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28 Novembre 2022

Resto del Mondo

Patagonia | Torre Egger parete Ovest. Salvaterra: “Il maltempo imperversa!”

Patagonia Egger Project 2022: Ermanno Salvaterra, Fabrizio Rossi e Roberto Pedrotti. Fonte ande.it

“Patagonia – Egger Project 2022”: Ermanno Salvaterra, Fabrizio Rossi e Roberto Pedrotti sono alle prese con il maltempo ma nessuno di loro sembra intenzionato ad arrendersi

Ermanno Salvaterra, Fabrizio Rossi e Roberto Pedrotti non stanno avendo vita facile sulla Torre Egger in Patagonia, dove Salvaterra sta tentando di aprire una via sulla parete ovest, per la quinta volta. Il 67enne, immagina una linea al centro della parete. Tuttavia, le cattive condizioni e il clima rigido della Patagonia lo hanno sempre respinto.

Il team ha trascorso un mese solo per l’avvicinamento e il trasporto dei materiali. Il massiccio del Cerro Torre si trova a 40 km dalla civiltà.  Come se non bastasse, una frana ha seppellito uno dei carichi e la squadra ha perso la maggior parte del cibo e dei pannelli solari. Così, Fabrizio Rossi e Marquino Scallabrine (che li accompagna alla base della Torre Egger), sono dovuti tornare a El Chaltén per prendere altro cibo.

Da El Chaltén, gli scalatori impiegano due giorni per superare la Piedra del Fraile. Poi attraversano con gli sci il Ghiacciaio Marconi e il Passo Marconi e proseguono attraverso la calotta glaciale della Patagonia meridionale fino a raggiungere il rifugio che utilizzano come campo base.

Le difficoltà sono iniziate ancor prima di raggiungere la parete di granito della Torre Egger. “Il ghiacciaio ai piedi della vetta è terribile”, hanno riferito gli alpinisti,  a causa dei suoi numerosi crepacci. Ci vogliono almeno due ore per attraversarlo in cordata.

Patagonia – Egger Project 2022, Ermanno Salvaterra, Fabrizio Rossi e Roberto Pedrotti. Fonte Ande.it

Primi tiri

Fortunatamente, la settimana scorsa Salvaterra ha trovato una via in diagonale più sicura per attraversare la parete.

“Ieri giornata bestiale, ma meglio non entrare nei dettagli – informava Salvaterra il 19 novembre –  Meglio il silenzio. Però quel “tiretto” me lo ricorderò. Che vento c’era… non ricordo un vento così forte. Camminare sul ghiacciaio fra las grietas (fra i crepacci) una bella avventura. Spesso fermi, puntati ai bastoncini da sci, cercando di non farci ribaltare col vento di fronte. Poi, e questo, soprattutto io lo so, quando entri in truna il silenzio. Veramente il paradiso.”

Il team è riuscito a superare i primi tiri e a raggiungere il primo punto in cui installeranno i portaledge. Hanno anche “assistito in diretta alla caduta di un palazzo di ghiaccio di 10 piani”.

Team in attesa che le condizioni meteo migliorino

Salvaterra sta inviando brevi aggiornamenti ad Ande.it, nonostante la scarsa copertura del telefono satellitare. Nel suo ultimo resoconto del 20 novembre, la squadra era al riparo nel rifugio. “Il maltempo imperversa! Ma nessuno sembra al momento intenzionato ad arrendersi”, ha precisato.