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20 Settembre 2021

Ambiente e Territorio · Cultura · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Veneto · Premi Letterari

Premio Mario Rigoni Stern a Irene Borgna per “Cieli Neri”

A Irene Borgna il Premio Mario Rigoni Stern 2021 per Cieli neri. Foto arch. Premio Mario Rigoni Stern

La giuria del Premio  per la letteratura multilingue delle Alpi, formata da Sara Luchetta, Giuseppe Mendicino, Luca Mercalli e Annibale Salsa, ha decretato la vincitrice dell’undicesima edizione

L’antropologa e guida alpina ligure-piemontese Irene Borgna è la vincitrice, con Cieli neri”, ed. Ponte alle Grazie, dell’undicesima edizione del Premio Mario Rigoni Stern, quella del centenario, che si è svolta sabato 18 settembre a Venezia, a Palazzo Labia, e ha avuto il suo epilogo domenica mattina ad Asiago. Un’edizione segnata da una forte presenza femminile e straniera: tra i finalisti infatti, accanto all’ex comandante della Forestale del Veneto, Daniele Zovi, autore di “Autobiografia della neve” (Utet), c’erano anche l’attivista francese, Stephanie Besson, con “Trouver refuge” (ed Glénat), incentrato sulle vicissitudini dei rifugiati che cercano di passare i confini francesi, e la scrittrice e drammaturga svizzero-tirolese di lingua tedesca, Selma Mahlknecht, con “Berg and breakfast” (ed. Raetia), una riflessione acuminata sul turismo in montagna. Un altro riconoscimento, il Guardiano dell’Arca – Osvaldo Dongilli, è andato al decano degli studi di selvicoltura Pietro Piussi.

“Cieli neri” è il racconto di un viaggio in camper dell’autrice, con marito e cane al seguito, dalle Alpi Marittime, dove vive, al Mare del Nord, alla ricerca delle poche aree del vecchio continente preservate dall’inquinamento luminoso. Un libro giudicato dalla giuria (composta da Luca Mercalli, Sara Luchetta, Giuseppe Mendicino e Annibale Salsa) in sintonia con i valori e l’opera di Mario Rigoni Stern e in particolare con la forte attenzione del Premio ai temi ambientali e ai problemi dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.
“Se vincere un premio è già di per sé una cosa gratificante – ha commentato l’autrice, presente a Venezia col figlio di appena un mese e mezzo – il Premio Mario Rigoni Stern per chi scrive di montagna, e tanto più per chi come me ha scelto di viverci e lavorarci, è veramente un sogno che si realizza. Non so, peraltro, se “Cieli neri” ci sarebbe stato senza la persona e l’opera di Mario Rigoni Stern, che come uomo e come scrittore ha avuto un’enorme influenza su più di una generazione, su persone che avevano e hanno in testa la natura e la ritrovano nei suoi libri. Quest’opera è come una delle tante navi che ritornano sull’altopiano dopo che i libri di Rigoni Stern come dei messaggi in bottiglia si sono sparsi in giro per il mondo. Infine il libro vuole essere un mattoncino nella costruzione di un mondo migliore e più accogliente, che è il mio impegno rinnovato dopo la nascita di mio figlio”.