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4 Aprile 2018

Altri · Bike · Video Experience · Resto del Mondo

VIDEO. Fuori controllo il “bike sharing” in Cina

La bicicletta, una volta l’unica forma di trasporto per la maggior parte dei cinesi,  con la crescita della ricchezza, ha lasciato il posto alle auto. Ultimamente sta tornando in auge con le operazioni di bike sharing (affitto delle biciclette), in forte espansione, anche se questo “ritorno”,  ha causato nuovi problemi.

Le nuove compagnie stanno, infatti, invadendo il mercato e la quantità di queste biciclette in giro per le città è pazzesca… Stanno diventando un problema! Vengono lasciate ovunque!

I video dimostrano come il bike sharing in Cina sia ormai fuori controllo…

La Sharing Economy

Secondo un articolo pubblicato sul New York Times, le start-up hanno inondato le città di “biciclette in affitto” che le persone lasciano ovunque. “Non c’è più alcun senso di decenza,” commenta un meccanico di Pechino, sollevando  verso l’alto una bicicletta abbandonata.

bike sharing in Cina. Fonte: internet

Attualmente ci sono più di 16 milioni di “biciclette in affitto” sulle strade cinesi già intasate dal traffico, a causa di una feroce lotta per acquisire quote di mercato tra le oltre 70 aziende, sostenute da un finanziamento complessivo di oltre 1 miliardo di dollari. Queste start-up hanno ridisegnato il paesaggio urbano, collocando biciclette dotate di GPS e serrature digitali a quasi tutti gli angoli delle strade.

Ma la popolarità del bike sharing è stato accompagnato da un’ondata di comportamenti scorretti. Le start-up non prevedono stazioni fisse di deposito e così i ciclisti abbandonano le biciclette a casaccio lungo le strade e le piazze, in mezzo al traffico e sui marciapiedi. I ladri ne hanno rubate a migliaia, per uso personale o per la vendita a terzi. I vandali le appendono agli alberi, le seppelliscono nei cantieri e le gettano in laghi e fiumi.

Questi problemi hanno sollevato dubbi sulla sostenibilità del bike sharing in Cina. Ma la debacle ha portato anche molti cinesi a ricercare spiegazioni più profonde e a domandarsi se il bike-sharing non abbia rivelato i lati negativi della popolazione, aprendo un dibattito di vasta portata sulla decadenza sociale e sul declino della moralità nel paese.

‘Cosa c’è di sbagliato nella nazione cinese, nel popolo cinese?'” ha commentato Xu Qinduo, commentatore politico di China Radio International a Pechino. “Molte persone sono orgogliose dei risultati economici del paese e della crescente influenza globale –  ha aggiunto – ma temono che in Cina manchi ancora un forte senso della morale.”

In molte città, la fornitura di biciclette supera di gran lunga la domanda, portando il caos ai marciapiedi, alle fermate degli autobus e agli incroci e provocando attriti tra le persone. A Shanghai, si fa fatica a mantenere l’ordine; secondo le statistiche governative, attualmente ci sarebbe una bicicletta in affitto ogni 16 persone.

In alcuni luoghi, le autorità hanno confiscato decine di migliaia di biciclette e imposto restrizioni di parcheggio. Le testate giornalistiche hanno documentato con immagini stupefacenti le montagne di biciclette accatastate, di diverso colore, ognuna delle quali rappresenta una diversa società di bike-share.

Un’altra piaga è il vandalismo. Parte della distruzione delle biciclette è stata attribuita agli abitanti, arrabbiati per le biciclette accatastate nei loro quartieri. Ma la polizia in diverse città ha anche attribuito questo fenomeno a risciò scontenti e ai tassisti, che ritengono che l’affitto delle biciclette abbia indebolito i loro affari.

“È una battaglia ogni giorno”, ha detto Ke Jin, una guardia di sicurezza in un complesso residenziale nel nord-est di Pechino, mentre ripuliva un sentiero bloccato da un mucchio di biciclette blu e gialle aggrovigliate.

Sui social media, le persone descrivono comunemente il bike-sharing come uno “specchio di mostri” che ha rivelato la vera natura del popolo cinese.

Alcuni dirigenti che lavorano nella cosiddetta sharing economy, ora ne sono i critici più accaniti. Una start-up, 3V Bike, è stata costretta a chiudere a giugno dopo che quasi tutte le sue 1.000 biciclette sono state rubate dalle strade della città.

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