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2 Novembre 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Mikel Zabalza, Alberto Fernández, Joseba Larrañaga e Iñaki Arakistain aprono una nuova via nel Drangnag-Ri (6801 m)

Drangnag Ri 6801 m. Fonte: Mikel Zabalza/facebook

Il team realizza la prima salita della  cresta Sud-Occidentale di questa montagna di 6.801, la terza assoluta dopo quelle di Chris Bonington (1995) e Bruce Normand (2005)

Mikel Zabalza,  lo scorso anno era stato in spedizione nella Valle del Rolwaling (Nepal) con il Mountaineering Team Spagnolo (EEA). Colpito da alcune linee, ha pensato di ritornarci e così ha organizzato una nuova spedizione in proprio, per esplorare alcune delle vette e percorsi scoperti allora.

La sua attenzione è stata catturata dal  Drangnag-Ri (6801 m), una piramide di roccia, neve e ghiaccio salita per la prima volta da Sir Chris Bonington nel 1995. Dopo di lui, solo Bruce Normand (2005) aveva raggiunto la vetta. Mentre l’inglese arrivò in cima dalla Est, dal ghiacciaio Drolombau, completando la prima salita della cresta Est con il norvegese Ralph Høibakk e Bjorn Meyer-Lund (gli stessi con  cui, esattamente 10 anni prima, aveva conquistato l’Everest),  Sherpa Lhakpa Gyalu e Pema Dorje; lo scozzese  scelse una salita in solitaria dalla parete Ovest e sulla cresta Sud-Occidentale, accedendo dal ghiacciaio di Ripimo.

Drangnag Ri (6801 m), via Bizipenak. Fonte: Mikel Zabalza

Mikel Zabalza aveva programmato di tentare l’ascesa attraverso la  cresta Sud-Est, già sperimentata, senza successo, negli ultimi anni. Ha riferito la sua idea ad Alberto Fernández, che si è innamorato del progetto e ha immediatamente coinvolto altri due alpinisti: Joseba Larrañaga e Inaki Arakistain.

Cambiamento di piani

Dopo aver raggiunto il villaggio di Na, dove hanno utilizzato il lodge come campo base (4.150 m), si sono acclimatati salendo un seimila in fondo al ghiacciaio, al confine con il Tibet. Poi, sono andati a controllare il percorso scelto ma hanno trovato condizioni della montagna molto più secche del previsto. A questo punto,  hanno dovuto scartare la possibilità di salire dalla cresta Sud-Est e sono stati costretti a cambiare i loro piani.

Il nuovo obiettivo fissato è stata la cresta Sud-Ovest, un itinerario molto più lungo ma senza tanti rischi oggettivi. Hanno montato una tenda (C1) a circa 5.000 m, dove hanno lasciato il materiale per la salita e ripercorso gli oltre 12 km di strada verso il CB per attendere la finestra del bel tempo.

Sei giorni in montagna

Le previsioni davano bel tempo dal 15 ottobre, quindi quel giorno hanno lasciato il campo base per il  C1. Dal giorno successivo, sono entrati in un territorio inesplorato, effettuando una salita in stile alpino con tre bivacchi. Il primo, a circa 5.700 m,  era ancora al di sotto del tratto più impegnativo della scalata, che inizia a circa 6.100 m.

I componenti della spedizione al Drangnag Ri

Da quel punto, hanno trovato difficoltà  fino a 6.600 m. Hanno effettuato il loro secondo bivacco a circa 6.400 metri. L’ultimo tratto della salita ha coinciso con la via di Bruce Normand.
Il 18 ottobre, il team si è trovato nel bel mezzo di forti raffiche di vento, tra i 40 e 50 km/h,  fino ad una forza di 70 km/h. Quella notte, hanno bivaccato a 6.400 m, per poi affrontare  una lunga e faticosa discesa lungo la stessa via. Il 20 ottobre il team è rientrato al CB e ha deciso di battezzare la via con il nome di “Bizipenak”, il cui significato è “esperienze”.

Mikel Zabalza, che con il Dragnag-Ri completa la sua trentasettesima spedizione al di fuori dell’Europa, ha riferito  che “Bizipenak” è una delle vie più belle che ha scalato in Himalaya.

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