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13 Aprile 2017

Alpinismo e Spedizioni · Boulder · Vertical · Alpi Centrali · Aree Montane · Italia · Lombardia · Resto del Mondo

Un contest-boulder inedito per sostenere “ArrampicAnde”. A Toscolano Maderno, il 15 aprile

Massiccio del Huantzàn, Perù.

Ideata a Brescia, la spedizione “ArrampicAnde” porterà due sportivi disabili a scalare una parete nel massiccio del Huantzàn, in Perù.

Un gruppo affiatato di appassionati di arrampicata sportiva, quest’estate accompagnerà in una spedizione in Perù due atleti italiani disabili, Silvia Parente, toscolanese d’adozione, e Kevin Ferrari, bresciano.

La spedizione, ArrampicAnde, che prenderà il via  in agosto, si recherà nella Quebrada Rurec nel massiccio del Huantzàn (6.113m.) situato nella Cordillera Blanca – zona Huaraz – per aprire delle nuove vie d’arrampicata su alcune pareti inviolate e con l’occasione per far provare l’emozione di una parete verticale in ambiente ai due atleti disabili.

Un boulder-contest, il sabato di Pasqua, per sostenere “ArrampicAnde”

Silvia Parente. Fonte: ArrampicAnde

Fino ad agosto il compito dei partecipanti alla spedizione sarà quello di allenarsi, ma anche quello di cercare sostenitori.

Ecco perché sabato 15 aprile a Toscolano Maderno (BS), presso il Pattinodromo,  si svolgerà un contest-boulder per raccogliere fondi per la spedizione. Si potranno sfidare “alla pari” proprio Silvia (gareggiando bendati) e Kevin (in questo caso con una gamba legata).

L’evento  è patrocinato dal Comune di Toscolano Maderno.

La giornata avrà il sapore di una festa più che di una sfida, con stand gastronomici, birra artigianale e gadget, a partire dalle 10 fino a sera.
Start gare, alle ore 14,00.

Kevin Ferrari. Foto: Mirko Sotgiu/Alpinfoto.it

ArrampicAnde

Il progetto nasce la scorsa estate dall’incontro di diversi sportivi, principalmente arrampicatori della provincia di Brescia, tra cui Pietro Rago, che conosce la zona di Ollero – Huaraz dal 2015, innamorato di questi luoghi e delle pareti non ancora scalate, né tantomeno attrezzate per l’arrampicata sportiva.
I casi della vita vogliono che Pietro, oggi capospedizione e scintilla quotidiana del team, incontri Silvia e Kevin, lei cieca e lui amputato sopra il ginocchio, due sportivi pieni di grinta e voglia di fare e che al racconto di Pietro sulle vie da aprire nella valle di Huaraz non esitano a dare la loro adesione al nascente progetto di attrezzare alcune vie di arrampicata proprio in Perù.

“A volte l’idea è come una folgorazione, come un lampo, come la lampadina di Archimede nei fumetti di Topolino – racconta Pietro – “A volte no, a volte è come un mosaico, tanti piccoli accadimenti, piccole storie come tessere che portano ad un disegno diverso e inaspettato. Arrampicande è uno di quei casi. Vogliamo che persone che per disabilità, poca esperienza o difficoltà logistiche non possono permettersi una spedizione andina, possano essere aiutati a vivere un’esperienza unica, che sia l’apertura di una via estrema, arrampicare una parete più semplice – seppure a oltre 6.000 metri – o semplicemente fare “vita da campo base”, partecipando in ogni caso alla spedizione”. Partiamo con Silvia e Kevin, ma stiamo già pensando alla prossima spedizione, vogliamo infatti che questa iniziativa diventi periodica e perseguibile da chiunque voglia realizzare un’avventura – concedetemi il termine – molte volte ritenuta erroneamente impossibile”.

Il progetto oggi è molto ampio e sta coinvolgendo altri attori, oltre al gruppo base, come Mirko Sotgiu fotogiornalista e filmmaker professionista che realizzerà il film di tutta la spedizione; da viaggiatore sensibile intravede nell’idea un’occasione di condivisione e rapporto sociale che va al di là sella semplice impresa sportiva: “Una spedizione alpinistica non ha solo un motivo sportivo, tecnico. Secondo noi, una spedizione deve lasciare qualcosa a chi vive il territorio. La zona di Olleros, dedicata principalmente al bestiame, può diventare in un futuro prossimo una specie di piccola Yosemite peruviana, dove natura, sport, tradizione si uniscono. Attrezzare delle vie di arrampicata vuol dire rendere possibile l’arrampicata delle pareti a molte persone, che non hanno l’esperienza di aprire nuove scalate. Inoltre rendere a conoscenza il pubblico degli sportivi, italiani ed europei delle nuove vie attrezzate può portare un incremento di un turismo rispettoso dell’ambiente, sostenibile per la valle e chi vi vive”.

L’intenzione della spedizione, oltre l’apertura e chioduratura delle vie, sarà infatti quella di fornire assistenza, sostegno e informazioni alle guide locali in modo da renderli consapevoli della ricchezza che il loro territorio offre, oltre farli diventare I gestori di questi luoghi accompagnando poi in modo autonomo I turisti-arrampicatori nelle magnifiche vallate intorno a Olleros.

Vai alla Campagna di Crowdfunding a sostegno di ArrampicAnde e al video di presentazione

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