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20 Maggio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Nirmal Purja recupera i corpi di Mingmar Sherpa e Anna Gutu dallo Shisha Pangma

Nirmal Purja con Anna Gutu. Fonte Nirmal Purja facebook

Purja: “Il nostro team è stato l’unico a ricevere il permesso per effettuare il recupero, poiché conoscevamo la posizione esatta dei corpi”

Nirmal Purja ha recuperato i corpi di  Mingmar Sherpa e Anna Gutu dallo Shisha Pangma (8.027 m). I due alpinisti, membri della squadra Elite Exped, sono morti lo scorso autunno travolti da una valanga. L’alpinista americana e la sua guida nepalese erano stati  travolti da una valanga il 7 ottobre scorso, durante il tentativo di vetta, mentre si trovavano a 7.800 metri ca. di quota. Le salme, dal luogo dell’incidente, erano state portate al Campo 2.

Purja è riuscito ad ottenere il permesso dall’Associazione alpinistica Cina-Tibet per il recupero delle salme, malgrado la  Cina abbia chiuso lo Shisha Pangma a tutti gli  stranieri, in questa stagione.

Purja ha riferito che l’operazione di recupero è stata molto impegnativa.

Dal post pubblicato da Nirmal Purja:

“All’inizio di questa settimana, siamo riusciti a scalare lo Shisha Pangma e abbiamo potuto recuperare i corpi di Mingmar Sherpa e Anna Gutu dalla montagna, attraversare il confine e trasferirli a Kathmandu perchè possano essere poi consegnati alle loro famiglie. E’ stata una delle operazioni più impegnative che abbia mai intrapreso sulla montagna. Voglio sottolineare che non ho mai addebitato nulla per le operazioni di salvataggio in passato, né lo farò in futuro. E’ importante precisarlo  nel caso  qualche giornale o altre società guida cerchino di manipolare la situazione.
La missione di salvataggio è durata tre giorni e [tre] notti, durante le quali l’impegno è stato senza sosta. Abbiamo dovuto aprire un’intera via e non senza contrattempi. Su 9 persone, una si è dovuta trasferire all’Everest, 3 si sono ammalate e 2 hanno dovuto assumere ossigeno supplementare dalla zona del ghiacciaio, ciò significa che la manodopera si è ridotta e la missione rischiava di  fallire. Non ho mai provato un tale livello di esaurimento delle forze. Ma sono molto orgoglioso che la missione sia stata completata.
Un ringraziamento speciale al Presidente di  CTMA (China-Tibet Mountaineering Association), Mr. Samdruk, per aver inviato tre sherpa tibetani in nostro supporto durante l’attraversamento del ghiacciaio, oltre a fornire altri 30 uomini per aiutarci a trasportare i nostri cari dall’inizio del ghiacciaio al punto del trasferimento con mezzi.
Grazie anche TMA, e al governo cinese per averci concesso un permesso speciale per scalare la montagna. Dopo la chiusura delle spedizioni commerciali sullo Shisha Pangma, il nostro team è stato l’unico a ricevere il permesso per effettuare questo recupero, poiché conoscevamo la posizione esatta dei corpi”.

Mingmar Sherpa. Fonte Nirmal Purja facebook

 

Anche Kristin Harila sperava di poter condurre un’operazione simile sulla montagna, sempre in questa stagione, per il recupero dei corpi di Tenjen Lama e Gina Rzucidlo, vittime di un’altra valanga caduta nello stesso giorno. L’alpinista norvegese ha specificato che non intendeva raggiungere la vetta, ma semplicemente localizzare i corpi, sepolti da qualche parte sulle sezioni più alte dello Shisha Pangma, ma le è stato negato il permesso.