
Nirmal Purja e Stefi Troguet. Fonte S. Troguet-facebook
Obiettivi: K2 (8.611 metri) e Broad Peak (8.051). Troguet “Nims ha saputo convincermi e mi ha incoraggiata a tornare in spedizione con loro”
L’andorrana Stefi Troguet riprende il suo ambizioso progetto sulle montagna più alte del mondo: la scalata dei 14 Ottomila senza l’ausilio di ossigeno supplementare. La scalatrice lo farà con il sostegno dell’alpinista nepalese Nirmal ‘Nims’ Purja, detentore di 5 record sugli Ottomila.
Dopo aver scalato con successo Nanga Parbat e Manaslu nel 2019, Troguet – guarita dal Covid-19 – ha continuato ad allenarsi Ora, l’obiettivo è raggiungere le vette di K2 (8.611 metri) e Broad Peak (8.051). “Nims ha saputo convincermi e mi ha incoraggiata a tornare in spedizione con loro. Ha creduto in me, è diventato il mio sponsor principale ed è chiaro che è un passo avanti per la mia carriera, qualunque cosa accada”, ha dichiarato la 29enne presentando la sua nuova avventura nel comune di Encamp (Andorra).
“Non ho scelto la spedizione per la cima, ma per la squadra – ha aggiunto Troguet – E che qualcuno [Nimsdai] ai vertici dell’alpinismo scenda sulla terra e ti chieda di accompagnarlo, ha rappresentato il salto emotivo di cui avevo bisogno. È alla guida di una squadra forte e, in termini di logistica, è sempre una sicurezza poter andare con lui”.
L’anno scorso Troguet ha tentato il Dhaulagiri (8.167 m), la settima vetta più alta del mondo, con un piccolo team. “Volevo fare un tentativo con una piccola squadra senza sherpa o portatori di alta quota e non è andata bene. Ho preso il Covid e non avevo alcun feeling con il compagno di salita – ha spiegato Troguet – Inoltre, ho capito cosa vuol dire stare per un mese su una montagna, terrorizzata a causa dei pericoli, delle valanghe, dei crepacci ovunque, e della solitudine”.
La spedizione prenderà il via i primi giorni di giugno e si chiuderà ad agosto. L’intenzione di Troguet è iniziare con il Broad Peak e poi proseguire con il K2, ma, come dice l’alpinista, “non si sa mai, finché non si arriva lì non si può sapere davvero e dipenderà molto dalle condizioni della montagna”.
A proposito della scelta di tentare i 14×8000 senza ossigeno supplementare, la scalatrice ha spiegato: “Non riesco a immaginare una salita con l’ausilio di ossigeno supplementare… sarebbe come voler correre il Tour de France perché si pensa di essere pronti a farlo per poi affrontarlo con una bicicletta a motore. Non avrebbe senso”.

tefi Troguet. Foto arch. S. Trouguet