
L’imbarcazione dell’esploratore cinese Ruihan Yu. Foto: AFP Western Mindanao Command
Era al suo secondo tentativo di traversata in solitaria dell’Oceano Pacifico
Sarebbe stato identificato il corpo senza vita dell’uomo recuperato il 24 aprile scorso sulla costa dell’isola di Kinapusan, Tawi-Tawi, nelle Filippine, in prossimità di un’imbarcazione distrutta. Si tratterebbe del cinese Ruihan Yu, al suo secondo tentativo di traversata in solitaria dell’Oceano Pacifico.
Nel 2017, durante la traversata dalla California all’Australia, Yu fu salvato dalla Guardia costiera degli Stati Uniti (USCG) a seguito del danneggiamento di un timone, al largo delle Hawaii.
L’esploratore ha ripreso il suo viaggio nel 2019 per tentare la traversata del Pacifico, ma il 27 novembre la sua imbarcazione si è ribaltata. L’ultima sua posizione è stata rilevata a 755 km a nord dell’atollo di Majuro, nelle Isole Marshall, nelle acque delle Hawaii. Nella richiesta di aiuto lanciata all’USCG delle Hawaii, l’uomo aveva comunicato di aver perso nell’incidente tutto l’equipaggiamento, incluso un giubbotto di salvataggio, e segnalava di essere aggrappato allo scafo della sua imbarcazione.
La guardia costiera effettuò ricerche aeree per tre giorni. Sette ore dopo l’SOS, il cinese fu avvistato aggrappato allo scafo, ma i soccorsi dovettero rientrare poichè a corto di carburante. Prima del rientro, l’equipaggio lasciò cadere una scialuppa di salvataggio nella speranza che il cinese potesse raggiungerla. Ritornati dopo il rifornimento, non furono più in grado di individuarlo. Continuarono a sorvorlare l’area ma senza successo. Dopo 120 ore, tempo limite per la sopravvivenza in acqua a 84° F, le ricerche furono sospese.
Il suo corpo, mutilato, è stato trovato accanto alla barca il 24 aprile scorso. La muta di Ruihan Yu e le strisce rosse, bianche, blu dell’imbarcazione e il numero 88 sullo scafo ne averebbero permesso l’identificazione.