Alex Honnold e ‘Topo’ Mena scalano tre cime in Antartide

Alex Honnold e Topo Mena in Antartide. Foto arch. Alex Honnold

I due hanno trascorso quasi un mese nel continente bianco, dove hanno scalato il Mt.Vinson (4.892 m), il Mt. Shinn (4.661 m) e il Mt. Dolence (1.950 m)

La scorsa settimana, il talento del free-solo Alex Honnold, ha scalato il Mt.Vinson (4.892 m), la vetta più alta dell’Antartide. In questi giorni ha completato con successo anche la salita del Mt Shinn (4.661 m), la terza cima più alta del continente. Con lui Esteban ‘Topo’ Mena.

“Siamo saliti direttamente sulla grande parete innevata e poi abbiamo scalato una bella cresta rocciosa fino alla cima. Ma è stata una scalata un po’ più seria e un po’ più fredda, quindi non ho scattato quasi nessuna foto (è una rottura togliersi i guanti per scattare una foto con il cellulare… è più facile continuare a salire…) – ha raccontato Honnold – Nel complesso, pensavo che lo Shinn fosse una cima molto più bella del Vinson, con un’arrampicata molto più interessante. È un peccato che non sia un po’ più alto: mi sembra un po’ trascurata come terza cima. Tutti sono lì per scalare la più alta….”.

‘Topo’ Mena ha aggiunto sul suo Instagram che hanno effettuato anche una “probabile” seconda salita del Mt Dolence (1.950 m), dopo aver coperto una distanza di circa 20 km e superato un dislivello di circa 2.300 metri e tratti di arrampicata con difficoltà fino a 5,5 (4b).

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“Sto tornando a casa dopo quasi un mese di avventure con Alex Honnold – scrive Topo Mena – Sono entusiasta dei bei momenti condivisi con questa ‘scimmia’. Sappiamo tutti che è uno dei più grandi atleti di tutti i tempi, ma è [anche] un uomo eccezionale ed è stato un onore scalare insieme. GrazieAlex! In merito alla prima traversata del Mt. Dolence nelle Ellsworth Mountains dell’Antartide, probabilmente abbiamo fatto la seconda salita della vetta. Partendo dalla base della cresta est è stata una divertente uscita di 20 km, +/-2300 m, 5,5 circa. Sotto il sole, proprio accanto al Mt. Rosmond, si vede a malapena l’Union Glacier Camp, un piccolo punto nel ghiacciaio che ospita quasi 150 persone tra le più simpatiche e toste che abbia mai incontrato.”