Everest, primavera 2021: C1 (6100 m) Nirmal Purja. Fonte facebook

In un film l’impresa di ‘Nims’, ex gurka dell’esercito britannico: i 14 Ottomila in soli 6 mesi e 6 giorni

Nel 2019, Nirmal ‘Nims’ Purja, ex gurka dell’esercito britannico, annunciò un progetto molto ambizioso (Project Possible 14/7):  l’alpinista nepalese intendeva scalare le quattordici montagne più alte del mondo in un tempo massimo di sette mesi. Fino ad allora, il più veloce a completare i 14×8000 aveva impiegato sette anni, dieci mesi e sei giorni.

Nims raggiunse il suo obiettivo  in sei mesi e sei giorni, scrivendo una pagina di storia dell’alpinismo.
Oltre alle difficoltà alpinistiche e logistiche, affrontò una miriade di ostacoli: dai problemi finanziari e burocratici al salvataggio di altri scalatori.

Oggi esce sulla piattaforma Netflix  “14 Peaks: Nothing Is Impossible”, il documentario che racconta questa eccezionale impresa compiuta tra l’aprile e l’ottobre del 2019.

Il film, che esce in contemporanea in 191 paesi, propone riprese dal vivo, realizzate dallo stesso Nirmal Purja e da altri membri della sua squadra, durante le spedizioni.  A questo materiale, il regista britannico Torquil Jonesha ha aggiunto  una serie di interviste, altre registrazioni storiche, grafiche 3D per una durata complessiva di 90 minuti. Jones è un esperto regista di documentari legati allo sport e ha già diretto film sull’allenatore di calcio Bobby Robson e sul giocatore Jack Charlton. Al film hanno contribuito anche  Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi, già produttori di Free Solo, il docufilm sulla salita di Alex Honnold su El Capitan che vinse l’Oscar come  miglior documentario nel 2019.

Nirmal “Nims” Purja, nato in Nepal nella regione del Dhalaugiri il 25 luglio 1983, cresciuto nel Chitwan, in pianura, ha seguito la carriera militare come il padre e i fratelli: per 6 anni nei gurkha e per 10 anni negli Special Boat Services, il corpo d’élite della British Royal Navy. Lasciato l’esercito, nonostante abbia cominciato a cimentarsi in montagna solo dal 2012, ha realizzato una serie di salite da record e missioni di soccorso. Soprannominato Nims o Nimsdai, che in nepalese significa «fratello», si dedica ad aiutare e sostenere gli sherpa nepalesi con progetti locali e iniziative dedicate alla montagna.