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18 Ottobre 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

James Price realizza due prime ascensioni in Karakorum e una discesa ai limiti del possibile

Pheker Peak. Fonte Seb Carniato

L’alpinista britannico ha completato la prima salita del Pheker (5.465 m) e, con Hassan Aljabbal, Adnan Khan e Seb Carniato, la prima traversata del Mirshikar (5.464 m). Ha poi scalato il Passu Sar (7.470 m) e sulla cresta del Batura verso il Muchu Chhish si è dovuto ritirare per gravi congelamenti ai piedi

Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno,  James Price ha compiuto due prime ascensioni in Karakorum su due vette di cinquemila metri: la prima salita del Pheker (5.465 m) e la prima traversata del Mirshikar (5.464 m). Poi,  a seguito di una discesa ai limiti del possibile dalla cresta del Batura, ha subito gravi congelamenti agli arti inferiori.

La prima parte della spedizione, che doveva servire per acclimatarsi, James  l’ha compiuta con  i pakistani Hassan Aljabbal, Adnan Khan e il fotografo francese Sebastien Carniato. Il team ha allestito un campo in quota sul Colle Est del Mirshiakar, a cui si accede attraverso un ripido couloir di neve dal Kacheli, a sud.

Il giorno successivo, Price è partito dal campo da solo, salendo verso ovest in direzione del Pheker Peak. Ha tracciato una linea intorno ai seracchi della parete nord di questo cinquemila inviolato fino a raggiungere la sua cresta nord-ovest da dove ha proseguito fino alla cima per poi rientrare in giornata.

Senza riposare, insieme ai suoi compagni di scalata, ha lasciato il campo e ha salito  il Mirshikar attraverso la sua cresta est. La squadra ha bivaccato sulla cima prima di scendere la cresta sud-ovest e completare così la prima traversata della vetta del Mirshiakar.

James Price e il suo team durante la scalata del Mirshikar, settembre 2022. Foto: Seb Carniato)

James Price sulla cresta del Batura Wall,a 7000metri di quota, settembre 2022. Foto James Price

L’11 settembre, Price è partito solo e ben acclimatato dal villaggio di Passu, con uno zaino di 30 kg sulle spalle contenente provviste per tre settimane. Ha attraversato rapidamente il ghiacciaio Batura e ha superato una complessa cascata di ghiaccio per poi raggiungere il ghiacciaio Upper Passu.

Nonostante le buone condizioni meteorologiche, quella notte sono caduti 80 cm di neve, che hanno reso estremamente difficile raggiungere la cresta del Batura Wall il giorno successivo. James, già oltre i 7.000 metri, dopo aver doppiato la vetta del Passu Est I, è tornato in cresta per salire in cima al Passu Sar (7.470 m) il 22 settembre, completando così la storica terza salita assoluta di questa montagna.

La visibilità sul vertice era praticamente nulla. Con una temperatura di -28ºC, Price ha trascorso un’ora e mezza alla ricerca di un’uscita sulla stretta cresta nord-ovest che lo avrebbe condotto verso il Muchu Chhish e il Batura. Alla fine, il GPS lo ha portato a destinazione. Tuttavia, le cattive condizioni e i grandi cornicioni lo hanno costretto a tornare in cima e attendere il miglioramente della visibilità.

Sistemata la tenda sui resti di una cengia franata poco sotto la vetta, “Ho aspettato in vetta al Passu Sar per 30 ore, condizioni che mi permettessero di proseguire verso il Muchu Chhish (7453m) e il Batura VI (7400m) – spiega James sui suoi canali social – Il bel tempo non è mai arrivato e ho deciso di ritirarmi”.

Quella notte, con gli sci, ha raggiunto con cautela la base del Passu North. In vista di un temporale, ha montato la sua tenda a un’altitudine di 6.800 metri e quando è entrato nel suo rifugio, si è accorto di avere le dita dei piedi congelate.

“Quella notte, quando ho tolto gli scarponi da sci, sapevo che qualcosa non andava…
Il blu delle dita  luccicava nel buio. I miei piedi erano rigidi, freddi, di pietra al tatto, i segnali erano inconfondibili. Ho cercato di scongiurare il peggio, convincendomi che al mattino sarebbe andata bene. Li ho infilati nel sacco a pelo con una bottiglia di acqua calda e ho cercato di dormire un po’. Quella notte, da solo a 6800m, le dita dei piedi hanno iniziato a scongelarsi. Il dolore era terribile… Contavo i minuti che mancano all’alba.
E’ iniziato a nevicare ed io sono passato ad uno stato di torpore, tra realtà e un vivido mondo di sogni. Mi sono ritrovato circondato da amici e poi da solo…. Sono trascorsi due giorni senza rendermene conto…”

Una discesa al limite del possibile

Quando è smesso di nevicare, James è uscito dalla tenda e ha iniziato la discesa di 5.000 metri di dislivello e 70 chilometri per raggiungere la civiltà.

Due giorni di discesa con gli sci, con il timore dei crepacci, lo hanno portato nel fondovalle. Da lì ha dovuto risalire circa 500 metri, fino a Passu. Dopo 18 giorni di avventura in solitaria, si è finalmente riunito ai suoi compagni.

Prima di tornare in Francia, è stato ricoverato nella clinica locale, dove hanno crecato  di curagli i congelamenti.