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17 Gennaio 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Marianne Chapuisat compie 50 anni! E’ stata la prima donna a scalare un Ottomila in inverno. Guarda il video

Marianne Chapuisat, 2008. Foto: Frank Bruno

L’alpinista svizzera, classe 1969, festeggia oggi 17 gennaio, il suo 50° compleanno. Fu la prima donna a scalare un ottomila in inverno, il Cho Oyu, nel 1993

Oggi, 17 gennaio 2019, Marianne Chapuisat compie 50 anni. La svizzera, è insegnante di educazione fisica e letteratura e appassionata di montagna. Tuttavia, una pagina della storia dell’alpinismo è dedicata a questa alpinista non professionista, che il 10 febbraio 1993 raggiunse la vetta del Cho Oyu. Fu la prima donna a scalare un Ottomila in inverno e per ben 25 anni rimase l’unica, fino a quando Elisabeth Revol conquistò il Nanga Parbat, nel gennaio 2018.

Marianne non ha mai scalato a tempo pieno. La montagna è stata per lei la passione di una vita; ha scalato cascate di ghiaccio con il suo amico Erhard Loretan, che vive in un villaggio nelle Alpi, ma l’alpinismo non è mai stato tutto per lei.

L’invernale al Cho Oyu (8.201 m)

All’inizio del 1993, Marianne Chapuisat aveva solo 23 anni e non era mai salita oltre i 6.960 m dell’Aconcagua (1991). Quindi un’invernale su un ottomila non sembrava la cosa più logica da fare, ma si innamorò di un ragazzo argentino che andò al Cho Oyu quell’inverno e la invitò a seguirlo… e Marianne accettò.

In Nepal si unirono alla spedizione andalusa guidata da Lolo González. Sette di loro raggiunsero la vetta in meno di un mese di campo base. Il primo gruppo (González, Manuel Morales, Manuel Salazar e Fernando Guerra) giunse in vetta l’8 febbraio, mentre Marianne Chapuisat, con Miguel Angel Sanchez e Luis Arbues, riuscirono nell’impresa il 10 febbraio.

“Ho avuto la fortuna del principiante”, ammise  l’alpinista svizzera in un’intervista rilasciata alla rivista spagnola Desnivel nel 2014, sostenendo che la “vetta era capitata”. Ero già contenta di superare i 7.000 metri, che era il mio record di altezza “.

In quella conversazione, ricordava “molto freddo, molto vento e giorni brevissimi in cui non era mai possibile ricaricare le batterie mettendosi al sole … non potrei rivivere quell’esperienza”. In quell’occasione, beneficò delle buone condizioni meteo e trascorse quasi un’ora in vetta.

Gli altri 8000

Dopo il Cho Oyu, Marianne Chapuisat non ha più fatto ritorno agli ottomila fino al 2000, quando tentò di raggiungere l’Everest lungo la via normale della parete Sud fino a 8.600 metri. Successivamente, arrivò in vetta ad altri tre ottomila: Gasherbrum II (8.035 m) e Gasherbrum I (8.068 m) nel 2003; e Nanga Parbat (8.125 m) nel 2005.

La video intervista pubblicata da Desnivel nel 2015

 

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