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24 Febbraio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Nanga Parbat: due anni fa la scomparsa di Daniele Nardi e Tom Ballard

Invernale al Nanga Parbat 2019: Tom Ballard e Daniele Nardi. Fonte: Karakoram Club/twitter

Il 24 febbraio 2019, si interrompevano le comunicazioni con Daniele e Tom, impegnati sullo Sperone Mummery del Nanga Parbat. Erano arrivati ​​a circa 6.300 metri, forse anche un po’ oltre… Ricordiamo quegli eventi

Nel 2019 Daniele Nardi tornava al Nanga Parbat per la quinta volta in inverno, dopo i tentativi del 2013, 2014, 2015 e 2016. Voleva tentare la vetta, ma soprattutto realizzare la prima salita dello storico Sperone Mummery. Con lui,  Tom Ballard, giovane promessa dell’alpinismo britannico.  Entrambi  iniziarono la spedizione insieme ai pakistani Karim Hayat e Rahmat Ullah Baig.

Si stabilirono al Campo Base il 29 dicembre e in meno di due settimane allestirono tre campi in quota a 4.700 m, 5.200 m e 5.700 m. Fu un inizio di stagione promettente, interrotto improvvisamente dall’arrivo del maltempo. Le intense nevicate caricarono la montagna di neve tanto che Karim Hayat e Rahmat Ullah Baig decisero di ritirarsi.

Il maltempo distrusse i campi in alta quota; i permessi di salita stavano per scadere, ma Nardi e Ballard non vollero abbandonare il loro tentativo. Si accordarono per estendere i permessi e organizzarono l’arrivo di un nuovo contingente di portatori con provviste e attrezzature.

Alla fine, dopo tanta attesa al campo base, arrivò  una finestra di bel tempo, che si aprì venerdì 22 febbraio, una buona occasione per completare la salita dello Sperone Mummery (che termina a circa 6.700 m) e magari raggiungere anche la cima del Nanga Parbat.

Un tentativo promettente

Invernale al Nanga Parbat 2019: Daniele Nardi e Tom Ballard. Foto: arch. Daniele Nardi

Quel giorno i social di Daniele Nardi riportarono che lui e Ballard lasciarono il campo base (4.200 m) con l’obiettivo di raggiungere  C1 (4.700 m). Tuttavia, quel primo giorno di attività sulla montagna, viste le condizioni straordinarie e la loro buona forma, decisero di continuare a salire e raggiungere C2 (5.200 m).

Sabato 23 febbraio continuarono a  progredire, carichi di materiale per i campi superiori ma anche molto motivati. Verso mezzogiorno, raggiunsero la quota di C3 (a 5.700 m), che dovettero reinstallare perché era stato raso al suolo). Da lì, Daniele Nardi comunicò con la sua squadra: “Siamo a Campo 3. La giornata è buona, fino a quando non si è alzato un po’ di vento e nuvolosità in quota, ma ora la situazione è nettamente migliorata. Siamo un po’ stanchi perché abbiamo dovuto salire con zaini molto pesanti fino a C3. Adesso inizieremo a scavare per sistemarlo”.

Lì si riposarono un po’, ma non si fermarono, sfruttando ancora la giornata e salendo a C4, a circa 6.000 metri di quota.

L’ultima comunicazione

Invernale al Nanga Parbat: Il C4 è oltre il punto indicato dal GPS in questa immagine

Dopo aver trascorso la notte a C4, domenica 24 febbraio Nardi e  Ballard ripresero la loro attività. I canali social di Daniele, gestiti dal suo staff riportarono:

“Daniele ci ha appena comunicato che sono arrivati ​​a circa 6.300 metri, forse anche un po’ oltre. Hanno scalato una via diversa da quella  salita con Elisabeth [Revol]; nel 2013 la francese e l’italiano raggiunsero quota 6.450 m dello Sperone Mummery]. Ora scendono a C4. Il tempo non è buono, c’è nebbia, nevischio e raffiche di vento”.

Quella è stata l’ultima comunicazione ricevuta dai due alpinisti. Accadeva intorno alle 19:00 di domenica 24 febbraio e il loro interlocutore era il cuoco della spedizione al campo base del Diamir, circa 2.000 metri di dislivello più in basso.

Salvataggio e operazione di localizzazione

Nanga Parbat, 4 marzo 2019

L’allarme  fu lanciato il ​​27 febbraio, più di due giorni dopo il loro ultimo contatto. Fino a quel momento, era plausibile avessero le batterie scariche  o fossero rimasti senza copertura radio.

Dopo il superamento di una serie di problemi amministrativi e meteorologici, il 28 febbraio iniziò l’operazione di ricerca, con due voli in elicottero a cui partecipò Ali Sadpara (scomparso sul K2 quest’inverno), buon conoscitore della zona. Purtroppo senza esito positivo.

Il 1 marzo si adottò una nuova strategia, coinvolgendo il team di Álex Txikon per cercare di localizzare gli alpinisti dal campo base del Nanga Parbat attraverso l’uso di un telescopio e droni. L’alpinista basco stava tentando il K2. Purtroppo,  problemi burocratici,  tra cui  i pagamenti degli elicotteri per le operazioni di ricerca e le pessime condizioni meteo, non permisero ai soccorritori di raggiungere il CB fino al 4 marzo.

Fu aperta una campagna di crowdfunding per raccogliere i soldi necessari per finanziare l’operazione.

Álex Txikon, Ignacio de Zuloaga, Félix Criado, Josep Sanchis e Rahmat Ullah Baig lavorarono intensamente al CB del  Nanga Parbat e sulla parte inferiore della via e,  il ​​6 marzo,  avvistarono le sagome dei due alpinisti. Tutte le immagini confermarono il decesso dei due alpinisti e l’operazione fu ufficialmente sospesa il 9 marzo.
Daniele Nardi e Tom Ballard sarebbero rimasti per sempre sullo sperone Mummery del Nanga Parbat.

Approfondimento sull’invernale al Nanga Parbat di Nardi e Ballard

Invernale al Nanga Parbat 2019: Nardi e Ballard al CB, il 16 febbraio. Fonte: D. Nardi/facebook

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