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13 Settembre 2022

Cultura · Premi Letterari

Premio Mario Rigoni Stern a “Il moro della cima” di Paolo Malaguti

Premio Mario Rigoni Stern a “Il moro della cima” di Paolo Malaguti. Fonte Premio Mario Rigoni Stern

Paolo Malaguti: “Ricevo questo premio con grande gioia ed emozione, soprattutto per il ruolo che Mario Rigoni Stern ha avuto nella mia formazione. Premio Guardiano dell’Arca – Osvaldo Dongilli 2022 conferito alle Api

Paolo Malaguti con “Il Moro della cima” edito da Einaudi si è aggiudicata la XII edizione del Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi.

La giuria ha comunicato la propria decisione durante la cerimonia di premiazione – nella serata di venerdì 2 settembre 2022 – al Palazzo dei Congressi delle Fiere di Riva del Garda in Trentino.

Paolo Malaguti ha avuto la meglio sugli altri autori in lizza per la vittoria: Carlo Barbante con “Scritto nel ghiaccio. Viaggio nel clima che cambia” (Ed. Il Mulino), Adeline Loyau con “Les tribulations d’une scientifique en montagne” (Ed. Glenat) e Annalina Molteni con “L’ombra dei Walser” (Ed. Monterosa).

Sempre durante la cerimonia è stato conferito anche il Premio Guardiano dell’Arca – Osvaldo Dongilli, quest’anno attribuito alle Api, insetto insostituibile per la conservazione della biodiversità, il cui numero negli ultimi anni sta conoscendo un forte calo. A ritirare il premio è stato l’entomologo e apicoltore Paolo Fontana, presidente della World Biodiversity Association.

La giuria composta da Sara Luchetta, Giuseppe Mendicino, Luca Mercalli, Annibale Salsa e Niccolò Scaffai ha così motivato le scelte del Premio Mario Rigoni Stern 2022.

Le motivazioni

Per quanto riguarda l’opera vincitrice la motivazione della giuria è stata la seguente:

“Con “Il Moro della Cima” Paolo Malaguti raccoglie storie e voci del passato per restituirle con scrittura attenta e viva attraverso la figura del Moro Frun, personaggio tridimensionale innamorato della montagna, che ci ricorda il Tönle Bintarn di Mario Rigoni Stern, con le sue andate e ritorni, il suo amore per la terra madre e il dolore per ogni confine e inutile conflitto. Quello che si anima sulla pagina è un racconto ricco di rimandi e ricordi che parlano forte e chiaro. Parlano dei cambiamenti della montagna veneta, lavorata, trasformata e a volte sfigurata dalla mano umana; parlano di una guerra di cui leggiamo ancora le tracce nel paesaggio e che ci ricorda l’ingiustizia di tutte le guerre, quelle di ieri e quelle dei nostri giorni. Parlano di una civiltà contadina scomparsa, che affiora tra le righe con parole, oggetti, miserie, modi di dire e di pensare.
Questo libro di Paolo Malaguti fa immaginare che sia ancora vivo e forte quel sentimento di chiarezza di idee e di scrittura, di etica civile e cura della memoria, di antiretorica, che percorre le pagine della migliore letteratura veneta: Mario Rigoni Stern, Luigi Meneghello, Andrea Zanzotto, Tina Merlin e tanti altri e altre. Il Moro e il suo autore discendono da lì, da quella passione di “virtute e canoscenza”. L’opposto di quel progresso scorsoio che stringe sempre più le pianure e le montagne del Veneto, che piega le coscienze degli intellettuali cortigiani, che tradisce la memoria di ciò che è stato. Questo libro fa sperare che un mondo più serio e civile sia ancora possibile”.

Nell’apprendere della vittoria, Paolo Malaguti, ha dichiarato: “Ricevo questo premio con grande gioia ed emozione, soprattutto per il ruolo che Mario Rigoni Stern ha avuto nella mia formazione: anche in questo libro se c’è un autore dietro è proprio lui. Ma accanto alla gioia avverto anche la responsabilità di riceverlo: per me significa anche farsi carico di un mandato impegnativo, cercare di far vivere la letteratura nell’ottica etica e civile che Rigoni Stern ha sempre coltivato, con umiltà e umanità, anche quando era ormai un autore consacrato”.

Il premio Guardiano dell’Arca – Osvaldo Dongilli 2022 è stato conferito alle Api con questa motivazione:

“Insetto perfetto è l’ape (…) senza di loro la nostra terra diventerebbe un infelice deserto” scriveva Mario Rigoni Stern in “Uomini, boschi e api”. Esse sono infatti decisive per la vita sulla Terra: all’impollinazione è legata la riproduzione di circa il 75% delle specie vegetali viventi sul pianeta, che garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. Purtroppo però esse sono in pericolo: tutti gli istituti di ricerca nel mondo concordano sul fatto che è in atto un processo di estinzione di questo insetto, o almeno di molte delle 20mila specie conosciute: assicurare alle api condizioni ambientali che consentano loro di vivere e riprodursi aiuta la conservazione della biodiversità e garantisce la nostra stessa esistenza”.

La giuria che ha scelto le quattro opere finaliste tra le 45 pervenute alla segreteria del Premio.