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1 Marzo 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Invernale al K2 2021-2022. Dal diario di Grace Tseng: “L’inverno più memorabile della mia vita” – 1a parte

Grace Tseng, invernale al K2 2021-2022. Fonte facebook

La scalatrice taiwanese racconta l’ultimo tentativo alla vetta condotto quest’inverno sulla seconda montagna più alta della terra. Prima parte

“Il tempo stava per scadere, e proprio quando la spedizione invernale stava per finire, il cielo ci ha dato l’ultima possibilità!
Anche se nessuna cima richiede una finestra meteo di almeno cinque o sei giorni di fila, con due o tre giorni consecutivi di venti in leggera diminuzione, abbiamo avuto la possibilità di tornare su al Campo 3 e attendere una finestra favorevole per vedere se potevamo farcela!
Ma questa volta due dei miei compagni Sherpa non potevano che rimanere al campo base: uno aveva un problema al cuore e l’altro gravi congelamenti alla dita, così sono partita con gli altri cinque Sherpa.
La via dal Campo Base al Campo 2 va da 5000m a 6700m.

In inverno il tempo è freddo e ventoso, l’intera via è a una pendenza di 45 gradi o più con ghiaccio blu, solo il bordo anteriore dei ramponi o le palme interne dei piedi posso fare resistenza sul ghiaccio e a volte uno slittamento puà far cadere sul ghiaccio duro; allo stesso tempo bsogna fare attenzione alla forza di gravità dall’alto verso il basso e a neve e rocce che cadono.

La salita dal Campo 2 è un misto di arrampicata su roccia e ghiaccio su terreno ripido ad un’altitudine di quasi 7000m, molto dura da affrontare, per il corpo e la mente. Sudavo freddo mentre guardavo le rocce sgretolarsi sopra di me… Quando ci siamo avvicinati al Campo 3, abbiamo visto l’intera tenda spazzata via dal vento! È stato uno spettacolo scioccante! Era una vera e propria “montagna infuriata”!

Siamo partiti alle 9 del mattino e siamo saliti nuovamente al Campo 3 a 7200m  [raggiunto] verso le 2 del mattino, il vento ha soffiato per tutta la notte, è stato spaventoso, la tenda si è strappata e ho pensato che stesse per volare via.

A Campo 3, alle 4 del mattino, non riuscivo a dormire;  ho rotto [forzato] la cerniera del mio abbigliamento ghiacciato e mi sono alzata per controllare le ultime previsioni del tempo con solo più il 2% di carica nel mio telefono  (lassù non potevo ricaricarlo con il pannello solare in presenza di brutto tempo), e le condizioni meteo cambiavano ancora! Erano previsti altri forti venti! Così abbiamo dovuto attendere nel campo, in uno spazio minuscolo dove non ci si poteva girare, con venti forti per 24 ore… continuando a pregare che il tempo migliorasse.

Campo 3: fuori sono cadute valanghe per tutta la notte e ovviamente ho dormito a malapena… Al mattino, uno spesso strato di neve ricopriva il mio sacco a pelo, e quando mi sono mossa, la neve si è sparsa su tutto il corpo;  quando è uscito il sole dentro la tenda è iniziato a “piovere” [effetto condensa] per il caldo interno e il freddo all’esterno. Potevamo solo guardare la tenda,  quasi distrutta,  la neve e il vento fuori, così forte da non permetterci nemmeno di fare i nostri bisogni (non riuscivamo neanche a distinguere la via e su un lato avevamo un precipizio); il giorno dopo, in base al tempo, avremmo  deciso il da farsi.

614px invernale al K2 2021-2022: ghiaccio formatosi all’interno della tenda. Fonte Grace Tseng

614px invernale al K2 2021-2022: ghiaccio formatosi all’interno della tenda. Fonte Grace Tseng


Campo 3: la tormenta continua! Le previsioni erano incerte, con venti a 90-110 km/h e -70 gradi; nevicava costantemente e per quattro giorni siamo rimasti in tenda, dormendo  per un massimo di 20 minuti al giorno,  svegliandoci al gelo nei nostri sacchi a pelo congelati! Dormendo con due sherpa in un piccolo spazio vicino allo strapiombo,  era difficile girarsi,  potevo sentire la neve e il ghiaccio fuori;  il mio corpo era pressato contro la tenda gelida. Durate la notte, cercavo spesso di avvolgermi i vestiti intorno al viso per tenermi caldo, ma dovevo respirare dal naso a causa della mancanza d’aria. Questa doveva essere la giornata del vertice, ma il vento aumentava  giorno dopo giorno! C’era troppo vento per stare fuori più di qualche minuto, ed eravamo tutti di pessimo umore, bevevamo acqua ricavata da neve sciolta che non ci preoccupavamo di far bollire (c’era così tanto vento dentro la tenda che era difficile accendere il fuoco e ci voleva più tempo del solito), e dopo che il giorno prima avevamo passato più di 15 ore  ad attrezzare la via per il Campo 4, non volevamo arrenderci e abbiano atteso pazientemente. Sapevo di essere in buona forma per continuare a questa altitudine senza l’uso di ossigeno supplementare e che sarei stata in grado di attendere il bel tempo fino a raggiungere la cima.

All’alba ho scrollato lentamente il mio sacco a pelo e la mia attrezzatura, rimasta coperta di neve  per tutta la notte; faceva così freddo che il mio corpo e la mia mente rispondevano con estrema lentezza. C’è voluta molta forza di volontà per resistere! La volta dopo che insieme siamo saliti al Campo 4, il vento soffiava sempre più forte…” (continua)

Campo 4

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