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22 Agosto 2025

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Valle d'Aosta

Salvi dopo una notte a 4.000 metri sul Monte Rosa due alpinisti tedeschi

Il Gemello del Breithorn dal versante Nord

Il Gemello del Breithorn dal versante Nord – Fonte: Wikimedia

Salvi dopo una notte a 4.000 metri sul Monte Rosa due alpinisti tedeschi

Il maltempo blocca i soccorsi, ma l’esperienza e l’equipaggiamento adeguato consentono ai due alpinisti di resistere fino all’alba

La montagna è un ambiente affascinante e al tempo stesso spietato, dove la linea che separa l’avventura dall’incidente può essere sottilissima. Lo hanno sperimentato due alpinisti tedeschi di 34 e 44 anni che, nella giornata di ieri, sono rimasti bloccati a quota 4.000 metri sul Gemello del Breithorn, nel gruppo del Monte Rosa.

Un problema tecnico alla corda durante la discesa ha impedito loro di proseguire, costringendoli a trascorrere la notte in alta quota. Le condizioni meteorologiche avverse hanno reso impossibile l’immediato intervento dell’elicottero del Soccorso alpino valdostano e persino un tentativo di avvicinamento a piedi delle guide alpine è stato interrotto a causa dell’elevato rischio valanghe.

La lunga attesa e la scelta decisiva

In contatto costante con la centrale unica di soccorso, i due alpinisti hanno ricevuto un consiglio vitale: trovare riparo e attendere l’alba, quando si sarebbe verificato un possibile miglioramento delle condizioni. È stata una decisione che ha fatto la differenza.

Come racconta il dottor Guido Giardini, direttore del dipartimento strutturale di area medica e responsabile del centro di medicina di montagna dell’Usl della Valle d’Aosta, i due hanno scavato una buca nella neve, una delle tecniche più efficaci in caso di emergenza a quote elevate. “Hanno fatto tutto ciò che si deve fare in quelle situazioni – ha spiegato Giardini – compreso il mettersi al riparo dal vento. Una buca nella neve permette di non disperdere troppo calore corporeo. Hanno avuto la prontezza e l’energia di realizzarla, cosa non sempre possibile in condizioni di freddo intenso o scarsa visibilità. In passato, purtroppo, ci sono stati incidenti con esiti peggiori quando ciò non è stato possibile”.

Equipaggiamento e sangue freddo: la differenza tra la vita e la morte

Determinante è stato anche il buon equipaggiamento degli alpinisti, dotati di indumenti tecnici idonei per resistere al gelo della notte in quota. Non hanno dormito, come spesso avviene in situazioni simili: la veglia e la vicinanza reciproca hanno consentito loro di mantenere viva la temperatura corporea.

All’alba, con il miglioramento del meteo, l’elicottero del Soccorso alpino valdostano è finalmente riuscito a raggiungerli e a trasportarli a valle. Condotti all’ospedale Parini di Aosta per accertamenti, le loro condizioni sono apparse buone: nessun trauma, nessun sintomo grave da ipotermia o congelamento.

Questo episodio si aggiunge alle numerose cronache di incidenti in alta quota, alcune con esito drammatico. Questa volta, grazie alla combinazione di prontezza di spirito, preparazione e attrezzatura adeguata, la storia si è conclusa positivamente.

(fonte: ANSA)

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