Massiccio del Kangchenjunga. Marius Gáne, Horia Colibasanu e Peter Hámor sono in Nepal

Nima Nuru Sherpa (titolare di Cho Oyu Trekking), il Capitano Khadka (pilota), Horia Colibasanu, Pietro Hamor, Marius Gane. Fonte: Colibasanu facebook

Aggiornamento Flash

E’ iniziata l’avventura himalayana dei rumeni Marius Gáne, Horia Colibasanu e dello slovacco Peter Hámor che questa primavera tenteranno, senza ossigeno supplementare e il supporto di portatori d’alta quota, la salita dello Yalung Kang (8.505 m), e la traversata fino alla vetta principale del Kangchenjunga (8.586 m), per poi scendere dalla via normale.

Venerdì 8 aprile il trio è atterrato con successo a Tapethok (3.870 metri), dove hanno deciso di trascorrere due notti, principalmente per favorire l’acclimatamento all’altitudine di Horia e Marius. Peter si è acclimatato in solitaria sul Khumbu.

Il Kanchenjunga è l’unica montagna di oltre gli 8000 metri mai salita dai rumeni. È la terza vetta più alta del pianeta (8586 m) e rappresenta una vera sfida per l’alpinismo rumeno. “Per raggiungere questo obiettivo, farò squadra di nuovo con Marius Gane e lo slovacco Peter Hámor, dopo la nostra esperienza insieme sul Dhaulagiri lo scorso anno – ha raccontato Colibasanu prima di partire – Inizieremo con un trekking di circa dieci giorni per raggiungere il campo base ad un’altitudine di 5.200 metri. Il percorso vicino alla base della montagna attraversa un’area arida nell’Himalaya, al confine tra Nepal e India. La spedizione dovrebbe durare due mesi.

Verso il 20 maggio, si prevede una finestra di bel tempo per la salita. Fino ad allora abbiamo tempo per acclimatarci e attrezzare la via. Il Kangchenjunga è una montagna molto alta. È solo 25 metri più bassa del K2, ma è difficile quanto la sua struttura. La distanza tra l’ultimo campo e la vetta è molto lunga.”

La spedizione “Kangchenjunga 2022” è un progetto di Alternative Sports Club Timisoara, affiliato alla Federazione rumena di Alpinismo e Arrampicata.