Al momento, la situazione dei campi alti è troppo brutta a causa della caduta di massi e valanghe.”

“Per ora, i corpi vengono spostati in un’area appartata lontano dalla via di salita. Una volta che Sajid sarà sceso dalla montagna, verrà deciso un piano adeguato e sarà organizzata la logistica. I corpi verranno trasferiti a 6.000 metri e poi verrà utilizzato un elicottero per il  loro recupero”, ha affermato Ali Asghar Porik,  capo della società che ha fornito supporto logistico alla spedizione di Sajid.