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21 Gennaio 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Antartide. François Cazzanelli in vetta al Monte Vinson (4.892 m). Le foto

François Cazzanelli (a destra) con Sergio Cirio in Antartide. Foto arch. F. Cazzanelli

La guida di Cervinia inizia il 2019 con la scalata della sua seconda montagna del circuito “Seven Summits” (dopo l’Everest)

Lunedì 13 gennaio alle ore 16 (ora locale), il valdostano François Cazzanelli ha raggiunto la vetta del Monte Vinson (4.892 m),  in Antartide, con il compagno di cordata, l’imprenditore Sergio Cirio.

La vetta, la sua prima del famoso circuito delle “Seven Summits”, è stata raggiunta in soli tre giorni, come afferma lo stesso Cazzanelli raggiunto telefonicamente in collegamento satellitare: “Abbiamo fatto molto velocemente dato che quando siamo arrivati c‘era una zona di alta pressione e abbiamo così sfruttato la finestra di bel tempo – che aggiunge – Siamo andati molto veloci anche perché c’era molto vento e faceva molto freddo. Per la prima volta ho sentito un freddo come non l’avevo mai provato prima. È stata un’esperienza stupenda e interessante allo stesso tempo. La salita è andata benissimo: il tempo era bello e c’era il sole. Il mio compagno di cordata Sergio Cirio era in gran forma ed è andato benissimo”.

La forte guida di Cervinia  ha lasciato intendere che potrebbero esserci altre sorprese nel corso dell’anno sulle quali però, preferisce mantenere il riserbo più assoluto.

Il rientro in Italia è previsto in settimana.

Mount Vinson, Antartide. Foto. F. Cazzanelli

Mount Vinson, Antartide 2019. Foto. François Cazzanelli

Mount Vinson, Antartide 2019. Foto. François Cazzanelli

François Cazzanelli

Classe ’90, è alpinista e Guida Alpina; cresciuto a Cervinia, nella Valtournenche, ai piedi del Cervino dove vive tuttora. Figlio d’arte: il cognome della famiglia del padre, Cazzanelli, e quello della famiglia della madre, Maquignaz, sono legati indissolubilmente da più di un secolo al mestiere di Guida Alpina e all’Alpinismo da ben cinque generazioni.

Tra le imprese più recenti di François Cazzanelli, lo scorso 12 settembre con il collega svizzero Andreas Steindl (CH), ha realizzato il record di concatenamento delle 4 creste del Cervino (Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone) in 16 ore e 4 minuti ottenuto il 12 settembre 2018 migliorando di ben 7 ore il record precedente del ’92 di Hans Kammerlander e Diego Wellig di 23 ore.

Solo una settimana dopo, il 21 settembre, Cazzanelli si è reso protagonista, con Emrik Favre e Francesco Ratti, dell’apertura di una nuova via di roccia che risale direttamente nella parte più ripida dello scudo della parete sud del Cervino e per questo battezzata “Diretta allo Scudo”: che presenta 10 lunghezze, circa 350mt, con una difficoltà massima stimata fino al 7A / 7A+. Proprio dal padre è partita l’idea di aprire questo itinerario che aveva già visto parecchi anni fa ma che aveva ritenuto troppo difficile per l’epoca e che poi François ha sviluppato con l’amico e alpinista di esperienza Roberto Ferraris (che però non ha partecipato alla salita ma sempre presente negli altri tentativi precedenti). Nello Scudo, infatti, c’era già una via ma che non trovava una soluzione diretta nella parte più ripida. La “Diretta allo Scudo” fortemente voluta da François Cazzanelli e Roberto Ferraris, risolve dunque uno degli ultimi “problemi” del Cervino.

Dal 2009 al 2011 François Cazzanelli ha fatto parte della Nazionale Italiana di sci alpinismo e attualmente continua a gareggiare nelle più importanti competizioni internazionali di lunga distanza.
Dal 2012 è membro della Società Guide Del Cervino. Dal settembre 2011 al 2016 ha fatto parte della “Sezione Militare di Alta Montagna del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur”.
Ha ripetuto e aperto svariate vie sul Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa. Ha partecipato a dodici spedizioni extraeuropee dall’Himalaya alla China fino alla Patagonia Argentina. L’ultima in ordine cronologico, nella primavera del 2018, lo ha visto protagonista in Nepal in due salite, la prima in qualità di guida alpina verso la vetta dell’Everest (con l’uso dell’ossigeno per garantire la sicurezza del cliente); la seconda, nel raggiungere la vetta del Lhotse, la quarta montagna più alta del mondo in cordata con Marco Camandona senza l’ausilio dell’ossigeno.