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8 Settembre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Miquel Mas e Marc Subirana completano la prima salita del Latok Thumb (6.380 m)

Atracció Institiva, via aperta da Marc Subirana e Miquel Mas, sul Latok Thumb. Foto- M.Mas/M.Subirana

I dettagli della salita

Marc Subirana e Miquel Mas hanno trascorso un totale di 30 giorni in parete (12 nel 2022 e 18 nel 2023) nel corso delle due spedizioni effettuate in Pakistan nel massiccio del Latok, culminate con la prima salita del Latok Thumb (6.380 m), un’importante cima secondaria sulla quale hanno aperto l’Atracció Instintiva (1.100 m, 7a, A2+, M5).

Recentemente rientrati dal Karakorum, hanno fornito una relazione completa della loro salita.

Dopo aver scalato la Nameless Tower con Edu Marín nell’estate del 2021, Miquel e Marc  si erano prefissati un nuovo obiettivo in Karakorum per l’anno successivo. Non nelle Torri del Trango, ma nel massiccio del Latok, un luogo più remoto e molto più arduo dal punto di vista alpinistico. Hanno puntato la cima secondaria del Latok II (7.108 m), che non contava precedenti ascensioni registrate e prometteva una salita dura e tecnica  su una parete verticale con più di un chilometro di dislivello. Nel giugno 2022 hanno piazzato il loro Campo Base a 4.470 m, allestito un Campo Base Avanzato a 4.950 m e hanno trascorso molti giorni a studiare la parete, “individuando le sezioni più logiche e sicure, osservando a che ora cadevano le valanghe di neve e di roccia“, hanno spiegato i due.

Hanno anche dovuto trasportare molta attrezzatura fino ai piedi della via, situata a 5.300 metri e separata dal CBA da un couloir di accesso di circa 400 m con una pendenza massima di 70º di neve e ghiaccio.

I primi 300 m presentano una scalata mista di roccia e ghiaccio, con una difficoltà massima di M5. A questa altitudine (5.650 m), dove inizia la verticalità della parete, hanno montato il loro primo portaledge.

Marc Subirana e Miquel Mas, spedizione 2023 al Latok Thumb. Foto: M.Mas/M.Subirana

“Il primo anno siamo riusciti a salire fino al tiro 14, con difficoltà fino a 7a expo e A2+ a circa 5.900 m, ma avevamo ancora un tratto molto ripido di tetti difficili da scalare e abbiamo dovuto accamparci sopra questa zona perché era l’unica opzione dove avremmo trovato neve da sciogliere”, raccontano. L’arrivo del maltempo ha impedito loro di progredire ulteriormente e hanno deciso di lasciare tutto il materiale pesante (portaledge, corde, friend, ecc.) in un deposito al Campo 1, che sarebbe dovuto durare fino all’anno successivo.

Quest’anno hanno iniziato la spedizione qualche settimana più tardi, a luglio. “Abbiamo iniziato a scalare dopo il periodo di acclimatazione, e con tutte le regole particolari sugli orari in cui è consentito l’accesso. Su questa parete è fondamentale, alle 9:00 del mattino, essere protetti dall’esposizione alla caduta di massi e valanghe. Dopo quell’ora non si può stare nel couloir di accesso, perché cade di tutto ed è molto pericoloso”.

Avevano solo cinque ore di sole al giorno per scalare prima dell’arrivo del freddo pungente. Il primo passo è stato quello di raggiungere il C1 e controllare che il deposito fosse ancora lì.

Hanno progredito lentamente ma in sicurezza. Hanno superato la zona del tetto che rappresentava per loro la più grande incognita e hanno allestito il Campo 2 a 6.030 metri (R19). Con un ultimo sforzo di tre giorni, hanno scalato gli ultimi metri della via fino alla cima del Latok Thumb, che hanno raggiunto intorno alle 18:30 del 18 agosto.

Per scendere al Campo Base con tutti i sacchi e l’attrezzatura utilizzata, i due hanno impiegato altri 2 giorni.