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8 Giugno 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Ambiente e Territorio · Cultura · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Resto del Mondo · Valle d'Aosta

Tetto d’Europa. Monte Bianco o Monte Elbrus?

Massiccio del Monte Bianco. Foto: Luciano Ratto

La vetta più alta delle Alpi non è il “Re d’Europa”. Luciano Ratto: “bisogna farsene una ragione: la geografia non è un’opinione ”

Per anni, su libri, saggi, articoli ecc, si è continuato a leggere, o ad ascoltare in occasione di conferenze, che il Monte Bianco, con i suoi 4810 metri, fosse “Il Tetto d’Europa”, ma il Club 4000, con l’avallo dei Coniugi Aliprandi, sul sito www.club4000.it ha ripetutamente precisato che questo primato spetta al monte Elbrus nel Caucaso che, con i suoi 5642 metri, supera il Monte Bianco di 832 metri. Il che significa che il “povero” Monte Bianco può e deve accontentarsi di essere “solo” la vetta più alta delle Alpi, il “Re delle Alpi”, e non più il “Re d’Europa”.

Il dibattito su questo primato è stato aperto, a cavallo degli anni ottanta del secolo scorso, dagli alpinisti e imprenditori americani Richard “Dick”Bass e Frank Wells. Richard Bass, (1937-2006) è stato un grande giocatore di football ed appassionato alpinista (aveva fondato nel 1971 lo “Snowbird Ski Resort”). Nel 1981 concepì, assieme all’allora capo della Warner Bros. e successivamente capo della Disney, Frank Wells, l’idea di scalare le montagne più alte di ogni continente (“The Seven Summits”). La locuzione “seven summits” (sette cime o sette vertici) indica le montagne più alte di ognuno dei sette continenti della terra. Nel mondo alpinistico salire tutte e sette le cime è considerato un importante traguardo alpinistico.

La vetta del Monte Bianco. Foto: Luciano Ratto

Ovviamente il Monte Bianco era allora considerato la montagna più alta d’Europa, e perciò Bass e Well si chiesero quale potesse essere al primo posto tra il Monte Bianco e l’ Elbrus. Contattarono un gruppo di geografi i quali, al termine di un approfondito studio, stabilirono che la vetta più alta d’ Europa si trovava proprio nel Caucaso. E per confortare il loro responso segnalarono che i ghiacciai dell’Elbrus si affacciano verso nord e quindi in Europa.

I due decisero di dedicare un anno della loro vita a questa impresa e, nell’anno previsto, il 1983, scalarono, per la cronaca, sei delle sette cime nell’ordine: Aconcagua a gennaio, Denali a luglio, Kilimanjaro ed Elbrus a settembre, Vinson a novembre e il Monte Kosciuszko a dicembre. Seguirono poi tre tentativi, non riusciti, di scalare l’Everest, ultima cima dell’elenco, al termine dei quali però Wells rinunciò all’impresa, mentre Bass proseguì nell’intento, e coronò il suo sogno il 30 aprile 1985. Per inciso, all’epoca stabilì anche il record di alpinista più anziano (55 anni) ad aver raggiunto la vetta più alta del mondo, record che ha resistito fino al 1994. Tentò successivamente di riprendersi il record nel 2003, ma senza riuscirvi.

Il Monte Elbrus, che significa “picchi gemelli” per la presenza di due cime quasi uguali per altezza, (l’orientale di 5621 metri e l’occidentale di 5642 metri), o anche “cima conica” per la sua origine vulcanica, è una delle sette meraviglie naturali di cui il popolo russo può vantarsi, nonché la cima più elevata dell’intero Stato, ed è situato pressappoco nella parte centrale dei monti del Caucaso.

Il nostro monarca fu così detronizzato con grave smacco per chi era fermamente convinto dell’altezza superiore del Bianco rispetto all’Elbrus.

Monte Elbrus, Russia Fonte: wikipedia.org

Ma non c’è mai fine al peggio, ed ecco perciò che due dispettosi e maligni giornalisti francesi, Philippe Cortay e Pierre Pinacoli, mossi da una lettera sull’Elbrus che avevo inviato a La Stampa, e di un’altra lettera inviata successivamente, segnalarono in seguito in aggiunta all’Elbrus altre due vette più alte del Bianco, che così scivolava dal 1°al 4° posto (una disfatta!).

Non basta perché questi due sadici personaggi, sfrugugliando tra i picchi dei cosacchi scoprirono altre due vette più alte del Monte Bianco.

Pertanto abbiamo ora, in conclusione, ben sei vette di altezza superiore al Monte Bianco; eccole, in ordine di altezza:

  • Elbrus, 5642 m
  • Dykh-Tau, 5205 m
  • ShKara 5193 m
  • Kochtan Taou, 5151 m
  • Djanghi-Taou, 5051 m
  • Gistola, 4860 m

il che non è più solo un bruciante smacco difficile da sopportare, ma una vera e propria débậcle che precipita inesorabilmente nella profonda disperazione i più accesi partigiani del Bianco. Ma bisogna farsene una ragione: la geografia non è un’opinione. E lo “zar” Putin sarà felicissimo che la grande Russia primeggi anche in questo campo. Ad onor del vero, successivamente nel Caucaso, oltre alle sei vette di cui sopra, ne ho scovato altre cinque,  con altezza superiore alla fatidica quota dei 4810 metri, ma mi astengo dall’infierire oltre sadicamente su questo tema.

Questa triste notizia, che per restare in linea con l’andazzo attuale, si sperava fosse solo una delle tante banali fake-news, è stata volutamente tenuta nascosta in questi ultimi anni per carità di patria, onde evitare suicidi o infarti tra i fans del Bianco, restii a disconoscere dogmi consolidati. Ma, prima o poi, la verità viene a galla, ed oggi possiamo rivelare che era stata pubblicata su “Le Dauphiné Liberé” del 25 agosto 2015, con il titolo “Le toit de l’Europe sera-t-il relégué au rang de simple “appentis”?”.

E’ da gustare, in questo perfido titolo, lo spassoso sfottò con cui si contrappone il glorioso tetto (“toit”) d’Europa, di ieri con la misera tettoia (“appentis”), di oggi.

Cose da strapparsi i capelli: ma come, il Monte Bianco crolla dai primo al settimo posto? Sic transit gloria mundi: dalle stelle alle stalle!

Luciano Ratto

(tratto da “ALPI-4000 da collezione” di Luciano Ratto)

Luciano Ratto. Fonte: Lo Scarpone

Luciano Ratto è ingegnere, valdostano, socio del Cai di Torino ed onorario del Cai di Châtillon. E’ alpinista e scrittore su temi alpinistici. Co-fondatore del Club 4000, Gruppo di Alta Montagna, che conta attualmente oltre 500 soci di 15 Paesi diversi. Primo a salire tutti gli 82 quattromila delle Alpi. E’ coordinatore del gruppo di studiosi che hanno redatto il “Dossier Progetto 8000”, indagine sulle vette più alte del Pianeta.