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28 Febbraio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Occidentali · Aree Montane · Europa

Santi Padrós apre due goulotte invernali nel Massiccio del Monte Bianco

Le due nuove goulotte invernali aperte nel Massiccio del Monte Bianco. Fonte Santi Padros facebook

L’alpinista spagnolo, insieme a Oliver Gajewski, ha aperto ‘Hypnotic Lain’ (370 m, ED, AI6). I due, con Valérie Dupont, hanno poi completato la prima salita di  ‘Folie Perseverante’ (210 m, ED, M8+, AI5+) nella zona dell’Envers des Aiguilles

Santi Padrós guida alpina spagnola che ha scelto di vivere nelle Dolomiti della Val di Zoldo, ha lasciato i paesaggi dolomitici per trascorrere qualche giorno nel versante francese del massiccio del Monte Bianco, dove – nella settimana tra il 19 e il 25 febbraio – ha effettuato due prime salite invernali in goulotte, nella zona dell’Envers des Aiguilles.

La prima via, Hypnotic Lain (370 m, ED, AI6), aperta con Oliver Gajewski, sale lungo i primi tiri di una via estiva (Sparke in the Rain, C.d Bode/Pascal Camison, 21 luglio 1984), e si trova nel bastione dell’Aguille du Nantillons (2.999 m), parallela alla recente via “Sorterriko Koblak” salita da Alain Andres e Garo Azkue.

“Abbiamo salito la linea tra il 19 e il 20 febbraio – racconta Santi a Desnivel –  Il primo giorno ci siamo avvicinati e abbiamo attrezzato i primi due tiri, poiché non avevamo ben chiare le condizioni del  “plaquage” iniziale. Fortunatamente era in condizioni ottimali e ci siamo divertiti a scalare in modo veloce e relativamente sicuro quei 100 metri di incredibile ghiaccio alpino su roccia. Il secondo giorno, dopo essere stati un po’  al rifugio, abbiamo salito il resto della via, in condizioni perfette di ghiaccio alpino di goulotte.”

Successivamente, al team si è  unita Valérie Dupont e il trio ha firmato anche la prima salita di  Folie Perseverante (210 m, ED, M8+, AI5+), attraverso una goulotte con un tiro misto iniziale al Capucin du Requin.

“Abbiamo aperto la linea il 24 e il 25 febbraio, poiché il sabato non eravamo sicuri di poterla raggiungere  a causa della quantità di neve e del rischio valanghe – spiega Santi –  Abbiamo impiegato un po’ di tempo per arrivare ai piedi della via e verso le 11:30 abbiamo iniziato a salire il primo tiro.”

“Abbiamo superato un secondo tiro a 70 metri prima di decidere di ritirarci al caldo del rifugio Requin, anche a causa dell’incessante “spindrift” che ci cadeva addosso…  – continua Santi –  Domenica 25, con il tempo un po’ più clemente ma molto freddo, abbiamo risalito le corde e scalato altri due fantastici tiri fino a un piccolo colle vicino alla vetta del Capucin du Requin.”