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7 Ottobre 2025

Insight

L’importanza dei fumetti nell’era digitale

L'importanza dei fumetti nell'era digitale - Herbert Caposassi

Innanzitutto, anche se finiscono in rete o in un messaggio Whatsapp per gli amici, mi permettono di prendere in mano carta e pennarellino per dedicarmi a ciò che amavo a scuola (sia da alunno che professore): far ridere gli altri. Da adulto però veicolando anche concetti su cui riflettere per un tempo più lungo di un rapidissimo “scroll”.

A chi pensa che siano una forma di comunicazione ormai fuori moda, lo faccio riflettere sul fatto che invece sono i precursori dei messaggi brevi a effetto con i quali siamo ormai abituati a catturare in pochi secondi l’attenzione dei nostri follower: infatti basta una strip, poche vignette in fila e già abbiamo la certezza che quando giungiamo a leggere l’ultima ci sarà una battuta divertente.

Graficamente, poi, io ritengo che siano molto utili a riportare a forme morbide e arrotondate questo mondo tanto spigoloso ed inquadrato dentro a schermi digitali (e schemi mentali). Lo stesso effetto si crea anche sul volto di chi li osserva e li apprezza, perché, come amo dire spesso: “Il sorriso è quella linea che per quanto curva sia è capace di raddrizzare ogni cosa”. L’ironia che sanno trasmettere, quelli che secondo me puntano non solo sulla qualità del disegno ma anche dei messaggi, si basa su un umorismo sottile, discreto e ben poco volgare, nemmeno in un’opera “eroticomica” come Kamasultra del grande Jac.

Un tale grado di destrezza e qualità non credo che lo raggiungerò in vita mia. Per il momento sono comunque già felice di riaccendere negli adulti qualche ricordo d’infanzia ed attivare il poco allenato spirito di immaginazione delle nuove generazioni.
Album e marsupio con i pastelli colorati (oltre ai piedi scalzi) mi fanno proprio sembrare uscito da qualche comic, quando entro nei bar a sfogare la mia creatività, ironizzando spesso sulle ultime esperienze di vita vissuta. Quella volta che lascio a casa questi ferri del mestiere, mi porto comunque dietro la magia dei post-it, con i quali far sbocciare quel famoso sorriso sul viso di qualche bella barista o cameriera e magari guadagnarmi un caffè (o chissà, un numero di telefono).

Possono addirittura risultare pericolosi se ti permetti di appiccicare quei foglietti colorati in giro per qualche aeroporto del mondo e ti ritrovi a spiegare a quelli della sicurezza: “Scusate, ho visto tanti viaggiatori col volto serio e imbronciato ed ho pensato che era mio compito rallegrare un po’ l’atmosfera. Adesso potrei per favore riavere il mio passaporto?”
Evidentemente sono paesi in cui serve avere la licenza per uccidere la noia ed i musi lunghi. Perciò, se volete, mi presento: io sono Bert, Herr Bert.

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